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Papa Leone XIV e l’America di Trump: alleanza impossibile?

9 Mag 2025 - Italia

L’elezione del primo pontefice statunitense solleva dubbi tra i cattolici conservatori. Il passato di Prevost, vicino alla linea di Francesco, potrebbe segnare una nuova stagione di tensioni tra la Chiesa e l’amministrazione Trump.

Papa Leone XIV e l’America di Trump: alleanza impossibile?

Un Papa americano: segno dei tempi o strategia dell’élite progressista?

L’elezione di Robert Francis Prevost al soglio pontificio, con il nome di Leone XIV, ha rappresentato un evento epocale: il primo Papa nato negli Stati Uniti. Un fatto che, in superficie, potrebbe apparire come un segnale di avvicinamento tra Roma e Washington proprio nel momento del ritorno di Donald Trump alla guida della Casa Bianca. Tuttavia, prima ancora che il nuovo pontificato abbia mostrato la sua direzione concreta, numerosi segnali provenienti dal passato ecclesiale di Prevost sollevano interrogativi tra i cattolici conservatori: chi è veramente Leone XIV? Quale visione di Chiesa e di società porterà in Vaticano?

Prevost, erede spirituale di Bergoglio

Leone XIV proviene da un’esperienza ecclesiale incentrata sull’attenzione alle periferie, all’inclusione sociale, al linguaggio della misericordia più che a quello della giustizia e della verità. Come prefetto del Dicastero per i Vescovi, è stato uno degli artefici della selezione di una nuova classe episcopale, spesso orientata a sinistra anche su questioni dottrinali. Il suo primo discorso, in parte in spagnolo, rivolto ai migranti e ai popoli del Sud globale, ha ribadito l’impegno su temi cari al mondo progressista.

Il suo passato lo conferma: già durante l’amministrazione Trump, Prevost espresse riserve sulle politiche migratorie e sull’enfasi posta dall’allora presidente su sovranità, confini e identità culturale. Le sue posizioni hanno suscitato preoccupazione tra i cattolici americani che sostengono Trump, i quali vedono nella nuova leadership vaticana un possibile fattore di divisione anziché di unità.

Un pontificato schierato: rischio di politicizzazione della Chiesa

Il pontificato di Leone XIV sembra già orientato a proseguire quella che molti cattolici conservatori definiscono una “pastorale ideologica”. Più che predicare la conversione dei cuori e la restaurazione dell’ordine morale, il Papa appare impegnato a dare legittimità spirituale alle istanze di giustizia sociale in chiave secolarizzata. Clima, immigrazione, lotta alle disuguaglianze: sono questi i temi prioritari. Ma in un’epoca segnata da una crescente persecuzione della fede, soprattutto in Occidente, il silenzio su questioni non negoziabili — dalla difesa della vita alla libertà religiosa — risulta assordante.

La reazione del mondo MAGA e la delusione dei cattolici patriottici

Molti esponenti del mondo MAGA hanno accolto l’elezione di Leone XIV con freddezza, se non con aperta ostilità. Steve Bannon ha parlato di un “pontefice globalista”, mentre altri commentatori conservatori, come Raymond Arroyo e Taylor Marshall, hanno espresso forti perplessità sull’orientamento dottrinale del nuovo Papa. La sua elezione viene letta da molti come il consolidamento di un “papato del Nuovo Ordine Mondiale”, in cui la fede diventa ancella dell’agenda progressista.

Ma la delusione più profonda è avvertita tra quei cattolici americani che hanno trovato in Trump un difensore dei valori non negoziabili: vita, famiglia, libertà di educazione, identità nazionale. In questi ambienti si teme che Leone XIV possa rafforzare il fronte ecclesiastico che negli ultimi anni ha ostacolato — se non apertamente scomunicato — ogni forma di cattolicesimo tradizionale e patriottico.

Tradizionalismo cattolico sotto attacco?

Una questione centrale sarà il rapporto di Leone XIV con il mondo della Tradizione, già gravemente provato dalle restrizioni imposte da Traditionis Custodes e dalle nomine episcopali ostili al rito antico. I fedeli legati alla Messa in latino e alla dottrina cattolica classica rappresentano una parte consistente e giovane della Chiesa americana. Tuttavia, continuano a essere marginalizzati, accusati di “rigidità” e “nostalgia del passato”.

Resta da vedere se Leone XIV proseguirà su questa linea o se, paradossalmente, in quanto Papa americano, deciderà di ascoltare proprio quella frangia del cattolicesimo statunitense più fedele al Magistero perenne e più vicina ai valori difesi da Trump.

Due Americhe, due Chiese

L’elezione di Leone XIV apre un nuovo capitolo nella storia della Chiesa cattolica. Ma è un capitolo che rischia di accentuare la spaccatura tra due visioni inconciliabili: quella di un cattolicesimo adattato al mondo, e quella di un cattolicesimo fedele a Cristo Re e alla civiltà cristiana.

Nell’America di Donald Trump — dove milioni di cattolici vedono nella riscoperta della legge naturale e nell’ordine della creazione la via per rispondere al caos moderno — il nuovo Papa appare più come un segnale di ostilità che di alleanza. Il confronto, dunque, non sarà solo politico, ma teologico e spirituale. Una battaglia per l’anima della Chiesa e per il futuro dell’Occidente.

Chi è Robert Francis Prevost, divenuto Papa Leone XIV

Nato a Chicago nel 1955, Robert Francis Prevost è entrato nell’Ordine di Sant’Agostino e ha trascorso diversi anni come missionario in Perù, dove ha operato anche in contesti difficili segnati da instabilità politica e povertà diffusa. Teologo con una solida formazione canonistica, ha diretto per anni la casa generalizia degli Agostiniani a Roma, prima di essere nominato vescovo da Papa Francesco nel 2015.

Nel 2023 è stato chiamato alla guida del Dicastero per i Vescovi, ruolo di enorme influenza in cui ha avuto un peso determinante nella selezione dell’episcopato globale. È considerato uno degli uomini più fedeli alla visione ecclesiale di Jorge Mario Bergoglio. Parla correntemente spagnolo e mantiene stretti legami con l’America Latina, oltre a essere stato figura di riferimento per le reti ecclesiali legate all’ambiente e ai movimenti sociali.

Con l’elezione a Papa, ha assunto il nome di Leone XIV, un titolo carico di richiami storici, ma che in molti hanno interpretato come un tentativo di costruire un pontificato forte, pur all’interno dell’orizzonte ideologico inaugurato da Francesco.

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