1066 Visualizzazioni

Nella notte l’Iran lancia Missili ipersonici su Israele

18 Giu 2025 - Medio Oriente

L’Iran lancia i Fattah-1, armi cinque volte più veloci del suono. Israele risponde colpendo impianti nucleari a sud di Teheran. Il conflitto entra nella fase ad alta tecnologia, tra droni, intercettori e raid chirurgici.

Nella notte l’Iran lancia Missili ipersonici su Israele

Operazione Vera Promessa 3: l’Iran impiega i missili ipersonici Fattah-1

Nella notte tra il 17 e il 18 giugno, l’Iran ha compiuto l’undicesima ondata dell’“Operazione Vera Promessa 3”, un’azione coordinata di fuoco missilistico contro obiettivi strategici israeliani. A renderla diversa dalle precedenti offensive è stata la conferma ufficiale dell’uso di missili ipersonici Fattah‑1 da parte del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC).

Il Fattah-1 è una delle più recenti evoluzioni dell’arsenale iraniano: si tratta di un missile a propellente solido capace di raggiungere velocità superiori a Mach 5 (oltre 6.100 km/h), dotato di capacità di manovra in fase terminale grazie a superfici aerodinamiche attive e al controllo vettoriale della spinta. Questo rende la sua intercettazione estremamente difficile, anche per i più avanzati sistemi antimissile occidentali.

La TV di Stato iraniana ha diffuso un comunicato dei pasdaran nel quale si afferma che i missili hanno “fatto tremare i rifugi” nel nord di Israele. Tuttavia, fonti israeliane riportano che l’attacco è stato largamente contenuto dai sistemi Arrow 3 e David’s Sling, pur con un consumo elevato di intercettori.

La risposta israeliana: superiorità aerea su Teheran

La risposta di Israele non si è fatta attendere. Poco prima dell’alba, caccia F-35I “Adir” dell’aeronautica israeliana, decollati da basi in Israele e da piattaforme avanzate in territorio giordano, hanno condotto una serie di attacchi chirurgici nei sobborghi sud-occidentali di Teheran.

Gli obiettivi principali, secondo un portavoce IDF, erano:

  • una struttura per l’assemblaggio di centrifughe IR-6, parte del programma nucleare iraniano;
  • un impianto di produzione di missili a guida GPS e droni Shahed;
  • una base logistica IRGC per lo stoccaggio di combustibile solido per razzi.

Prima del raid, l’intelligence israeliana ha inviato un avviso codificato su reti civili chiedendo l’evacuazione di un’area limitata, nel tentativo di ridurre le vittime collaterali. Nonostante ciò, le operazioni hanno causato il blackout di interi quartieri e la chiusura del Grand Bazaar e della metropolitana di Teheran per ore.

La strategia di Teheran: deterrenza asimmetrica

Il lancio dei Fattah-1 dimostra il salto qualitativo dell’Iran nel dominio missilistico, mirando a compensare la superiorità aerea israeliana con capacità di saturazione difficilmente neutralizzabili. Teheran intende chiaramente rendere il costo dell’offensiva israeliana troppo alto da sostenere, anche per uno degli eserciti più sofisticati al mondo.

In questo senso, la strategia iraniana si basa su:

  • capacità di primo colpo (first-strike) con missili ipersonici;
  • uso simultaneo di vettori convenzionali (Zolfaghar, Qiam, Shahab);
  • possibilità di lanciare ulteriori attacchi via proxy da Hezbollah in Libano e milizie sciite in Siria e Iraq.

Le parole di Khamenei: l’elemento ideologico

“Nel nome del nobile Haidar, la battaglia ha inizio”. Così ha scritto su X la Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei. Il riferimento è ad Ali ibn Abi Talib, primo Imam per gli sciiti, noto come Haidar al-Karrar, il “leone indomito” della fede. Il messaggio non è solo spirituale, ma serve anche da catalizzatore ideologico e mobilitante per il fronte interno iraniano, in un momento di forte pressione bellica.

Scenario operativo e valutazioni

Secondo fonti NATO, Israele ha mantenuto in queste ore la supremazia aerea nello spazio operativo iraniano, grazie alla superiorità radarica e alla capacità di penetrazione stealth dei suoi F-35I. Tuttavia, la capacità di resistenza iraniana resta solida: l’IRGC dispone di almeno 12 unità mobili di lancio per missili ipersonici, dislocate in profondità nei monti Zagros e nelle aree semi-desertiche del Kerman.

Da parte israeliana, si segnala un progressivo consumo delle riserve di intercettori Arrow-3 (preziosi per contrastare vettori balistici ad alta quota) e un appello informale rivolto a Washington per accelerare le forniture.

Equilibrio instabile

L’escalation tra Iran e Israele entra in una nuova fase caratterizzata da strumenti ad alta tecnologia e dottrina asimmetrica. Da un lato, Israele mantiene un vantaggio qualitativo e offensivo; dall’altro, l’Iran punta su quantità, resistenza strategica e deterrenza ideologica.

Il rischio ora è che si giunga a una spirale di attacchi reciproci ad alto potenziale distruttivo, anche su obiettivi civili e infrastrutture critiche. Il teatro operativo si sta ampliando, e ogni giorno che passa rende più remota la possibilità di contenimento del conflitto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tag: , , , ,
Articolo scritto da:
Redazione - Il Politico

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per rimanere aggiornato/a iscriviti al nostro canale whatsapp, clicca qui:

Articoli correlati

L’uranio arricchito iraniano è sopravvissuto ai raid
L’uranio arricchito iraniano è sopravvissuto ai raid

Uranio arricchito sopravvissuto ai bombardamenti: allarme da fonti israeliane Secondo quanto riportato dal New York […]

Trump minacciò Putin: “Bombarderò Mosca”
Trump minacciò Putin: “Bombarderò Mosca”

Un audio esclusivo rivela il linguaggio muscolare del presidente USA Durante una raccolta fondi del […]

La guerra si inasprisce: pioggia di droni su Lutsk, poi l’attacco ucraino a Kursk
La guerra si inasprisce: pioggia di droni su Lutsk, poi l’attacco ucraino a Kursk

Pioggia di droni e missili russi su Lutsk Nella notte tra l’8 e il 9 […]

Kiev sotto attacco nella notte
Kiev sotto attacco nella notte

Kiev sotto attacco: ondata di droni e missili russi in una nuova escalation strategica Un […]