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La Cei rilancia il dibattito sull’aborto: “Difendere la vita è difendere i diritti umani”

29 Nov 2024 - Italia

In vista della 47esima Giornata Nazionale per la Vita, i vescovi italiani denunciano le interpretazioni distorte della legge 194 e il calo demografico: "La vita umana è sacra in ogni fase del suo sviluppo".

La Cei rilancia il dibattito sull’aborto: “Difendere la vita è difendere i diritti umani”

In occasione della 47esima Giornata Nazionale per la Vita, che si celebrerà il 2 febbraio 2025, la Conferenza Episcopale Italiana (Cei) ha voluto riportare al centro dell’attenzione il delicato tema dell’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). Riferendosi al documento vaticano Dignitas infinita, i vescovi italiani hanno sottolineato come alcune interpretazioni della legge 194/78 abbiano nel tempo ridotto, nella coscienza collettiva, la percezione della gravità dell’aborto, trasformandolo in un presunto diritto.

“La difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano – hanno dichiarato i vescovi –. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo”.

Un diritto o una scelta condizionata?

La Cei pone una domanda cruciale: “Il riconoscimento del diritto all’aborto è davvero indice di civiltà ed espressione di libertà?”. I vescovi si interrogano sulla reale libertà della donna quando è costretta a interrompere una gravidanza a causa di problemi economici, sociali o familiari. Secondo le statistiche, infatti, sono spesso le lavoratrici, le single e le immigrate a ricorrere all’Ivg, dimostrando che molte scelte sono frutto di circostanze drammatiche più che di una decisione realmente libera.

Inoltre, la Cei critica l’incompleta applicazione di alcune disposizioni della legge 194, in particolare quelle che dovrebbero offrire alternative e supporto alla donna (articoli 2 e 5). I vescovi esprimono gratitudine verso organizzazioni come i Centri di Aiuto alla Vita, che in 50 anni hanno contribuito a far nascere oltre 280.000 bambini, offrendo sostegno concreto a madri in difficoltà.

Le guerre e la “strage degli innocenti”

Nel messaggio, i vescovi ampliano il discorso alla perdita di vite umane nei contesti di guerra, migrazione e povertà estrema.

“Come nutrire speranza dinanzi ai tanti bambini che perdono la vita nei teatri di guerra, nei tragitti migratori o a causa della fame e delle malattie nei Paesi più poveri? A ciò si aggiunge il dramma di quanti vengono privati del diritto a nascere.”
Questa “strage degli innocenti” è descritta come una ferita etica e sociale che colpisce l’umanità intera, seminando dolore e sfiducia soprattutto nelle nuove generazioni.

Denatalità e l’aumento dei “pets” come surrogato affettivo

Un altro punto centrale del messaggio è l’allarme lanciato sul calo delle nascite. I dati confermano che in Italia, così come in molti Paesi occidentali, si registra un costante declino demografico, con pesanti ricadute sociali ed economiche.

I vescovi osservano, inoltre, come la diminuzione del desiderio di maternità e paternità sia accompagnata da un aumento esponenziale del numero di animali domestici, spesso visti come surrogati affettivi.

“Questo fenomeno appare assai riduttivo rispetto al valore incomparabile della relazione con i bambini”, sottolineano i vescovi, evidenziando il rischio di una società che rinuncia a trasmettere la vita.

Necessità di nuove regole e un’etica condivisa

Per affrontare la crisi demografica, la Cei propone un intervento normativo che renda più semplici le procedure di affido e adozione, limitando al contempo le derive legate alla mercificazione della vita umana e alle pratiche di maternità surrogata.

“Il desiderio di diventare genitori non può trasformarsi in un diritto assoluto che prescinde da ogni valutazione morale”, ammoniscono i vescovi, riferendosi alle tecniche di riproduzione assistita che talvolta superano ogni limite etico.

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