Napoli, scudetto tra furti e illegalità: il carosello è una vergogna nazionale
25 Mag 2025 - Italia
Auto rubate, scooter senza targa, mezzi tagliati e verniciati per la festa: Napoli celebra lo scudetto con atti criminali travestiti da folklore. E lo Stato resta a guardare.

Un tifo malato che calpesta le regole
Mentre una parte d’Italia si congratula col Napoli per lo scudetto, l’altra assiste sgomenta a scene da anarchia urbana. A San Giovanni a Teduccio e in altri quartieri, auto rubate – spesso tagliate a metà, truccate alla meglio e trasformate in “carri festanti” – hanno sfilato tra le vie della città in caroselli surreali, applauditi da una folla complice. Non è folklore: è criminalità glorificata.
Denunce e panico, ma la festa continua
Decine le denunce di furto arrivate nelle stazioni di polizia, dove i napoletani onesti si ritrovano a dover giustificare al proprio assicuratore che la propria utilitaria è finita nel mezzo del delirio. Intanto, i video sui social immortalano scooter senza targa, auto smontate, fuochi illegali, bambini in mezzo alla folla. È questa l’immagine che vogliamo dell’Italia? Dove l’illegalità si maschera da passione calcistica?
La capitale italiana del furto d’auto
Dati alla mano: la Campania è la regione dove si ruba di più. Con oltre 31.000 veicoli rubati nel 2024 e Napoli che registra una media di 47 furti al giorno, siamo davanti a un vero e proprio sacco quotidiano, tollerato da decenni di lassismo istituzionale e culturale. Le percentuali di recupero restano basse (38%), mentre i mezzi rubati finiscono nel traffico internazionale o – come nel caso dei caroselli – nelle piazze come trofei del degrado.
Fiat Panda, 500 e Punto: bersagli preferiti
Non si salvano nemmeno le auto più umili: la Fiat Panda guida la classifica delle più rubate (oltre 13.000 nel 2024), seguita dalla 500 e dalla Punto. Inutile avere un’auto vecchia: se abiti a Napoli, rischia comunque di finire sventrata per la gloria della squadra.
La rete criminale e l’omertà che avvelena il Sud
Maxi operazioni recenti hanno confermato l’esistenza di organizzazioni strutturate con base a Napoli, specializzate nel furto e riciclaggio di auto di lusso. Parliamo di decine di arresti, centinaia di migliaia di euro di danni e un sistema che non sopravvivrebbe senza la tolleranza diffusa. Una società in cui il confine tra tifo e teppismo non esiste, e dove lo Stato è spettatore, mai protagonista.
Quando la legge è un optional e la vittoria giustifica tutto
In qualsiasi altra città d’Europa, queste scene avrebbero generato indignazione. A Napoli no: qui l’illegalità si tinge di azzurro e viene romanticamente narrata come “colorita passione popolare”. È il solito doppiopesismo che colpisce il nostro Paese: se accade altrove è criminalità, se succede a Napoli è folklore.