Meloni al CPAC 2025: “Europa più forte e sovrana con Trump”
23 Feb 2025 - USA
La premier italiana difende JD Vance, attacca le élite europee e rilancia l’alleanza con gli USA: "Basta globalismo, servono confini e identità".

L’intervento di Giorgia Meloni alla Conservative Political Action Conference (CPAC) 2025 ha rappresentato un momento di grande rilevanza per il consolidamento dell’asse tra i conservatori europei e l’amministrazione Trump. Collegandosi in videoconferenza, la premier italiana ha affrontato i temi cruciali per il futuro dell’Occidente: la difesa della libertà di espressione, la battaglia contro l’ideologia woke, la sovranità nazionale, le relazioni transatlantiche e la necessità di un’Europa più forte e indipendente dalle élite burocratiche di Bruxelles.
Il sostegno a JD Vance e la condanna delle élite europee
Uno dei passaggi più significativi del discorso di Giorgia Meloni è stato il suo deciso sostegno a JD Vance, vicepresidente degli Stati Uniti e uno dei principali artefici della nuova politica estera dell’amministrazione Trump. Vance, nel suo discusso intervento alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, aveva duramente attaccato l’establishment europeo, accusandolo di aver svenduto i propri valori in nome di una retorica progressista astratta e inefficace.
Meloni ha fatto proprie queste critiche, sottolineando come le élite politiche dell’Unione Europea si preoccupino più di promuovere ideologie divisive come il gender e il multiculturalismo forzato piuttosto che difendere i cittadini europei dalla crisi economica e dall’immigrazione incontrollata.
“Se i burocrati europei avessero messo la stessa energia con cui impongono il politicamente corretto nel proteggere i confini e i valori delle nostre nazioni, oggi l’Europa sarebbe molto più forte e rispettata”, ha dichiarato Meloni, guadagnandosi l’applauso della platea conservatrice.
Un’Europa sovrana contro l’agenda progressista
Meloni ha ribadito con fermezza la necessità di un’Europa capace di affermare la propria sovranità senza piegarsi ai diktat delle grandi istituzioni sovranazionali. Ha denunciato la progressiva perdita di autonomia decisionale degli Stati membri, ridotti sempre più a meri esecutori di politiche decise a Bruxelles sotto l’influenza di lobby e think tank vicini alla sinistra globale.
La premier ha poi puntato il dito contro la cultura della censura ideologica, che in Europa si sta traducendo in un attacco sistematico alla libertà di espressione. Ha citato il caso delle leggi contro il cosiddetto hate speech, che vengono usate come strumento per silenziare il dissenso e colpire chi si oppone all’agenda woke.
“Difendere la famiglia naturale, il diritto di esprimere opinioni non conformi e il senso di appartenenza alla propria nazione non è estremismo, è buon senso. Eppure, in troppi Paesi europei queste posizioni vengono criminalizzate con la complicità dei media mainstream”, ha affermato con forza Meloni.
Il rapporto con Trump e il nuovo asse conservatore transatlantico
La premier ha poi affrontato il tema delle relazioni con gli Stati Uniti, ribadendo la sua sintonia con il presidente Donald Trump. Ha elogiato la sua politica incentrata sul rafforzamento dell’identità nazionale, sulla protezione dell’economia interna e sul contrasto al globalismo.
Meloni ha sottolineato come Italia e Stati Uniti abbiano oggi un’opportunità storica per rilanciare la loro cooperazione su basi nuove, affrancandosi dalle imposizioni della tecnocrazia europea e ricostruendo un asse transatlantico basato su valori condivisi.
“Con Trump alla Casa Bianca e governi conservatori in crescita in Europa, possiamo finalmente riportare equilibrio in un mondo in cui per troppo tempo il potere è stato nelle mani di chi voleva distruggere la nostra identità e il nostro futuro”, ha dichiarato la premier.
La questione ucraina e la visione di Meloni sulla politica estera
Uno dei temi più attesi dell’intervento è stato quello della guerra in Ucraina. Meloni ha ribadito il sostegno dell’Italia a Kyiv, condannando la Russia per l’invasione del 2022. Tuttavia, ha anche sottolineato la necessità di una gestione più realistica del conflitto, criticando le strategie imposte da Bruxelles e da alcuni governi europei, che sembrano più orientate alla guerra permanente che alla costruzione di una pace duratura.
“L’Occidente deve rimanere unito nel difendere la sovranità delle nazioni, ma non possiamo accettare che decisioni così cruciali vengano prese da chi non risponde ai cittadini, bensì a interessi economici e ideologici”, ha spiegato Meloni.
Un messaggio di forza per il futuro del conservatorismo
L’intervento di Giorgia Meloni al CPAC 2025 ha dimostrato ancora una volta il ruolo centrale che la premier italiana sta giocando nel panorama politico conservatore internazionale. Con parole chiare e incisive, ha ribadito la necessità di un’Europa più forte, più sovrana e più coraggiosa nel difendere i propri valori.
Il suo discorso è stato accolto con entusiasmo dagli esponenti della destra americana, che vedono in lei una figura chiave per il rilancio del conservatorismo globale. Mentre l’Occidente è attraversato da tensioni politiche e culturali, Meloni si conferma il punto di riferimento per chi vuole difendere l’identità, la libertà e la sovranità delle nazioni contro le derive del progressismo radicale.
Con il nuovo asse Trump-Meloni, il futuro del conservatorismo occidentale appare sempre più solido e proiettato verso una rinascita dei suoi valori fondanti.