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Meloni smaschera l’ipocrisia della sinistra: il Manifesto di Ventotene non è l’Europa che vogliamo

19 Mar 2025 - Italia

Meloni affronta le opposizioni alla Camera e smonta il dogma del Manifesto di Ventotene: "Non è l'Europa che voglio". Bagarre in Aula, sinistra in tilt. La Premier elogia Trump: "Leader forte, può portare la pace in Ucraina".

Meloni smaschera l’ipocrisia della sinistra: il Manifesto di Ventotene non è l’Europa che vogliamo

Giorgia Meloni ha parlato oggi alla Camera in vista del prossimo Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. Un intervento deciso, in cui la Premier ha ribadito la sua visione di un’Europa dei popoli e delle identità, lontana dall’utopia dirigista e burocratica del Manifesto di Ventotene. Il suo discorso ha scatenato il caos tra le opposizioni, che si sono dimostrate ancora una volta incapaci di accettare il confronto democratico.

Il dogma della sinistra: chi critica il Manifesto di Ventotene è un eretico

La sinistra considera il Manifesto di Ventotene come un dogma intoccabile, ma la realtà è che si tratta di un testo che teorizza un’Europa senza sovranità nazionale, guidata da un’élite tecnocratica. Giorgia Meloni ha avuto il coraggio di mettere in discussione questo modello, affermando chiaramente: “Questa non è l’Europa che voglio”.

Apriti cielo. Il solo fatto di esprimere un’opinione diversa ha scatenato un putiferio tra i banchi del Partito Democratico. Deputati come Federico Fornaro e Peppe Provenzano hanno iniziato a inveire contro la Premier, incapaci di tollerare che qualcuno osi mettere in discussione la loro Europa. Un atteggiamento che conferma ancora una volta come la sinistra abbia seri problemi con la democrazia e il pluralismo delle idee.

Trump e la via per una pace giusta in Ucraina

Meloni ha poi affrontato il tema dell’Ucraina, rivelando un dettaglio importante: Donald Trump ha avuto una lunga conversazione con Vladimir Putin, durante la quale si è discusso di un cessate il fuoco parziale sulle infrastrutture strategiche.

Un primo segnale di apertura, che dimostra come un leader forte e autorevole possa davvero portare alla pace. “Sosteniamo gli sforzi di Trump”, ha dichiarato la Premier, sottolineando come con lui alla Casa Bianca non si vedranno più scene di debolezza come quelle in Afghanistan. L’Occidente, questa volta, dovrà giocare la sua partita con determinazione, e l’Italia farà la sua parte con proposte concrete.

L’ipocrisia della sinistra sulle spese militari

Tra gli attacchi della sinistra, non poteva mancare il solito mantra: “I soldi alla difesa vengono tolti alla sanità”. Peccato che Meloni abbia smontato questa narrazione con i fatti.

“Quando il presidente Conte era al governo, la spesa per la difesa è passata dall’1,19% all’1,41% del PIL”, ha ricordato la Premier. Nel 2020, in piena pandemia, il fondo sanitario nazionale era 18 miliardi inferiore a quello attuale.

Quindi di cosa parlano oggi i 5 Stelle? Quando erano al governo hanno aumentato la spesa militare, mentre ora fingono di essere antimilitaristi. Un’incoerenza evidente, che mostra come la sinistra e il M5S non abbiano altro da offrire se non propaganda e slogan vuoti.

Europa della difesa: sì, ma senza sacrificare le economie nazionali

Meloni ha poi parlato del piano “ReArm Europe”, un progetto per il riarmo europeo che dovrebbe essere finanziato con l’aumento del debito nazionale. Un’idea che la Premier ha bocciato senza mezzi termini:

  • Sì a un’Europa che investe nella sicurezza, ma senza gravare sui cittadini.
  • No a sacrificare i fondi di coesione per finanziare un riarmo deciso dalla burocrazia di Bruxelles.
  • Sì a una maggiore partecipazione degli investimenti privati, per un’industria della difesa più autonoma e meno dipendente dai diktat dell’UE.

Una posizione chiara, che smaschera ancora una volta l’approccio superficiale e irresponsabile delle opposizioni.

Meloni difende la libertà dei popoli, la sinistra difende solo se stessa

Le reazioni scomposte della sinistra hanno dimostrato una volta di più la loro allergia alle opinioni diverse. Anziché rispondere nel merito, hanno scelto di gridare e interrompere la Premier, come se il Parlamento fosse una loro proprietà privata.

Ma i tempi sono cambiati. Giorgia Meloni ha dimostrato ancora una volta di non piegarsi ai dogmi della sinistra, portando avanti con determinazione una visione di Europa basata sulla libertà, sulla sovranità e sul rispetto delle identità nazionali.

E alla fine, saranno gli italiani a giudicare chi ha una visione concreta per il futuro e chi, invece, sa solo alzare la voce per nascondere il vuoto delle proprie idee.

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