Londra riunisce i leader UE per Zelensky, ma l’Europa vacilla
2 Mar 2025 - Mondo
Dopo lo scontro con Trump, l’Ucraina cerca sostegno in Europa. Starmer guida il summit, Meloni invita all’unità, ma la guerra pesa sempre di più sull’Occidente.

Dopo lo scontro senza precedenti tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump, i leader europei tentano di ricucire le crepe di un fronte sempre più fragile. A Londra, più di una dozzina di capi di Stato e di governo si riuniscono per discutere di sicurezza e nuovi aiuti a Kiev, cercando di rimanere in linea con la politica degli ultimi due anni. Tuttavia, il sostegno incondizionato all’Ucraina mostra sempre più segni di cedimento, mentre l’Europa continua a pagarne il prezzo, tra crisi energetica e instabilità economica.
Un’accoglienza teatrale a Downing Street
All’indomani dello scontro alla Casa Bianca, Zelensky è stato ricevuto con tutti gli onori dal primo ministro britannico Keir Starmer. L’abbraccio davanti alle telecamere e la retorica del “siamo al vostro fianco” confermano come Londra continui a puntare sull’Ucraina, nonostante il cambio di amministrazione e il crescente malcontento interno. A riprova dell’impegno britannico, è stato concesso un prestito da 2,26 miliardi di sterline (circa 2,74 miliardi di euro), denaro che – secondo quanto dichiarato – servirà a potenziare l’industria bellica ucraina. Un’operazione che fa sorgere più di una domanda: perché l’Europa deve farsi carico, ancora una volta, dei costi di una guerra che si sta trasformando sempre più in un pantano geopolitico?
Un summit per salvare la narrazione occidentale
Zelensky incontrerà oggi re Carlo III prima di partecipare al summit sulla sicurezza con i principali leader europei, tra cui rappresentanti di Francia, Germania, Italia, Danimarca, Turchia, NATO e Unione Europea. Starmer ha enfatizzato la necessità di “un accordo forte e duraturo che garantisca la pace”, ma il vero tema sul tavolo è un altro: come mantenere un sostegno all’Ucraina in un contesto in cui gli Stati Uniti stanno chiaramente ridimensionando il proprio impegno. La paura di una NATO meno coinvolta e di un’Europa sempre più sola a gestire il conflitto sta diventando tangibile.
Meloni a Londra: realismo o allineamento?
Anche Giorgia Meloni parteciperà al summit e avrà un incontro bilaterale con Starmer. Tra i temi sul tavolo, oltre all’Ucraina, anche la questione delle migrazioni irregolari e la cooperazione nella difesa. La premier italiana ha ribadito la necessità di mantenere l’unità dell’Occidente, sottolineando che “ogni divisione ci rende più deboli”. Tuttavia, il rischio è che questa insistenza su un fronte unito si traduca in una subordinazione agli interessi di altri, con l’Italia e l’Europa costrette a farsi carico di un conflitto che, a conti fatti, sta portando più danni che benefici.
L’ombra di Macron e le paure per la sicurezza europea
Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito la necessità di fermare la Russia, paventando il rischio che l’espansione militare di Mosca si estenda alla Moldavia. Parole che rientrano nella solita retorica emergenziale, ma che non trovano riscontro nei fatti: se c’è un continente che sta uscendo sconfitto da questa guerra, è proprio l’Europa, che ha subito un aumento spropositato dei costi energetici, una perdita di competitività e un peggioramento delle proprie prospettive economiche.
Il monito della NATO: Zelensky deve riaprire il dialogo con Trump
Non è un caso che il segretario generale della NATO, Mark Rutte, abbia consigliato a Zelensky di ristabilire i rapporti con Donald Trump. Il messaggio è chiaro: senza il sostegno degli Stati Uniti, il progetto di un’Ucraina che resiste all’invasione russa è destinato a sgretolarsi. A Londra si parlerà molto di “solidarietà occidentale”, ma la realtà è che l’Europa si trova costretta a raccogliere i cocci di una strategia fallimentare, mentre il mondo si muove in direzioni diverse.
L’Europa può permettersi di continuare così?
Mentre i leader europei si riuniscono per garantire altri miliardi a Kiev, il cittadino medio europeo paga il prezzo di questa guerra con bollette più alte, inflazione e un futuro sempre più incerto. L’illusione di una vittoria dell’Ucraina si scontra con la dura realtà: senza un cambio di rotta e senza un ritorno al dialogo, l’Europa rischia di rimanere incatenata a un conflitto che sta minando la sua stessa stabilità.