Ong e fondi Ue, la destra europea chiede chiarezza: “Basta finanziamenti occulti ai professionisti dell’ideologia”
13 Giu 2025 - Europa
I gruppi patriottici ECR, Fidesz e Europe of Sovereign Nations all’attacco: "Commissione complice di un sistema che usa soldi pubblici per imporre agende ideologiche contro i cittadini". Pressing per una commissione d’inchiesta.

Una rete opaca di potere e influenza
Per anni, sotto gli occhi dei cittadini europei, Bruxelles ha finanziato con fondi pubblici una galassia di ONG ideologizzate, protagoniste dell’avanzata dell’agenda woke, delle imposizioni green e della narrazione immigrazionista. Ora, finalmente, i gruppi patriottici al Parlamento europeo – Conservatori e Riformisti (ECR), Fidesz (Ungheria) e Europe of Sovereign Nations – rompono il silenzio e chiedono chiarezza: vogliono una commissione d’inchiesta che faccia luce sui meccanismi con cui la Commissione europea avrebbe elargito fondi, talvolta occulti, a queste organizzazioni travestite da società civile.
L’inchiesta giornalistica che ha acceso la miccia
Il caso esplode dopo le rivelazioni del quotidiano tedesco Welt am Sonntag, che ha portato alla luce come Bruxelles avrebbe concesso fino a 700.000 euro in modo discreto ad alcune ONG ambientaliste per promuovere – e imporre – la transizione ecologica, non attraverso il confronto democratico, ma tramite pressione mediatica e lobbying ideologico. Il tutto con denaro pubblico.
Carlo Fidanza guida la rivolta dei conservatori
A guidare il fronte patriottico è l’eurodeputato Carlo Fidanza (ECR), che ha denunciato con forza “uno scandalo che si può definire il Green Gate”. Secondo Fidanza, almeno 200 deputati sono pronti a sostenere la richiesta di commissione d’inchiesta. Accanto a lui, il segretario di Stato ungherese Csaba Dömötör (Fidesz), che chiede l’accesso integrale ai contratti: “I cittadini hanno diritto di sapere come vengono spesi i loro soldi. Non si possono finanziare agende politiche con la scusa della tutela ambientale”.
Il rifiuto della trasparenza da parte di Bruxelles
Nonostante le gravi accuse, la Commissione europea nega tutto, parlando di “trasparenza” e “buona fede”. Tuttavia, è la stessa Corte dei Conti europea ad aver segnalato in passato una preoccupante opacità nei meccanismi di assegnazione dei fondi alle ONG. Le giustificazioni della Commissione – che parla di contratti pubblici e accessibili – non convincono: i deputati di destra vogliono vederci chiaro, perché il sospetto è che sotto la superficie si celi un sistema consolidato di sostegno politico a organizzazioni schierate ideologicamente contro il voto popolare.
Il disastro dell’ideologia green e l’auto europea cancellata
Dietro le ONG ambientaliste si nasconde spesso l’ideologia green che, sotto il pretesto della sostenibilità, ha minato alle fondamenta l’economia europea. Il caso più eclatante riguarda l’industria automobilistica: una delle eccellenze del continente, sacrificata sull’altare di obiettivi climatici irrealistici e dettati da fanatici dell’elettrico. L’imposizione di limiti drastici alle emissioni e il bando dei motori endotermici – senza un’alternativa economicamente sostenibile – ha fatto crollare la produzione, licenziare migliaia di lavoratori e messo in ginocchio interi distretti industriali. Invece di investire su innovazione e tecnologia, l’Europa ha scelto l’autoflagellazione. E Bruxelles ha avuto il coraggio di finanziare chi, con la maschera della “transizione giusta”, ha spinto per misure che hanno favorito la Cina e affondato la manifattura europea.
Chi sono davvero le ONG finanziate?
Sotto la bandiera dell’ambiente, molte ONG si sono trasformate in strumenti politici di pressione, spesso presenti in modo sistematico nelle proteste contro governi conservatori e in favore di agende globaliste. La richiesta è semplice: trasparenza totale, stop all’uso dei fondi europei per finanziare gruppi che non rappresentano i cittadini ma élite autoreferenziali.
Una battaglia per la democrazia e il rispetto della sovranità
Non si tratta di una crociata contro il volontariato, ma di una difesa della democrazia. I parlamentari chiedono che ogni euro speso dall’Unione sia rendicontato e destinato a progetti concreti, non a fomentare campagne ideologiche contro la libertà di pensiero e contro la sovranità dei popoli. La proposta sarà discussa presto dalla Conferenza dei Presidenti del Parlamento europeo, ma il segnale è già forte: una nuova Europa è pronta a sorgere, e non ha intenzione di inchinarsi più a ONG che agiscono come bracci armati del progressismo burocratico.