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Meloni smaschera Macron: l’Italia non si fa trascinare in guerra

18 Mag 2025 - Italia

Il vertice dei “volenterosi” si trasforma in un teatrino di propaganda bellica. Meloni rifiuta l'invito a un club guerrafondaio e smaschera le manovre di un Macron sempre più isolato, in patria e in Europa.

Meloni smaschera Macron: l’Italia non si fa trascinare in guerra

La verità dietro l’esclusione dal “vertice dei volenterosi”

A Tirana, mentre i leader europei si riunivano nel consueto circolo ristretto fatto di sorrisi forzati e promesse irrealizzabili, Giorgia Meloni ha scelto la strada della coerenza e della dignità nazionale: nessun italiano verrà mandato a combattere – e magari morire – in Ucraina per l’ego ipertrofico di Emmanuel Macron.

L’esclusione dell’Italia dal cosiddetto “formato ristretto” – dove Macron, Starmer, Merz e Tusk hanno fatto passerella insieme a Zelensky – non è stato un incidente diplomatico, ma una presa di posizione chiara e limpida della premier italiana. L’Italia non si presta a operazioni mediatiche di propaganda bellica, né accetta diktat da chi cerca di guadagnare consensi interni sfruttando il conflitto russo-ucraino.

Macron, l’avvoltoio della guerra

Emmanuel Macron è oggi il presidente più impopolare di Francia, schiacciato dalle rivolte sociali, indebolito politicamente e in balìa dei sondaggi che danno Marine Le Pen in costante ascesa. La sua strategia? Trasformarsi nel “condottiero d’Europa”, il Napoleone 2.0 che, però, invece di attraversare il Rodano, cerca legittimità politica tra le rovine di Bakhmut.

Invece di lavorare per la pace, Macron getta benzina sul fuoco. Si presenta come paladino ucraino, ma il suo obiettivo è chiaro: creare un asse bellico europeo su misura, estromettendo chi – come l’Italia di Meloni – rifiuta di trascinare l’Europa in una guerra senza fine.

Meloni: «No a guerre altrui, servono serietà e rispetto»

Con parole che sanno di verità, Meloni ha dichiarato:

«Non abbiamo partecipato al formato perché non siamo disponibili a inviare uomini in Ucraina. Su queste cose ci vuole serietà».
Altro che “guerra giusta” o “difesa dei valori europei”: qui si tratta di vite umane e di rispetto per il popolo italiano, che ha già dato troppo e non intende farsi trascinare in un conflitto voluto da altri e che altri dovrebbero fermare.

Il nervosismo dell’Eliseo e le menzogne su cui poggia

Pizzicato e sbeffeggiato sul piano diplomatico, Macron ha reagito con fastidio, accusando la premier italiana di aver diffuso “false informazioni”. Ma le sue parole sono suonate come un tentativo patetico di giustificarsi. Del resto, quando la tua politica estera si regge su finzioni, non puoi permetterti che qualcuno le smascheri.

E mentre Macron cerca di trascinare l’Europa in una nuova escalation, Meloni tiene il punto. Non solo rappresenta la volontà del popolo italiano, ma mostra cosa significa essere statista: difendere l’interesse nazionale e costruire un’Europa dei popoli, non dei giochi di potere di Parigi e Berlino.

Merz incontra Meloni: l’Italia è centrale, non marginale

A fugare ogni dubbio sul presunto isolamento dell’Italia, è stato l’incontro cordiale e costruttivo tra Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Un faccia a faccia che ha dimostrato come Roma resti un attore centrale nei dossier strategici dell’Unione Europea.

Merz ha ribadito l’importanza del contributo italiano nelle scelte che contano, sottolineando la necessità di un’Europa unita ma rispettosa delle sovranità nazionali. Un colpo diretto alla narrazione di Macron, che vorrebbe fare e disfare a suo piacimento, salvo poi scoprire che senza l’Italia non si decide nulla.

L’Italia non è più il cameriere di Bruxelles

L’episodio di Tirana segna uno spartiacque. Non è più il tempo degli inchini servili davanti ai capricci dei leader d’oltralpe. L’Italia di Giorgia Meloni è autonoma, fiera, e non si piega. Non accetta esclusioni, né tantomeno lezioni da un presidente francese che in patria fatica a farsi ascoltare e che all’estero viene ormai guardato con sospetto.

Macron voleva isolare Meloni. Il risultato? È lui ad apparire sempre più solo, mentre cresce in Europa una consapevolezza: serve meno retorica e più responsabilità. Serve meno Macron e più Meloni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Articolo scritto da:
Marzio Brusaglia

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