Putin apre a colloqui con Zelensky: “Vogliamo la pace, ma con garanzie reali”
19 Giu 2025 - Russia
Il presidente russo si dice disponibile a incontrare Zelensky “alla fine del processo negoziale”. Attacco alla legittimità del governo ucraino, apertura al dialogo con Trump e Merz, e nuova sfida alla narrazione NATO.

Un’apertura strategica: Mosca pronta all’incontro con Zelensky
Dopo oltre tre anni di guerra in Ucraina, Vladimir Putin lancia un segnale di apertura. In un incontro a San Pietroburgo con le agenzie internazionali, il presidente russo ha dichiarato che un faccia a faccia con Volodymyr Zelensky “è possibile, nella fase finale dei negoziati per porre fine a tutto questo”.
Mosca, ha aggiunto, desidera che il conflitto “finisca il più velocemente possibile e preferibilmente in modo pacifico”. Secondo quanto riportato dall’agenzia Tass, i negoziatori di entrambe le parti potrebbero incontrarsi dopo il 22 giugno. Una svolta che, seppur condizionata, rimette il dialogo diplomatico al centro della scena.
La linea rossa di Mosca: “Serve una firma legittima”
Putin ha però posto un vincolo chiarissimo: l’eventuale accordo dovrà essere firmato da “autorità ucraine legittime”. Un riferimento esplicito alla scadenza del mandato presidenziale di Zelensky, che Mosca considera già oltre i limiti costituzionali. “Altrimenti – ha detto il presidente russo – quei documenti finiranno nella spazzatura”.
Nel merito, Putin ha ribadito le posizioni storiche della Federazione: le repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk avevano “pieno diritto” a distaccarsi da Kiev. E ancora una volta ha negato che i recenti bombardamenti su Kiev abbiano colpito obiettivi civili: “La Russia prende di mira solo industrie belliche”.
Uno scambio di caduti che rivela un diverso senso del sacrificio
Significativi anche i numeri comunicati da Putin: Mosca avrebbe già restituito i corpi di 6000 soldati ucraini e si appresterebbe a restituirne altri 3000. In cambio, ha affermato, la Russia ha ricevuto solo 57 corpi dei propri soldati. Un dato che sembra voler sottolineare, secondo la narrativa russa, una differente attenzione tra le parti verso i propri caduti.
L’asse con Trump: “Con lui la guerra non sarebbe mai iniziata”
Putin ha riservato parole positive anche per l’attuale presidente americano, Donald Trump. “Sono d’accordo con lui: con Trump alla Casa Bianca, questa guerra non sarebbe mai iniziata”. E ha aperto all’ipotesi di un incontro, precisando però che dovrebbe essere “preparato in modo adeguato”. Secondo Putin, “Trump è un uomo d’affari, e questo è un vantaggio: calcola tutto, e lo calcola bene”.
Dialogo possibile anche con l’Europa: Merkel è il passato, Merz può essere il futuro?
Il Cremlino guarda con interesse alla nuova leadership tedesca. “Se il cancelliere federale vuole chiamare, siamo pronti a parlare”, ha detto Putin, riferendosi a Friedrich Merz. E ha ricordato come lo scorso novembre ci sia stato un unico contatto, dopo due anni di silenzio, con l’ex cancelliere Olaf Scholz.
Sui missili Taurus, prodotti proprio in Germania e potenzialmente utilizzabili da Kiev contro il territorio russo, Putin è stato netto: “Non possono essere usati senza specialisti tedeschi. E nel Kursk, invaso dalle forze ucraine, sono stati trovati tank tedeschi”. Un’accusa implicita alla crescente complicità militare occidentale.
Putin e la NATO: “Non ci fa paura, ma mentono all’opinione pubblica”
Il presidente russo ha liquidato come “sciocchezze” le voci su un’eventuale invasione russa dell’Europa o dei Paesi NATO. “È la solita incredibile bugia che vogliono far credere ai cittadini dell’Europa occidentale”, ha detto.
Quanto al riarmo dell’Alleanza Atlantica, Putin ha sottolineato: “Non lo consideriamo una minaccia diretta. La Russia è autosufficiente in termini di sicurezza. Qualsiasi minaccia sarà soppressa, su questo non ci sono dubbi”.