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Mons. Viganò: “Globalismo e Nuovo Ordine Mondiale, un colpo di Stato contro l’umanità”

29 Set 2024 - Approfondimenti Politici

L'Arcivescovo denuncia menzogne, ricatti e corruzione dell'élite globalista, svelando piani di controllo, depopolazione e distruzione della famiglia naturale. Un appello alla resistenza e alla fede.

Mons. Viganò: “Globalismo e Nuovo Ordine Mondiale, un colpo di Stato contro l’umanità”

La denuncia dettagliata dell’Arcivescovo Viganò contro il globalismo

Nel suo discorso, l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò offre una critica approfondita e specifica del globalismo, toccando vari punti cruciali con esempi concreti che illustrano la sua denuncia. Si scaglia contro quella che definisce una “minaccia epocale” e un “colpo di Stato perpetrato dall’élite globalista”, sostenendo che tale progetto sia fondato sulla menzogna, sul ricatto e sulla corruzione.

Le crisi come strumento di controllo: farsa pandemica, Ucraina, Palestina e riscaldamento globale

Secondo Viganò, tutte le crisi attuali – dalla pandemia al conflitto ucraino, dalla situazione palestinese al riscaldamento globale – sono manipolate o create ad arte per giustificare azioni autoritarie e limitare le libertà individuali. Queste crisi sarebbero state pianificate nei minimi dettagli per favorire il consolidamento del potere nelle mani di un’élite mondialista, rendendo impossibile ogni forma di opposizione. Il riferimento alla “farsa pandemica” è particolarmente significativo: l’arcivescovo denuncia le misure adottate per gestire l’emergenza sanitaria, che ritiene non solo inefficaci, ma finalizzate a imporre limitazioni alle libertà personali e a introdurre un sistema di controllo sociale.

Il ricatto della transizione forzata: alimentazione, trasporti, sanità

Viganò delinea un chiaro processo di transizione forzata che riguarda vari settori della società. L’arcivescovo denuncia la sostituzione dei prodotti naturali con quelli artificiali e geneticamente modificati (OGM), come nel caso del grano biologico prodotto da piccole aziende agricole italiane, che viene sostituito dal grano OGM canadese. Questa sostituzione non avviene apertamente, ma viene resa inevitabile attraverso politiche che rendono la produzione biologica insostenibile economicamente o normativamente. Un altro esempio riguarda il passaggio dalle auto a benzina o diesel ai veicoli elettrici, presentato come una scelta “verde”, ma che in realtà sarebbe una forma di coercizione: vengono introdotte norme che rendono impossibile o troppo costoso l’uso delle auto tradizionali, limitando il traffico nelle città ai soli veicoli elettrici e vietando la riparazione delle auto più vecchie attraverso leggi europee. Anche la sanità è al centro delle critiche di Viganò: la progressiva privatizzazione del servizio sanitario nazionale, che subisce tagli continui, obbliga i cittadini a rivolgersi alla sanità privata. Questa transizione, secondo Viganò, non avviene naturalmente, ma è il risultato di decisioni politiche guidate dalle élite globaliste.

L’agenda del controllo: depopolazione e ideologia gender

Un altro aspetto centrale del discorso è la denuncia di un piano per la riduzione della popolazione mondiale. Viganò cita membri del Club di Roma e il World Economic Forum, sostenendo che l’obiettivo è ridurre la popolazione a un miliardo di persone, eliminando il restante 87,5% attraverso guerre civili, carestie, sterilità e pestilenze. Questo piano comprende la sterilizzazione indotta tramite farmaci e alimenti adulterati. L’arcivescovo denuncia anche la promozione dell’agenda LGBTQ e dell’ideologia gender come ulteriori strumenti di controllo e depopolazione. Sostiene che la sessualizzazione precoce dei bambini e la promozione della transizione di genere siano parte di un piano per minare le fondamenta della famiglia naturale e della società. Inoltre, Viganò accusa le Nazioni Unite e l’OMS di portare avanti queste ideologie attraverso proposte come l’abbassamento dell’età del consenso e la depenalizzazione della pedofilia, facilitando così la sottomissione delle generazioni più giovani.

La corruzione diffusa tra i poteri dello Stato

La corruzione è per Viganò un elemento chiave per comprendere come il progetto globalista si sia diffuso. L’arcivescovo accusa apertamente politici, magistrati, forze dell’ordine, insegnanti, medici e persino parte della gerarchia ecclesiastica di essere corrotti o complici. L’influenza del World Economic Forum è citata come particolarmente forte, con membri che si infiltrano nei governi e nelle istituzioni grazie al potere del denaro e del ricatto. Viganò evidenzia come le banche centrali siano in realtà controllate da società private legate a pochi e potenti fondi di investimento, come BlackRock e Vanguard, che esercitano un controllo anche sulle economie nazionali tramite il debito pubblico.

L’analisi politica e la critica al “Nuovo Ordine Mondiale”

L’arcivescovo sostiene che il colpo di genio del Nuovo Ordine Mondiale sia stato quello di combinare il liberalismo e il comunismo in un’alleanza perversa. Da un lato, il liberalismo comprime l’intervento dello Stato nella fornitura di servizi pubblici, favorendo la privatizzazione. Dall’altro, il regime sovranazionale di stampo socialista crea un ambiente di mercato distorto, favorendo le multinazionali e i grandi gruppi finanziari. L’Unione Europea e il governo federale americano sono visti come strumenti del “Deep State”, che agisce nell’interesse dell’élite.

L’appello finale alla resistenza e alla fede

L’arcivescovo Viganò invita tutti a resistere e a non farsi intimidire, a combattere la menzogna con la verità e il ricatto con il bene. Invita a un’azione coordinata tra coloro che condividono gli stessi valori, a costruire reti locali e internazionali per opporsi all’ordine distopico che le élite cercano di imporre. La lotta non può essere solo umana, ma deve contare sull’aiuto di Dio, poiché l’arcivescovo vede in questa battaglia una dimensione spirituale tra il bene e il male. Conclude con un incoraggiamento a non vergognarsi della propria fede e rettitudine, ricordando che il giudizio finale sarà nelle mani di Dio, e non degli uomini.

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One response

  1. Marco Di Bello ha detto:

    È evidente l’aggressione generalizzata ad ogni religione in nome di un pensiero unico omologante che come un ladro nella notte si impossessa delle menti in un’epidemia che rende gli uomini replicanti. Il terreno fertile è l’incapacità critica che deriva dall’ignoranza intesa come mancato impulso intellettuale alla ricerca della verità per pigrizia, per limiti naturali, per non interesse o più prosaicamente perché la verità può essere scomoda: è molto più confortante stare protetti in un gruppo che banalizza, contorce, falsifica e in generale offre un pacchetto di pensieri condivisi che rappresentano sistemi complessi di cui l’uomo della massa non avrebbe nemmeno un’opinione.

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