La ex maestra di OnlyFans denuncia il padre dell’ex alunno
9 Giu 2025 - Approfondimenti Politici
Elena Maraga querela il padre dell'ex alunno che ha condiviso le sue foto private. Un caso che svela l’ipocrisia di una società ossessionata dalla pornografia ma pronta a condannare chi la subisce.

La denuncia di Elena Maraga contro il padre dell’ex alunno
Elena Maraga, 29 anni, ex insegnante di un asilo parrocchiale a Varago di Maserada (Treviso), è tornata all’attacco a ridosso della vicenda che l’ha vista protagonista nei mesi scorsi. Dopo il clamore suscitato dalla scoperta del suo profilo su OnlyFans – che ha portato al suo licenziamento da parte dell’istituto cattolico in cui lavorava – Maraga ha deciso di passare al contrattacco denunciando il padre di un ex alunno.
Secondo l’ex maestra, l’uomo avrebbe acquistato i suoi contenuti privati dalla piattaforma per poi diffonderli in una chat tra genitori della squadra di calcetto, avviando di fatto quel circolo vizioso di indignazione che ha portato alla sua estromissione dall’insegnamento.
Accuse incrociate e ipocrisie
La denuncia, depositata presso la Procura di Treviso, comprende anche altri tre soggetti accusati di aver pubblicato insulti e diffamazioni online. L’ex insegnante ha inoltre contestato pubblicamente l’ipocrisia di chi “paga per guardare e poi condanna”, sottolineando il corto circuito morale di una società che vive di voyeurismo e indignazione selettiva.
Maraga ha spiegato di non avere alcuna intenzione di tornare all’insegnamento tradizionale, preferendo reinventarsi nel mondo digitale con una nuova società a suo nome. Tuttavia, il dibattito sollevato dal suo caso è ben più ampio e riguarda il rapporto malato che la nostra epoca intrattiene con la sessualità, il corpo e l’immagine.
Una società malata di pornografia
Il caso Maraga non è un’eccezione, ma il sintomo evidente di una degenerazione collettiva: viviamo in una cultura ipersessualizzata dove la pornografia ha cessato di essere un tabù per diventare una norma. Le nuove generazioni crescono in un ambiente dove l’intimità è esibizione, la femminilità è ridotta a contenuto da acquistare e consumare, e il rispetto per la persona è subordinato al prezzo pagato per vederla spogliata. In questo contesto, la pornografia non è più solo un vizio privato, ma un’ideologia pervasiva che disgrega i legami sociali, annulla il senso del pudore e riduce la donna – e sempre più spesso anche l’uomo – a oggetto di godimento compulsivo.
Per comprendere a fondo questa mutazione antropologica è fortemente consigliata la lettura del saggio L’ideologia del godimento di Fabrizio Fratus e Paolo Cioni (qui il link per acquistarlo). L’opera analizza con rigore sociologico e psicologico come la pornografia si sia trasformata in un’arma culturale nelle mani del mercato e del potere, capace di distruggere la coscienza individuale e la tenuta morale delle società occidentali. Non si tratta di moralismo, ma di una necessaria presa di coscienza: senza un argine a questa deriva, il futuro non sarà solo senza educatori, ma senza educazione.