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Ordigno al peperoncino: 20 agenti intossicati durante la protesta (Video)

16 Nov 2024 - Italia

A Torino, durante il "No Meloni Day", un ordigno artigianale al peperoncino lanciato contro la polizia provoca venti feriti. Tensione in piazza e interrogativi sulla gestione delle manifestazioni.

Ordigno al peperoncino: 20 agenti intossicati durante la protesta (Video)

Ancora una volta, le piazze italiane si sono trasformate in scenari di guerriglia urbana, non grazie a studenti in protesta ma a veri e propri eversori mascherati da giovani idealisti. Torino è stata il fulcro di questa ondata di violenza, con un episodio gravissimo che non può essere sottovalutato: il lancio di un ordigno artigianale al peperoncino che ha ferito 20 agenti di polizia, costringendoli a ricorrere alle cure del pronto soccorso.

Un attacco pianificato: l’ordigno artigianale al peperoncino

Tra gli episodi più inquietanti del “No Meloni Day”, emerge l’uso di un ordigno confezionato in modo rudimentale ma estremamente pericoloso, costituito da una bomboletta di spray al peperoncino collegata a un innesco artigianale. L’esplosione è avvenuta nel cuore degli scontri, in Piazza Castello, intossicando gli agenti che tentavano di contenere i facinorosi. Il video dell’assalto, diffuso online, mostra la brutalità e la premeditazione dell’attacco.

Questo gesto non è solo una dimostrazione di disprezzo verso le forze dell’ordine, ma un atto di deliberata aggressione, equiparabile a un crimine contro chi è chiamato a garantire la sicurezza pubblica. Non si tratta più di “proteste studentesche”, ma di veri atti di terrorismo urbano che evocano scenari di anni bui che il nostro Paese non può permettersi di rivivere.

Chi sono i responsabili?

Dietro queste azioni si celano gruppi organizzati, non semplici studenti. Nel corteo erano presenti membri di collettivi e centri sociali come l’Askatasuna, già noto per la sua militanza violenta. Il gesto delle tre dita, simbolo della pistola P38 degli anni di piombo, è stato esibito come segno di sfida e richiamo ideologico. È evidente che la protesta è stata strumentalizzata per veicolare un messaggio eversivo e fomentare il caos.

La voce delle istituzioni

Pietro Di Lorenzo, segretario generale provinciale del Siap torinese, ha espresso con fermezza la gravità della situazione:

“Un ordigno artigianale è stato lanciato contro le forze dell’ordine, intossicando 20 agenti. Questo non è manifestare, è criminalità. Costoro non sono solo violenti, ma veri e propri eversori.”

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e il vicepremier Matteo Salvini hanno ribadito l’urgenza di un intervento deciso contro questi episodi. Il premier Giorgia Meloni ha espresso solidarietà agli agenti feriti, sottolineando come questi episodi siano indegni e rappresentino un grave attacco alle istituzioni.

Una strategia di destabilizzazione

Non è la prima volta che collettivi e centri sociali si infiltrano in manifestazioni, sfruttando temi sensibili come il diritto all’istruzione o la Palestina per seminare il caos. In realtà, questi gruppi non lottano per i diritti degli studenti, ma utilizzano la piazza come mezzo per attaccare le istituzioni, i loro rappresentanti e le forze dell’ordine, baluardi della legalità.

Basta ambiguità: tolleranza zero

La risposta dello Stato deve essere ferma. Episodi come il lancio dell’ordigno al peperoncino dimostrano che non si tratta di semplici manifestazioni ma di attacchi deliberati. La politica e la società civile non possono più permettersi ambiguità o giustificazioni. È ora di chiamare queste azioni con il loro vero nome: eversive.

Le forze dell’ordine non devono essere lasciate sole. Servono leggi più severe, pene esemplari e una condanna unanime da parte di tutte le forze politiche. Chi colpisce i servitori dello Stato colpisce il cuore stesso della democrazia.

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