Migranti, Bruxelles stanzia 27 milioni per studi “inclusivi”
12 Giu 2025 - Europa
Fondi UE a pioggia per università e ONG impegnate nella promozione della narrativa pro-immigrazione. Nessun sostegno alle emergenze delle famiglie europee. Cresce il divario tra popolo e istituzioni.

Pioggia di milioni dall’UE per promuovere la narrativa pro-migranti
Mentre milioni di cittadini europei chiedono maggiore sicurezza, sovranità e controllo delle frontiere, Bruxelles risponde con l’ennesima elargizione milionaria destinata non alla difesa dell’identità europea, ma alla promozione dell’ideologia immigrazionista. Ben 27 milioni di euro sono stati stanziati dall’Unione Europea per finanziare studi accademici e progetti legati all’accoglienza e all’integrazione dei migranti.
Università, ONG e associazioni riceveranno fondi per esplorare “soluzioni abitative inclusive”, “uguaglianza sul posto di lavoro”, “percezione mediatica dell’immigrazione” e persino per analizzare come “far sentire a casa” i migranti nei Paesi europei. A spiccare è anche il cosiddetto “Corano europeo”: un progetto volto a studiare l’influenza dell’Islam sulla cultura e religione in Italia.
Una rete ideologica ben finanziata con soldi pubblici
Dietro l’apparenza di studio e ricerca, ciò che emerge è una chiara volontà di costruire un nuovo racconto ufficiale sull’immigrazione: positivo, inevitabile, auspicabile. Il problema è che a pagare questa narrazione sono ancora una volta i contribuenti europei, molti dei quali vivono in quartieri abbandonati, dove il multiculturalismo imposto dall’alto si è tradotto in degrado, insicurezza e disoccupazione.
Mentre i governi nazionali faticano a ottenere fondi per il sostegno alle famiglie, il lavoro o la natalità, l’Europa riversa milioni per insegnare alle élite accademiche come “combattere la narrazione discriminatoria” e “promuovere l’inclusione”. Una priorità che sembra del tutto scollegata dal sentimento diffuso dei cittadini.
Dall’università al laboratorio ideologico europeo
Tra gli atenei beneficiari troviamo Hannover, Lione, Berna, Barcellona, Amsterdam, Essex, Reggio Emilia e Genova. Alcuni progetti hanno titoli apertamente schierati: si studia come “riaprire il dialogo equo sulla migrazione” o come “garantire l’attuazione di politiche migratorie basate su principi di giustizia”.
Non mancano neppure iniziative per “adattare le città alle esigenze dei migranti” o per “aiutare le ONG a rispondere meglio alle necessità delle comunità straniere”. Il tutto finanziato con fondi europei, in larga parte prelevati dalle tasse dei cittadini che non hanno mai avuto voce in capitolo su queste scelte.
L’Europa che parla d’inclusione mentre ignora i popoli
Ancora una volta si conferma come la Commissione europea e i suoi apparati culturali non rappresentino più i popoli, ma solo una visione ideologica scollegata dalla realtà. Il denaro dei contribuenti viene utilizzato non per rispondere alle emergenze reali dell’Europa – come la denatalità, il lavoro o la crisi energetica – ma per sostenere una rete accademica e associativa che alimenta una retorica unica sull’immigrazione.
In un’Europa dove la dissidenza culturale è silenziata e dove si premia solo chi si allinea a un certo pensiero, questi milioni appaiono come l’ennesima prova di un progetto politico che ha perso il contatto con le proprie radici.