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Nato, Cremlino: “È di fatto in guerra con la Russia”

- Europa

Mosca alza il livello dello scontro: Peskov accusa l’Alleanza Atlantica, blackout globale di Starlink, provocazioni sui droni in Romania e nuove incursioni a Belgorod.

Nato, Cremlino: “È di fatto in guerra con la Russia”

📋 Riassunto dell'articolo

Il Cremlino accusa apertamente la NATO di essere già parte in guerra contro la Russia. Peskov parla di conflitto per procura, mentre il blackout globale di Starlink rivela la vulnerabilità tecnologica dell’Ucraina. Nuove tensioni diplomatiche con la Romania e droni abbattuti a Belgorod confermano l’escalation.

La dichiarazione di Peskov: la guerra oltre le apparenze

Da Mosca non arrivano più mezze parole. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha affermato che la NATO è di fatto in guerra con la Russia. Non una provocazione estemporanea, ma la conferma di ciò che i russi ripetono da mesi: l’Alleanza Atlantica, armando e sostenendo economicamente Kiev, è ormai un attore diretto del conflitto. “È evidente, e non ha bisogno di ulteriori conferme”, ha scandito Peskov davanti ai giornalisti.
Lo scenario che si apre è quello di una partita sempre più grande, dove l’Ucraina rischia di essere solo il campo di battaglia di una guerra per procura.

Zelensky, Trump e Putin: il vertice che non c’è

Il Cremlino ha inoltre ammesso che non ci sono progressi sul tanto discusso vertice trilaterale tra Volodymyr Zelensky, Donald Trump e Vladimir Putin. Già nei giorni scorsi Peskov aveva parlato di “pausa” nei negoziati, e la sensazione è che i margini per un tavolo credibile siano sempre più stretti. Da un lato l’Ucraina continua a ricevere armi e denaro dall’Occidente; dall’altro Mosca vuole un’interlocuzione diretta con Washington, consapevole che il destino della guerra non si decide a Kiev ma nei rapporti tra superpotenze.

Starlink in blackout: il fronte ucraino senza rete

Questa mattina, l’esercito ucraino ha segnalato un blackout di Starlink su tutta la linea del fronte. Robert Brovdi, comandante dell’unità droni, ha denunciato come dalle 7.28 ora locale i terminali satellitari abbiano smesso di funzionare, paralizzando le comunicazioni militari in un momento cruciale.
Il guasto, confermato anche a livello globale, ha colpito oltre 40.000 utenti in Stati Uniti, Italia, Polonia e altri Paesi. Solo dopo mezz’ora il servizio ha iniziato a essere ripristinato. Ma il segnale è chiaro: l’affidamento totale a un’infrastruttura privata, per quanto avanzata, rende il fronte ucraino estremamente vulnerabile. Non è la prima volta che accade: già a luglio si era verificata un’interruzione simile.

Drone in Romania: accuse e controaccuse

Sul fronte diplomatico, cresce la tensione con la Romania. Bucarest ha accusato Mosca di un’intrusione nello spazio aereo nazionale, ma l’ambasciata russa ha bollato tutto come una “provocazione orchestrata da Kiev”. Secondo l’ambasciatore Vladimir Lipaïev, si tratterebbe di un tentativo ucraino di trascinare altri Paesi europei in guerra.
Non è la prima volta che accade: dal febbraio 2022 frammenti di droni sono precipitati in territorio rumeno in oltre metà degli attacchi registrati vicino al confine. E anche se ufficialmente non si parla di escalation, il rischio di incidenti che trasformino il conflitto in un confronto diretto tra Russia e NATO è sempre più concreto.

Belgorod sotto attacco: 6 droni abbattuti

Nella notte, i sistemi di difesa aerea russi hanno abbattuto sei droni ucraini sulla regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina. È l’ennesimo segnale di un conflitto che non conosce tregua e che si combatte ormai anche a colpi di incursioni tecnologiche, droni suicidi e sistemi di difesa elettronica.

La posta in gioco: un conflitto che riguarda tutti

Le dichiarazioni di Peskov e gli ultimi sviluppi non sono soltanto episodi di cronaca. Disegnano un quadro in cui la NATO, piaccia o meno, appare sempre più coinvolta in prima persona. Mosca lo denuncia apertamente, e la strategia è chiara: dimostrare che la Russia non combatte solo l’Ucraina, ma l’intero establishment progressista occidentale che arma e finanzia Kiev.
Il blackout di Starlink e le accuse incrociate sui droni ci ricordano che la guerra non si combatte solo con carri armati e fanteria: è un conflitto globale, tecnologico e politico, dove la linea di confine tra un incidente e un’escalation irreversibile si fa ogni giorno più sottile.

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