Pokrovsk, dove la guerra si decide sul tempo
Le mappe non rendono la fatica del passo. A Pokrovsk, nel cuore del Donetsk, la guerra ha l’odore della polvere e dell’olio bruciato: assalti a ondate, linee che cedono di metri, poi si richiudono come ferite cauterizzate in fretta.
La Russia avanza con metodo, senza fuochi d’artificio, puntando a consumare l’avversario più che a sorprenderlo. È una partita di logistica e di pazienza: chi tiene i nodi dei rifornimenti tiene la direzione della guerra.
Perché questa città conta
Pokrovsk è crocevia ferroviario e stradale, una cerniera che regge l’intero fianco ucraino nel Donetsk.
Se salta, la profondità operativa di Kiev si assottiglia e l’inerzia del fronte può cambiare.
Per Mosca, conquistarla vuol dire trasformare in geografia ciò che da tempo è già strategia: consolidare il controllo della regione e ritmare l’offensiva verso ovest su vie più protette.
La pressione russa: avanzare, assestarsi, ripartire
Negli ultimi giorni, i reparti russi hanno guadagnato terreno nel settore urbano e ai margini della città.
Non è il balzo, è l’erosione: piccoli scarti documentati da filmati geolocalizzati, nuclei che spingono dove le difese si assottigliano, gruppi d’assalto che cercano i fianchi e costringono Kiev a consumare uomini e munizioni.
La logica è semplice e crudele: far lavorare il tempo dalla propria parte.
La difesa ucraina: resistere significa pagare
Kiev ha inviato unità scelte per tappare le falle e ribattere colpo su colpo.
In città e nelle località intorno, i contrattacchi cercano di riallargare il fiato delle linee.
Ma difendere è sempre più costoso dell’attaccare con l’iniziativa: ogni argine regge finché reggono trasporti, artiglierie, rotte d’ingresso.
È la logistica, più ancora del morale, a segnare il ritmo di chi resiste.
Il “tritacarne” spiegato dal terreno
La formula rende l’idea, ma sul campo è una tecnica: infiltrarsi, sondare, attirare il fuoco per mappare le postazioni, poi colpire dove l’arco difensivo è stanco.
Le perdite esistono, ma non spostano la traiettoria: contano la frequenza degli assalti, la costanza dei rifornimenti, l’usura inflitta al nemico.
È una guerra che non cerca la foto, cerca il risultato.
Dati, mappe e la posta in gioco
Le analisi più recenti convergono: la Russia ha guadagni incrementali nel Donetsk e opera con sempre maggiore “agio” tattico all’interno e intorno a Pokrovsk.
Il controllo russo sull’oblast si avvicina a una soglia simbolica che pesa sulle trattative future: chi mette bandierine stabili, detta il perimetro del negoziato.
Per questo, a Pokrovsk non si combatte solo per una città: si combatte per la forma del domani.
Ultimo miglio
Mentre i convogli scorrono di notte e i droni mappano tetti e scantinati, il fronte resta tirato come una corda.
Se la Russia consoliderà l’interno di Pokrovsk, il Donetsk cambierà respiro.
Se l’Ucraina riuscirà a fermarla qui, guadagnerà tempo e profondità.
In mezzo, le vite che passano tra un allarme e l’altro.
È la misura più onesta della guerra: chilometri quadrati che valgono mesi di futuro.
Fonti
Reuters – Russia says its forces advance in Pokrovsk (3 nov 2025)
ISW – Russian Offensive Campaign Assessment (3 nov 2025)
AP News – Zelenskyy: 170.000 truppe russe nel Donetsk (31 ott 2025)
The Guardian – Special forces a Pokrovsk (2 nov 2025)
Daily Sabah – Avanzate russe in ottobre, 461 km² (3 nov 2025)
The Moscow Times – 81% del Donetsk sotto controllo russo (3 nov 2025)