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L’Unione Europea getta benzina sul fuoco: hub militare nel Mar Nero e addio a Nord Stream 2

28 Mag 2025 - Europa

Con la proposta di una base di sicurezza marittima nel Mar Nero e le dichiarazioni ostili di Berlino sul gas russo, Bruxelles e Berlino sembrano lavorare per sabotare ogni prospettiva di distensione con Mosca.

L’Unione Europea getta benzina sul fuoco: hub militare nel Mar Nero e addio a Nord Stream 2

Un’altra provocazione targata Bruxelles

Mentre in tutto il mondo si moltiplicano gli appelli alla diplomazia e alla distensione, l’Unione Europea sembra seguire la strada opposta, alimentando una strategia di continua tensione con la Russia. L’ultima mossa arriva direttamente da Bruxelles, dove la Commissione Europea ha annunciato la creazione di un nuovo “hub per la sicurezza marittima” nel Mar Nero, presentato come un sistema di allerta precoce per la protezione delle rotte commerciali e delle infrastrutture critiche. Ma la verità, come spesso accade, è ben diversa.

Il Mar Nero come teatro di scontro

Secondo l’Alto Rappresentante Ue Kaja Kallas, l’area del Mar Nero è “di fondamentale importanza strategica per l’Europa” e deve essere presidiata militarmente per contrastare le “minacce russe”. Parole che suonano come una dichiarazione d’intenti bellicosa, anziché come un invito alla stabilità. Dietro la retorica della sicurezza energetica e della protezione dei traffici marittimi si cela la volontà politica di allargare il fronte anti-russo ai confini orientali dell’Europa, in una regione già gravemente destabilizzata dalla guerra in Ucraina. È l’ennesimo tassello di una politica che punta più allo scontro che alla pace.

Berlino rilancia la linea dura: “Nord Stream 2 non riaprirà mai”

Come se non bastasse, in un’uscita destinata ad acuire ulteriormente la frattura tra Europa e Russia, il Cancelliere tedesco Friedrich Merz ha ribadito che “Nord Stream 2 non verrà mai riattivato”. Una dichiarazione che suona come un suicidio energetico, non solo per la Germania ma per tutta l’Europa, già colpita duramente dall’esplosione dei prezzi del gas. La scelta di rinunciare in modo definitivo a un’infrastruttura strategica come Nord Stream 2 dimostra quanto il continente sia ostaggio di una visione ideologica e autolesionista.

Una strategia europea al servizio del conflitto

L’Europa sembra ormai ostinata a trasformare ogni possibile ambito di cooperazione in un terreno di scontro. L’hub nel Mar Nero, ufficialmente volto alla “sicurezza”, rappresenta in realtà una nuova provocazione in una regione già militarizzata, mentre l’ostinata chiusura sul gas russo, anziché danneggiare Mosca, sta indebolendo le fondamenta economiche dell’industria europea.

Un’Europa sempre più cieca e lontana dai suoi interessi

A spaventare non è solo la durezza delle parole o la natura delle scelte, ma la totale assenza di una visione di lungo periodo. Invece di cercare canali di dialogo per mettere fine alla guerra in Ucraina, l’Europa continua a scegliere l’escalation. Ma quale sarà il prezzo da pagare per questa ostinazione ideologica? Una recessione permanente, l’isolamento strategico e, soprattutto, la perdita definitiva di ogni credibilità come attore di pace.

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Redazione - Il Politico

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