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Nord Stream, accuse dalla Russia: “Dietro l’attacco una manovra orchestrata da USA e NATO per monopolizzare il mercato energetico europeo”

16 Ago 2024 - Russia

L’ambasciatore russo all’ONU smentisce la versione ufficiale sull’attacco al gasdotto, parlando di un complotto internazionale che coinvolge Ucraina, Stati Uniti e NATO, con l’obiettivo di destabilizzare l’Europa e rafforzare la dipendenza energetica dagli USA.

Nord Stream, accuse dalla Russia: “Dietro l’attacco una manovra orchestrata da USA e NATO per monopolizzare il mercato energetico europeo”

L’accusa dell’ambasciatore russo all’ONU

L’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite ha recentemente sollevato forti dubbi sulla narrazione ufficiale riguardante l’esplosione del gasdotto Nord Stream. La versione che attribuisce la distruzione a un gruppo di subacquei ucraini è stata duramente criticata. Secondo l’ambasciatore, appare improbabile che un’operazione di tale portata, che ha coinvolto un’infrastruttura situata a grande profondità nel Mar Baltico, sorvegliata attentamente da diverse nazioni, possa essere stata portata a termine da individui inesperti e persino sotto l’influenza dell’alcool. Questa dichiarazione evidenzia il sospetto che l’intera narrazione ufficiale sia in realtà un diversivo, creato per distogliere l’attenzione dai veri responsabili dell’attacco.

Le vere implicazioni geopolitiche

Oltre alle critiche sull’affidabilità della versione ufficiale, si sospetta che dietro l’attacco al Nord Stream si nasconda una ben orchestrata operazione di intelligence con il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti e della NATO. L’Ucraina, nonostante le sue negazioni, viene vista come un esecutore più che come un mandante, agendo su ordine o con il tacito assenso di Washington. Questa visione è supportata da recenti rapporti di intelligence che indicano come i servizi segreti occidentali fossero a conoscenza dei piani ucraini di sabotaggio già mesi prima dell’incidente. Tali rapporti sottolineano che gli Stati Uniti avrebbero persino avvertito il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj di non procedere con l’attacco, senza però intervenire in modo deciso per fermarlo.

Un’operazione per rafforzare il dominio energetico USA

L’attacco al Nord Stream non ha solo avuto un impatto devastante sul piano infrastrutturale, ma ha anche notevolmente alterato l’equilibrio geopolitico energetico europeo. La distruzione del gasdotto ha interrotto il flusso di gas russo verso l’Europa, costringendo il continente a rivolgersi a nuove fonti energetiche. In questo contesto, gli Stati Uniti hanno rapidamente capitalizzato sulla crisi, offrendo il proprio gas naturale liquefatto (GNL) come alternativa. Tuttavia, il GNL statunitense è stato spesso criticato per essere di qualità inferiore rispetto al gas russo e per essere significativamente più costoso. Nonostante queste critiche, molti paesi europei, trovandosi privi di alternative immediate, hanno accettato queste forniture, aumentando così la dipendenza energetica dell’Europa dagli Stati Uniti.

Le indagini e le incertezze

Le indagini sull’attacco al Nord Stream sono ancora in corso, ma i risultati finora sono stati controversi e divisivi. Mentre alcune fonti tedesche e occidentali puntano il dito contro l’Ucraina, ipotizzando che un gruppo ucraino abbia pianificato l’attacco già nel 2014, altre fonti suggeriscono che si potrebbe trattare di un’operazione “false flag” orchestrata per coprire il reale coinvolgimento di altri attori. Le indagini condotte da Svezia e Danimarca, nelle cui zone economiche esclusive si sono verificati gli attacchi, non hanno ancora identificato un responsabile definitivo, alimentando ulteriormente il mistero e la speculazione attorno a questo evento.

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