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Mattarella fuori tempo: mentre il mondo cerca la pace, lui rilancia lo scontro con Mosca

14 Mar 2025 - Italia

Mentre sempre più nazioni cercano una via diplomatica per fermare il conflitto, il Presidente italiano insiste con la retorica bellicista. Solo Zelensky e alcuni leader UE restano su questa linea. Mosca risponde duramente: “Abbiamo colto la stessa persona mentire”.

Mattarella fuori tempo: mentre il mondo cerca la pace, lui rilancia lo scontro con Mosca

Negli ultimi mesi, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato protagonista di dichiarazioni piuttosto nette contro la Russia, arrivando a tracciare paralleli storici pesanti e accusando Mosca di alimentare una pericolosa retorica nucleare. Ma viene da chiedersi: è davvero questa la strategia più saggia in un momento in cui, a livello internazionale, i toni stanno cambiando e si sta cercando una via d’uscita al conflitto che ha portato gravi danni all’Europa e all’Italia?

Una diplomazia ancorata al passato?

Le recenti dichiarazioni di Mattarella lasciano perplessi. Nel suo intervento a Hiroshima, ha affermato che la Russia si è fatta promotrice di una “rinnovata narrativa nucleare”, sostenendo che Mosca stia instillando l’idea che l’arma atomica possa diventare “uno strumento ordinario nella gestione dei conflitti”. Parole forti, certo, ma che sembrano ignorare l’evoluzione della situazione internazionale.

Non più tardi di qualche mese fa, la retorica occidentale nei confronti della Russia era molto più dura, con una chiusura totale a qualsiasi ipotesi di dialogo. Eppure, oggi il quadro sta cambiando: negli Stati Uniti, con la presidenza Biden ormai alle spalle, si intravedono nuovi scenari politici; in Europa cresce il malcontento per una guerra che ha impoverito le economie nazionali e colpito le imprese; persino la stessa Ucraina ha iniziato a manifestare segni di stanchezza rispetto a un conflitto che sembra non avere sbocchi militari decisivi.

In questo contesto, ci si aspetterebbe che anche i leader europei, Italia inclusa, adeguassero il proprio linguaggio diplomatico. E invece, Mattarella sembra ancorato a una retorica ormai superata, che poco contribuisce agli sforzi per una soluzione negoziata. Solo l’Ucraina di Zelensky, ormai sempre più isolata a livello europeo, e leader senza consenso popolare come Macron sembrano ancora ancorati alla retorica bellicista, ignorando i segnali di una realtà che sta cambiando.

L’attacco della Russia: una risposta a un’Italia schierata?

Le reazioni russe non si sono fatte attendere. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha attaccato duramente il Presidente italiano, accusandolo di “mentire” sulla minaccia nucleare russa e sottolineando come il governo italiano stia cercando di spostare l’attenzione dai propri problemi interni con dichiarazioni aggressive contro Mosca.

Di fronte a queste parole, la Farnesina ha convocato l’ambasciatore russo a Roma, con il ministro Tajani che ha difeso il Presidente definendolo “simbolo di unità nazionale ed europea”. Ma ci si chiede: questa mossa diplomatica era davvero necessaria? O rischia solo di irrigidire ulteriormente i rapporti con Mosca, in un momento in cui altre nazioni stanno cercando di distendere il clima e negoziare una pace?

L’Italia tra ideologia e pragmatismo

Se davvero Mattarella crede nella pace, non dovrebbe forse assumere un atteggiamento più prudente e aperto al dialogo? L’Italia ha sempre avuto un ruolo da mediatore nel Mediterraneo e nei rapporti con l’Est Europa, e questa posizione di equilibrio le ha garantito, nel tempo, importanti vantaggi economici e geopolitici.

Oggi, invece, il nostro Paese sembra schiacciato su posizioni ideologiche che ci isolano da un possibile nuovo corso diplomatico. Il rischio è che, mentre altri governi lavorano per trovare soluzioni pragmatiche, noi rimaniamo fermi su una linea dura che potrebbe non portare benefici concreti né all’Italia né all’Europa.

È tempo di ripensare la strategia?

Mentre nel mondo si discute su come porre fine al conflitto e ricostruire ponti con Mosca, l’Italia sembra incapace di cogliere i segnali di un cambiamento. Mattarella è davvero convinto che la sua linea di scontro verbale possa servire agli interessi italiani? Oppure è il momento di abbandonare le contrapposizioni sterili e lavorare concretamente per un nuovo equilibrio internazionale?

La pace non si costruisce con dichiarazioni incendiarie, ma con diplomazia, pragmatismo e capacità di adattarsi ai nuovi scenari. L’Italia sarà in grado di farlo o continuerà a restare ancorata a un passato che il resto del mondo sta cercando di superare?

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