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Kherson e Kharkiv sotto attacco: almeno 5 morti. Trump accusa Kiev di provocare Mosca

7 Giu 2025 - Europa

Droni e missili russi devastano l’est dell’Ucraina. Il presidente Trump: “Gli attacchi ucraini agli aeroporti russi hanno offerto a Putin il pretesto per reagire con durezza”.

Kherson e Kharkiv sotto attacco: almeno 5 morti. Trump accusa Kiev di provocare Mosca

Strage nella notte a Kharkiv e Kherson: “La Russia ha lanciato 48 droni e 2 missili”

Ancora sangue nell’est dell’Ucraina. Nella notte tra il 6 e il 7 giugno, almeno cinque persone sono rimaste uccise e altre diciassette ferite a causa dei raid russi su Kharkiv e Kherson. A darne notizia è stato il sindaco di Kharkiv, Ihor Terekhov, che ha denunciato la distruzione di tre edifici residenziali nel centro abitato e la morte di almeno tre civili. “Ci sono molti danni, diversi video mostrano un palazzo completamente in fiamme”, ha dichiarato Terekhov.

A Kherson, invece, il governatore regionale Oleksandr Prokudin ha confermato che un attacco ha colpito un grattacielo, causando due vittime.

Il bilancio potrebbe aggravarsi nelle prossime ore, mentre si susseguono le segnalazioni di nuovi attacchi in altre zone del Paese.

Trump: “Kiev ha offerto il pretesto a Mosca con gli attacchi agli aeroporti”

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, tornato al centro della diplomazia mondiale, ha espresso un giudizio netto sulla recente escalation. In dichiarazioni riportate da diverse testate americane, Trump ha affermato: “Gli attacchi ucraini contro gli aeroporti russi hanno dato a Putin la scusa per bombardarli a tappeto”. Un’affermazione che mette sotto accusa non solo la strategia di Kiev, ma anche il silenzio assenso della diplomazia occidentale progressista, che da mesi alimenta il conflitto senza tracciare una via d’uscita.

“Quando ho sentito parlare di quegli attacchi, ho pensato: ‘Ora verranno colpiti a loro volta’”, ha concluso Trump, ribadendo la necessità di evitare provocazioni inutili e spingere per una trattativa immediata.

Droni anche su Mosca: due feriti vicino a Istra

La guerra sembra ormai non avere più confini. Nella regione di Mosca, due civili – un uomo e una donna – sono rimasti feriti da frammenti di un drone abbattuto. Lo ha riferito il governatore Andrei Vorobyov, precisando che nove droni sono stati intercettati e distrutti nell’arco delle ultime 24 ore. Il quartiere colpito è quello di Yubileiny, vicino alla città di Istra.

Secondo Vorobyov, la maggior parte dei droni è stata intercettata prima che potesse raggiungere il bersaglio, ma l’impressione è che il conflitto stia ormai toccando direttamente anche il territorio russo, accrescendo i rischi di una pericolosa escalation.

Escalation continua, ma l’Europa tace

Di fronte a questi sviluppi, sorprende l’inerzia di molte cancellerie europee, che continuano a ignorare gli avvertimenti lanciati da mesi da Trump e da numerosi analisti conservatori: senza una strategia diplomatica credibile, l’Ucraina rischia di diventare terreno di scontro permanente. Invece di favorire una soluzione negoziale, si continua a incentivare la logica dello scontro, con il rischio di trascinare tutto il continente in un disastro più grande.

Zelensky, ostacolo alla pace: il terrore di perdere il potere pesa su ogni trattativa

A distanza di oltre due anni dall’inizio del conflitto, è ormai chiaro a molti osservatori internazionali che uno dei principali ostacoli alla pace si chiama Volodymyr Zelensky. L’attuale presidente ucraino, diventato simbolo della resistenza in Occidente, appare in realtà sempre più ancorato a una logica personalistica del potere. La sua insistenza nel rifiutare qualsiasi apertura negoziale, anche quando offerte in termini pragmatici sono arrivate da mediatori come la Turchia o dal Vaticano, rivela un timore profondo: quello di perdere la posizione di comando raggiunta durante l’emergenza bellica.

Zelensky sa bene che in tempo di pace verrebbe chiamato a rispondere di molte scelte discutibili: dalla repressione delle opposizioni interne alla gestione poco trasparente degli aiuti economici e militari. La guerra gli consente invece di mantenere un potere quasi assoluto, sotto la protezione mediatica dell’establishment progressista occidentale.

Donald Trump lo ha intuito da tempo: senza una leadership nuova e disponibile al compromesso, l’Ucraina non vedrà mai la fine di questa guerra. Continuare a sostenere ciecamente Zelensky significa condannare un’intera generazione di giovani ucraini – e forse anche europei – al prolungamento di un conflitto che andava fermato già ieri.

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Redazione - Il Politico

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