La Camera approva la separazione delle carriere
17 Gen 2025 - Italia
Con 174 voti favorevoli, il provvedimento storico passa al Senato. Nordio: "Un sogno lungo trent'anni". Opposizioni critiche, ma il centrodestra esulta.

Un voto storico alla Camera
La Camera dei Deputati ha dato il via libera alla riforma costituzionale che introduce la separazione delle carriere dei magistrati. Con 174 voti favorevoli, 92 contrari e 5 astenuti, questo primo passo segna l’inizio di un percorso di rinnovamento della giustizia italiana, che ora passa all’esame del Senato per la seconda delle quattro letture previste. La maggioranza ha sostenuto compatta il provvedimento, trovando il supporto di Azione e Più Europa, mentre Italia Viva si è astenuta. Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra hanno votato contro.
Reazioni entusiastiche dalla maggioranza
Carlo Nordio, Ministro della Giustizia, ha definito il voto una “giornata storica” e il coronamento di un sogno lungo trent’anni. Con un chiaro riferimento alla tradizione giuridica dei Paesi anglosassoni, Nordio ha evidenziato che la separazione delle carriere è una pratica consolidata nelle democrazie più avanzate, come quelle di Stati Uniti e Gran Bretagna. Parole di soddisfazione sono arrivate anche da Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, che ha sottolineato come questa riforma non sia contro qualcuno, ma per garantire una giustizia più equa ed efficiente. Tajani ha ricordato che il provvedimento rappresenta un punto cardine del programma di Forza Italia e ha dedicato il successo alla memoria di Silvio Berlusconi, visionario promotore di una riforma organica del sistema giudiziario.
Un momento epocale per il centrodestra
Dal centrodestra arrivano commenti entusiasti. Andrea Delmastro delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia, ha definito questo passaggio un momento epocale, sottolineando che non si tratta solo di mantenere una promessa elettorale, ma di avviare una trasformazione liberale del sistema giudiziario italiano. Francesco Paolo Sisto, viceministro alla Giustizia, ha descritto l’approvazione come una vittoria per il centrodestra, il Parlamento e tutti gli italiani liberi. Anche Licia Ronzulli, vicepresidente del Senato, ha espresso soddisfazione, definendo il voto un passo fondamentale per restituire al Paese una civiltà giuridica degna delle sue tradizioni.
Critiche dall’opposizione e dall’ANM
Dall’opposizione, invece, sono emerse critiche e allarmi. Debora Serracchiani del PD ha accusato la maggioranza di aver portato avanti una riforma “blindata”, priva del necessario confronto. Federico Cafiero De Raho del Movimento 5 Stelle ha sostenuto che la separazione delle carriere rappresenta un attacco all’indipendenza della magistratura e rischia di abbassare il livello di tutela per i cittadini. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha espresso preoccupazione, descrivendo la riforma come un rischio per l’autonomia della magistratura e per il servizio giustizia.
Una riforma per una giustizia più moderna
Nonostante queste critiche, il governo e la maggioranza difendono con forza la riforma, considerandola una risposta alle richieste di milioni di italiani che da anni chiedono una giustizia più efficiente, trasparente e rispettosa dei principi costituzionali. Con l’approvazione finale, si porrebbero le basi per un sistema giudiziario più moderno, dove giudici e pubblici ministeri svolgano i propri ruoli in modo distinto e senza conflitti di interesse.
Verso una svolta epocale
La separazione delle carriere rappresenta un pilastro del programma del centrodestra, che con determinazione prosegue nel processo di trasformazione della giustizia italiana. Ora il testo attende il vaglio del Senato, mentre il dibattito politico e istituzionale si preannuncia ancora acceso. Ma una cosa è certa: questa riforma, voluta fortemente dal governo e dai partiti di maggioranza, segna un momento di svolta che potrebbe ridisegnare il volto della giustizia italiana per i prossimi decenni.