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La neo sindaca di Merano Zeller oltraggia il Tricolore: “Mettiamolo via” (Video)

20 Mag 2025 - Italia

La nuova sindaca di Merano, Katharina Zeller, si sfila la fascia tricolore durante la cerimonia di insediamento. Un gesto che per molti rappresenta un vilipendio ai simboli della Repubblica. Fioccano le polemiche: “Atto gravissimo verso l’Italia”.

La neo sindaca di Merano Zeller oltraggia il Tricolore: “Mettiamolo via” (Video)

Merano, la nuova sindaca Zeller si sfila il tricolore: oltraggio all’identità nazionale

Una scena che lascia sgomenti e indignati: Katharina Zeller, appena eletta sindaca di Merano, ha pensato bene di togliersi la fascia tricolore durante la cerimonia ufficiale d’insediamento. Un gesto plateale, deliberato, che non può essere derubricato a “gaffe” o leggerezza. È il segnale chiaro e inequivocabile di un disprezzo verso il simbolo della nostra unità nazionale. Il tutto avvenuto alla luce del sole, davanti alle telecamere, mentre il predecessore Dario Dal Medico cercava invano di mantenere la dignità istituzionale dell’evento.

“Mettiamola via, dai”: il disprezzo che diventa pubblico

La sequenza è lampante. Dopo aver ricevuto la fascia tricolore, Zeller chiede con tono ironico: «Sei sicuro che proprio devo?», per poi rimuoverla con noncuranza e dire: «Mettiamola via, dai». Parole che non possono essere sottovalutate. Nessuna emozione, nessun rispetto per ciò che quella fascia rappresenta: la Repubblica Italiana, lo Stato, la Costituzione. La reazione di Dal Medico, visibilmente contrariato, è stata l’unico atto di rispetto in una sala colma di imbarazzo. «Tu metti quella e io tengo questa», ha replicato, riferendosi alla chiave simbolica della città.

Reazioni politiche: “Un atto gravissimo”

L’assessore provinciale Christian Bianchi ha commentato con parole nette: “Un atto gravissimo verso gli italiani di Merano”. E ha ragione. Il gesto della Zeller non è un semplice capriccio ma un chiaro schiaffo alla componente italiana della città, spesso emarginata in una provincia dove la convivenza etnica è ancora fragile. Luigi Spagnolli, ex sindaco di Bolzano, ha tentato di minimizzare parlando di un “errore di leggerezza”, ma qui non c’è nulla di leggero: c’è una volontà manifesta di delegittimare un simbolo nazionale in nome di un’identità territoriale che, a volte, sfocia nel separatismo.

Una giustificazione tardiva e poco credibile

Di fronte alla valanga di critiche, Zeller ha cercato di metterci una pezza: “Non va interpretato come disprezzo per il tricolore. Lo indosserò con rispetto in tutte le occasioni previste”. Peccato che la prima occasione ufficiale l’abbia già snobbata. Ha poi tentato di cavarsela con un tecnicismo: “In Alto Adige si usa il medaglione con lo stemma della città”. Ma la legge parla chiaro: la fascia tricolore è un obbligo per i sindaci durante le cerimonie ufficiali. E l’insistenza di Dal Medico non era una provocazione, ma un dovere istituzionale.

Un atto politico in piena regola

Katharina Zeller, 38 anni, avvocata, eletta con il 57,4% al ballottaggio, ha riportato la SVP alla guida di Merano dopo anni. Figlia di noti politici autonomisti – Julia Unterberger e Karl Zeller – la nuova sindaca rappresenta la nuova generazione del sudtirolismo più identitario, che non fa mistero di voler ridisegnare i rapporti con lo Stato italiano. E allora quel gesto, quel rifiuto del tricolore, non è solo simbolico: è una dichiarazione politica, un manifesto. Inaccettabile.

L’Italia merita rispetto

Non è una questione ideologica. È una questione di dignità nazionale. Se chi rappresenta le istituzioni repubblicane si permette di disprezzare pubblicamente i simboli dello Stato, allora siamo di fronte a un problema serio. La fascia tricolore non è un costume di scena. È il segno concreto della sovranità italiana. E chi la rifiuta, rifiuta l’Italia.

In un Paese serio, questo gesto avrebbe già portato a interrogazioni parlamentari, a richieste di dimissioni. Ma siamo in Alto Adige, dove certi atteggiamenti vengono tollerati in nome dell’autonomia. È ora di dire basta. L’Italia non è un optional. E il tricolore non si mette “via”. Si porta con onore.

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Articolo scritto da:
AP

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