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La Francia rompe il cordone sanitario: prima vittoria storica del Rassemblement National

- Europa

Per la prima volta nella storia repubblicana, l’Assemblea nazionale francese approva una risoluzione presentata dal partito di Marine Le Pen. Un segnale di svolta geopolitica e di riaffermazione della sovranità nazionale.

La Francia rompe il cordone sanitario: prima vittoria storica del Rassemblement National

📋 Riassunto dell'articolo

Con 185 voti favorevoli e 184 contrari, la Francia approva una mozione del Rassemblement National per chiedere la revisione dell’accordo franco-algerino del 1968, che garantiva privilegi ai cittadini algerini residenti in Francia. La risoluzione, sebbene non vincolante, segna un passaggio storico e geopolitico cruciale per la ridefinizione dei rapporti tra Parigi e Algeri.

Un voto dal significato geopolitico

Con un margine di un solo voto — 185 favorevoli contro 184 contrari — l’Assemblea nazionale francese ha approvato una risoluzione del Rassemblement National volta a rivedere l’accordo del 1968 tra Francia e Algeria. Non si tratta di una semplice mozione parlamentare, ma di un messaggio geopolitico preciso: la Francia vuole riprendere il controllo della propria politica migratoria e delle relazioni con l’ex colonia nordafricana. L’accordo, siglato nel pieno del dopoguerra coloniale, garantiva agli algerini condizioni di soggiorno e di lavoro più vantaggiose rispetto ad altri cittadini stranieri, in virtù di un passato comune che oggi viene riconsiderato come un vincolo anacronistico.

Il significato dell’accordo del 1968

L’accordo franco-algerino del 27 dicembre 1968 nacque con l’obiettivo di regolare i flussi migratori tra i due Paesi, ma col tempo è diventato un meccanismo privilegiato a senso unico. Gli algerini che arrivano in Francia hanno potuto beneficiare di procedure semplificate per ottenere il permesso di soggiorno e il diritto al ricongiungimento familiare. Dal punto di vista sovranista, questo regime ha limitato la capacità della Francia di gestire autonomamente i propri confini, creando un canale preferenziale non giustificato dal diritto reciproco. È questa la visione sostenuta da Marine Le Pen, che da anni denuncia la “dipendenza diplomatica” nei confronti di Algeri.

Marine Le Pen: “Un passo storico per la sovranità francese”

Marine Le Pen ha definito il voto “una vittoria storica” e “un atto di giustizia verso il popolo francese”. La leader del Rassemblement National ha sottolineato come questa sia la prima volta che un testo del suo partito viene approvato dall’Assemblea, rompendo il “cordone sanitario” che per decenni ha isolato il movimento patriottico. La risoluzione è passata anche grazie al sostegno di alcuni deputati dei Républicains, segnale di un’inedita convergenza delle destre sulla difesa della sovranità nazionale e sulla necessità di ristabilire equilibrio nei rapporti con l’Algeria.

Riadattare le relazioni con l’Algeria

L’Algeria ha reagito con durezza, parlando di “provocazione” e “mancanza di rispetto dei trattati bilaterali”. Tuttavia, il contesto internazionale rende questa presa di posizione più fragile di quanto appaia. Parigi da tempo lamenta la scarsa cooperazione di Algeri nel rimpatrio dei clandestini algerini e la gestione opaca dei flussi migratori. In quest’ottica, la mozione del RN può essere letta come un tentativo di riequilibrare le relazioni bilaterali su basi di reciprocità e responsabilità condivisa. Il messaggio è chiaro: la Francia non intende più accettare che la propria politica migratoria sia dettata da accordi obsoleti o da sensi di colpa post-coloniali.

Una svolta politica interna

La vittoria parlamentare del Rassemblement National ha anche un valore simbolico interno. Segna l’ingresso della destra patriottica in una nuova fase politica: non più forza di protesta, ma soggetto in grado di dettare l’agenda del dibattito nazionale. Il voto dimostra che la linea sovranista non è più un tabù. La questione migratoria si fonde con quella geopolitica, e la Francia — attraverso il successo del RN — si riposiziona come Stato consapevole dei propri confini, dei propri interessi e della propria identità.

Un cambio di paradigma

La risoluzione non ha ancora effetto giuridico, ma rappresenta una dichiarazione d’intenti dirompente. La Francia, con il sostegno della nuova destra, sta ridefinendo la propria collocazione internazionale e il proprio rapporto con il Maghreb. La politica estera torna a essere strumento della sovranità, e l’immigrazione viene interpretata come tema geopolitico e non solo sociale. È il segnale di un’Europa che comincia a rivedere i propri equilibri coloniali e a riscoprire il valore della fermezza.

Fonti:

Le Monde
Reuters
Anadolu Agency
RFI

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