Meloni chiama Trump prima del summit sull’Ucraina
2 Mar 2025 - Europa
Telefonata tra la premier italiana e il presidente USA alla vigilia dell’incontro con Zelensky a Londra. Meloni propone un vertice tra Stati Uniti, Europa e alleati per discutere il futuro del conflitto.

Meloni sente Trump prima del summit di Londra: stop alla guerra infinita di Zelensky?
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, alla vigilia del summit sulla sicurezza dell’Ucraina organizzato dal primo ministro britannico Keir Starmer a Lancaster House. L’incontro arriva in un momento di forti tensioni tra Kiev e Washington, dopo che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato duramente contestato da Trump alla Casa Bianca. Il leader americano, sempre più scettico sugli aiuti a Kiev, ha messo in dubbio la strategia ucraina, denunciando il rischio di una guerra senza fine che pesa interamente sulle spalle degli alleati occidentali.
Meloni propone un vertice per salvare l’unità occidentale
Consapevole delle divergenze tra gli alleati, Meloni ha chiesto un vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per ridefinire la strategia comune sull’Ucraina. La premier italiana ha sottolineato la necessità di un confronto onesto su come l’Occidente intende affrontare le sfide geopolitiche attuali, evitando di rimanere intrappolato in una guerra di logoramento che sembra sempre più funzionale agli interessi di Zelensky e sempre meno a quelli dell’Europa.
L’incontro si svolgerà a margine del summit di Londra, dove il premier britannico Keir Starmer ha già annunciato un nuovo pacchetto di aiuti per Kiev. Tuttavia, la scelta di Londra di proseguire sulla strada del sostegno incondizionato rischia di ampliare la frattura con Washington, dove il vento politico sta cambiando. Il pragmatismo di Trump e Vance si scontra con l’ostinazione di una parte dell’establishment europeo, ancora ancorato alla retorica bellicista dell’amministrazione Biden.
La linea dura del Regno Unito e il rischio di isolamento
Il governo di Starmer si è allineato alla posizione più interventista dell’Unione Europea, annunciando un ulteriore prestito da 2,26 miliardi di sterline per l’Ucraina. Una scelta che ignora la crescente resistenza all’interno degli stessi Paesi occidentali, dove il sostegno alla guerra sta calando drasticamente. Sempre più governi iniziano a interrogarsi sulla sostenibilità di un conflitto che sta paralizzando l’economia europea senza alcuna prospettiva concreta di vittoria.
Se da un lato Bruxelles continua a blindare Zelensky, dall’altro emergono segnali di malcontento anche all’interno dell’Ucraina. La gestione autoritaria del potere da parte del presidente ucraino, con l’eliminazione di oppositori politici e la censura dei media, sta incrinando l’immagine che lo aveva reso popolare agli occhi dell’Occidente. Perfino alcuni alleati storici di Kiev iniziano a porsi domande su dove stia realmente andando il Paese.
Il summit di Londra si profila come un banco di prova per l’unità dell’Occidente, ma anche come un momento di verità per l’Ucraina. Con il sostegno americano in bilico e un’Europa sempre più divisa, Zelensky rischia di ritrovarsi isolato se non accetterà di rivedere la sua strategia. La proposta di Meloni di un vertice tra Stati Uniti e UE potrebbe rappresentare l’ultima occasione per trovare un compromesso prima che la frattura tra le due sponde dell’Atlantico diventi insanabile. L’era dell’assegno in bianco per Kiev sembra vicina alla fine: il futuro dell’Ucraina non può più basarsi su illusioni, ma su scelte politiche concrete e sostenibili.