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La Guerra a Gaza: Una Risposta Israeliana che Sfocia nella Crudeltà

24 Dic 2023 - Approfondimenti Politici

La Guerra a Gaza: Una Risposta Israeliana che Sfocia nella Crudeltà

La situazione a Gaza continua a deteriorarsi in un conflitto che vede Israele e Hamas fronteggiarsi in una guerra che sta lasciando il mondo esterrefatto per la sua intensità e per le conseguenze devastanti sulla popolazione civile. Il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha recentemente ringraziato il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, per il sostegno americano nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU riguardo una risoluzione per rafforzare l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza, una mossa che non prevede un cessate il fuoco nella guerra contro Hamas.

Netanyahu, nel corso di una conversazione telefonica con Biden, ha ribadito la determinazione di Israele a continuare la guerra fino al raggiungimento dei suoi obiettivi, ovvero la distruzione di Hamas e il salvataggio degli ostaggi ancora detenuti nella Striscia di Gaza. Tuttavia, la risposta militare israeliana, che si sta manifestando attraverso bombardamenti incessanti e operazioni di terra, sta sollevando preoccupazioni internazionali per la sua sproporzione e per la crudeltà delle azioni, che stanno colpendo principalmente civili innocenti.

Secondo Hamas, più di 200 palestinesi sono stati uccisi nelle ultime 24 ore, e il Ministero della Sanità di Hamas riporta che gli attacchi di ritorsione israeliani hanno provocato la morte di oltre 20.000 persone, per lo più donne, adolescenti e bambini, e il ferimento di oltre 53.000. Questi numeri, se confermati, rappresentano una tragedia umanitaria di proporzioni inaudite, con interi quartieri di Gaza distrutti e la maggior parte della popolazione costretta ad abbandonare le proprie case.

La risposta di Israele, che giustifica le sue azioni come necessarie per eliminare i “terroristi armati”, sta suscitando indignazione e proteste a livello globale. La comunità internazionale, pur riconoscendo la necessità di Israele di difendersi, è sempre più preoccupata per l’eccessiva brutalità delle operazioni militari e per le gravi conseguenze sulla popolazione civile di Gaza.

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, pur avendo adottato una risoluzione per la fornitura di aiuti umanitari, si è astenuto dal richiedere un cessate il fuoco, lasciando aperta la strada a ulteriori violenze. Questa situazione ha portato le autorità religiose di Betlemme a rinunciare a qualsiasi celebrazione natalizia “inutilmente festosa” in solidarietà con i palestinesi di Gaza, sottolineando la gravità della situazione umanitaria.

In questo contesto, il rischio di una conflagrazione regionale aumenta, con i ribelli Houthi dello Yemen che minacciano di attaccare le navi commerciali nel Mar Rosso in solidarietà con Hamas, e con gli Stati Uniti che sospettano un ruolo dell’Iran nel fomentare le tensioni.

La situazione a Gaza è un monito doloroso della necessità di una soluzione pacifica e duratura al conflitto israelo-palestinese, una soluzione che deve necessariamente passare attraverso il rispetto dei diritti umani e la protezione delle popolazioni civili. La comunità internazionale è chiamata a un impegno più deciso per porre fine a questa spirale di violenza e sofferenza.

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