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Italiani pronti a difendere il Paese: il 44% si dice disposto ad arruolarsi in caso di emergenza

20 Giu 2025 - Approfondimenti Politici

Secondo un sondaggio commissionato dal Ministero della Difesa, cresce il senso d’identità nazionale. I giovani spingono per la cybersicurezza, mentre sale la fiducia in Guido Crosetto.

Italiani pronti a difendere il Paese: il 44% si dice disposto ad arruolarsi in caso di emergenza

Una nazione pronta a mobilitarsi

Il 44% degli italiani sarebbe disposto a vestire la divisa e arruolarsi in caso di estrema necessità. È questo uno dei dati più significativi che emergono dal sondaggio commissionato dal Ministero della Difesa all’Istituto Piepoli e pubblicato oggi da Qn. Si tratta di un segnale importante, che mostra come il senso civico e l’identità nazionale non siano scomparsi nel nostro Paese, ma al contrario sembrino rafforzarsi in un clima internazionale sempre più incerto.

Fiducia nel Ministro Crosetto

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto fa registrare un incremento di 4 punti percentuali nel livello di fiducia, che si attesta ora al 43%. Il gradimento complessivo del suo operato tocca invece il 51%, sommando le valutazioni “molto” e “abbastanza” positive. Una conferma della linea seria e istituzionale tenuta dal ministro, che ha saputo affrontare in maniera pragmatica e trasparente sfide complesse, dal supporto alla sicurezza europea fino al riordino della catena industriale della difesa.

Identità nazionale forte, ma sacrifici selettivi

Il dato più incoraggiante che emerge dall’indagine è forse il legame affettivo degli italiani con la propria nazione: ben il 75% dichiara di sentirsi molto legato all’Italia. Tale sentimento cresce con l’età: si passa dal 67% tra i 18-34enni all’85% tra gli over 55. Tuttavia, quando si parla di sacrifici concreti, la disponibilità varia a seconda delle situazioni: il 72% è pronto a mobilitarsi in caso di disastri naturali, il 65% in caso di pandemia, ma solo il 30% per una guerra.

Libertà personali e sicurezza nazionale

Un altro dato significativo riguarda la disponibilità a sacrificare temporaneamente alcune libertà personali per la sicurezza nazionale. Il 48% degli italiani si dice favorevole, un valore che rivela una coscienza matura della necessità di bilanciare diritti individuali e interesse collettivo in scenari di crisi. Tuttavia, solo il 29% sarebbe disposto a rinunciare a una parte del proprio reddito, confermando che il senso del dovere civile ha limiti quando si tocca il portafoglio.

Difesa e cybersicurezza: giovani protagonisti

Il 45% degli intervistati è favorevole a un aumento dei fondi per la difesa nazionale, una percentuale che sale al 56% tra i giovani dai 18 ai 34 anni. In questa fascia, inoltre, emerge un marcato interesse per la cybersicurezza, con il 49% che identifica in questo ambito una priorità strategica. È il segnale di una generazione che, pur meno incline all’arruolamento tradizionale, riconosce l’importanza della difesa digitale in un’epoca di minacce ibride.

La difesa come garanzia di vita quotidiana

Alla domanda su quanto la difesa militare dell’Italia serva anche a proteggere la propria vita e quella della propria famiglia, il 49% degli italiani ha risposto in modo positivo (tra “molto” e “abbastanza”), mentre il 32% ha dichiarato “poco”. È un dato che dimostra come una parte consistente della popolazione inizi a percepire la sicurezza nazionale non come un tema astratto, ma come un elemento concreto della quotidianità.

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Redazione - Il Politico

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