Meloni sfida la mafia: “Nessun cedimento”
10 Feb 2025 - Italia
Le intercettazioni del clan Uditore rivelano la rabbia dei boss contro il governo per il mantenimento del 41 bis. La premier: “Siamo sulla strada giusta, lo Stato non arretra”.

Il governo conferma la linea dura contro la criminalità organizzata
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito con fermezza la posizione del governo nella lotta contro la mafia, riaffermando l’irremovibilità del 41 bis e dell’ergastolo ostativo. La reazione della criminalità organizzata non si è fatta attendere: recenti intercettazioni, emerse nell’ambito di un’indagine sul clan Uditore di Palermo, mostrano il malcontento di alcuni boss per l’intransigenza dell’esecutivo.
Le registrazioni, pubblicate da La Repubblica, svelano conversazioni tra esponenti mafiosi in cui si lamenta l’impossibilità di ottenere alleggerimenti al carcere duro. Un segnale che conferma l’efficacia delle misure adottate.
Le intercettazioni: la frustrazione dei boss
Le conversazioni intercettate rivelano un clima di frustrazione all’interno del clan Uditore. Salvatore Inzerillo, elemento di rilievo nella struttura criminale, esprime chiaramente il disappunto:
“Ora che hanno arrestato Messina Denaro lo potrebbero levare il 41 bis”, segno di una speranza, evidentemente disattesa, di un allentamento delle restrizioni.
Particolarmente esplicite anche le parole di Filippo Filiberto, che si scaglia contro la premier con toni aggressivi:
“Questa Meloni, minchia, parla come una disonorata: ‘Non si cambia niente’. Parla proprio come una disonorata fascista che non è altra… ma come si ci dà il voto ad una come questa?”
A queste dichiarazioni, Inzerillo risponde con amarezza:
“Stanno facendo tutto questo bordello, che più ne fanno e più non lo levano”, ammettendo l’inefficacia delle pressioni sulla politica per ottenere allentamenti sul regime carcerario.
La risposta di Meloni: “Siamo sulla strada giusta”
Giorgia Meloni ha commentato la vicenda con un post sui social, ribadendo l’impegno assoluto del governo nel contrasto alla criminalità organizzata:
“Ho letto le intercettazioni pubblicate da La Repubblica, in cui alcuni boss si scagliano contro di me e il Governo italiano per non aver allentato il carcere duro ai mafiosi. Un’ulteriore conferma che siamo sulla strada giusta. Il nostro impegno nella lotta alla mafia è totale. Il 41 bis e l’ergastolo ostativo restano capisaldi imprescindibili. Nessun cedimento alla criminalità organizzata finché saremo noi a governare l’Italia.”
Una dichiarazione che conferma l’intenzione dell’esecutivo di mantenere una linea di assoluta fermezza, senza lasciare spazio a compromessi o a concessioni.
Il contesto dell’indagine
Le intercettazioni fanno parte di un’inchiesta più ampia sul clan Uditore, un gruppo criminale radicato a Palermo che continua a esercitare influenza su diversi settori, nonostante le numerose operazioni delle forze dell’ordine. Negli ultimi anni, il clan ha cercato di rafforzare il proprio controllo sul settore edilizio e sugli appalti, mantenendo un sistema di gestione illecita delle risorse e tentando di infiltrarsi nel tessuto economico locale.
L’atteggiamento mostrato nelle intercettazioni dimostra come l’organizzazione mafiosa contasse su un possibile allentamento delle misure carcerarie, trovandosi invece di fronte a una chiusura totale da parte del governo.
Conclusioni: lo Stato non arretra
La pubblicazione di queste intercettazioni rappresenta una conferma dell’efficacia della strategia adottata dal governo nella lotta alla mafia. L’irritazione e la frustrazione manifestate dai boss evidenziano che lo Stato sta facendo sentire la propria presenza con misure concrete e intransigenti.
La linea tracciata da Meloni è chiara: la criminalità organizzata non avrà margini di manovra. Il 41 bis e l’ergastolo ostativo rimangono strumenti imprescindibili per impedire ai mafiosi di continuare a esercitare il loro potere anche dietro le sbarre. Un messaggio inequivocabile: lo Stato non arretra.