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NATO in allerta: summit dopo il missile russo

23 Nov 2024 - Mondo

L’escalation russa con il missile Oreshnik scuote l’Occidente. La NATO si riunisce il 26 novembre per definire la risposta all’ultima minaccia di Mosca.

NATO in allerta: summit dopo il missile russo

Il missile Oreshnik: una nuova minaccia per l’Europa

Il lancio del missile balistico a medio raggio Oreshnik da parte della Russia ha segnato un nuovo capitolo nella guerra in Ucraina, innalzando il livello della minaccia anche per l’Europa occidentale. Con una portata stimata di oltre 2.500 km e capacità ipersoniche, l’Oreshnik rappresenta un significativo passo avanti nell’arsenale russo. Il missile è stato utilizzato per colpire un impianto industriale strategico nella città ucraina di Dnipro, ma il messaggio è chiaro: Mosca vuole dimostrare di poter raggiungere anche obiettivi europei.

Questo sviluppo non è solo un’evoluzione tecnologica, ma una mossa politica e strategica: la Russia cerca di mettere pressione agli alleati occidentali di Kiev, minacciando una guerra su scala ancora più ampia.

Il significato del missile: tecnologia e strategia

L’Oreshnik è stato descritto dagli esperti come un’arma di nuova generazione, capace di evadere i sistemi di difesa attuali grazie alla sua velocità ipersonica e manovrabilità. Questo lo rende estremamente difficile da intercettare, anche per i sistemi NATO più avanzati come il Patriot o il THAAD. Secondo fonti vicine al Cremlino, il missile è stato progettato per essere utilizzato non solo come arma offensiva, ma anche come strumento di deterrenza strategica.

Con l’impiego di quest’arma, Mosca invia un chiaro segnale: la Russia dispone di mezzi capaci di infliggere danni significativi oltre i confini ucraini. Tuttavia, la scelta di impiegare un missile così avanzato contro obiettivi non cruciali solleva domande sulla reale disponibilità di queste armi e sulla strategia russa.

Reazioni europee: paura e preparativi

Il lancio del missile ha scatenato una serie di reazioni tra i leader europei. Il premier polacco Donald Tusk ha parlato di un momento decisivo nella guerra, avvertendo del rischio concreto di un conflitto globale. In Germania, il cancelliere Olaf Scholz ha definito l’uso dell’Oreshnik un’“escalation terribile”, sottolineando l’urgenza di misure preventive.

Nel frattempo, il Regno Unito e la Francia hanno ribadito il loro impegno a sostenere l’Ucraina. Londra, in particolare, ha annunciato un rafforzamento della spesa per la difesa, con l’obiettivo di raggiungere il 2,5% del PIL entro la primavera del 2025. Secondo fonti diplomatiche, la NATO sta lavorando a un piano di risposta comune che verrà discusso nel summit straordinario del 26 novembre.

Il piano tedesco: una difesa per l’Europa orientale

Secondo quanto riportato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, il governo tedesco ha elaborato un piano dettagliato per rispondere a una possibile invasione russa dei Paesi dell’Europa orientale. Il documento prevede il dispiegamento di centinaia di migliaia di soldati e una serie di misure per garantire la sicurezza delle popolazioni civili. Questa iniziativa riflette la crescente preoccupazione tedesca per la vulnerabilità del fianco orientale della NATO e segna un cambiamento rispetto alla tradizionale prudenza di Berlino.

La risposta della NATO: rafforzare l’unità

Il summit straordinario della NATO del 26 novembre rappresenta un punto cruciale per il futuro della guerra. Gli ambasciatori dei Paesi membri e l’Ucraina discuteranno le implicazioni dell’uso del missile Oreshnik e le strategie da adottare per prevenire ulteriori escalation. Il segretario generale Mark Rutte ha sottolineato l’importanza di mantenere una risposta unitaria, evidenziando come l’Alleanza si trovi davanti a una delle sfide più complesse dalla sua fondazione.

Le prospettive per il futuro: conflitto o negoziato?

L’introduzione del missile Oreshnik complica ulteriormente le prospettive per una risoluzione diplomatica del conflitto. Sebbene alcuni leader europei, tra cui il presidente francese Macron, continuino a promuovere un dialogo con Mosca, molti osservatori ritengono che la situazione stia rapidamente avvicinandosi a un punto di non ritorno. Il rischio di un’escalation incontrollata, con il coinvolgimento diretto della NATO, è sempre più concreto.

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