Istanbul crocevia di pace: si prepara l’incontro che potrebbe fermare la guerra
13 Mag 2025 - Europa
Giovedì 15 maggio il mondo guarda a Istanbul, dove potrebbe tenersi il primo vero incontro tra Russia e Ucraina per una tregua. Erdogan ospite, Zelensky pronto, Trump forse presente. E la speranza di un nuovo inizio.

Una data carica di attesa: 15 maggio a Istanbul
Giovedì 15 maggio potrebbe diventare un giorno spartiacque nella guerra che da oltre due anni lacera l’Europa orientale. A Istanbul, terra storicamente ponte tra Occidente e Oriente, si prepara un incontro che ha tutti i crismi per passare alla storia: colloqui diretti tra Russia e Ucraina, sotto l’egida della Turchia e con il possibile arrivo del presidente americano Donald Trump.
La speranza è che da questo vertice possa scaturire un cessate il fuoco credibile, duraturo e monitorato. Non uno dei tanti, ma il primo passo concreto verso una vera trattativa di pace.
Zelensky guarda alla diplomazia, con un occhio a Trump
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto pronto ad andare in Turchia, ha ringraziato Erdogan per l’impegno diplomatico e ha lanciato segnali distensivi anche verso Donald Trump, definendo “importanti” le sue parole sul cessate il fuoco. “Possiamo cambiare molto”, ha detto, evocando un ruolo centrale del nuovo presidente americano nel favorire l’incontro con Putin.
Dietro queste parole, c’è la consapevolezza che Trump potrebbe garantire a Mosca quelle condizioni minime di sicurezza e rispetto che l’Ucraina, da sola, non riesce a offrire. Zelensky non ha escluso di sedersi al tavolo direttamente con il leader del Cremlino, ponendo però una richiesta chiara: che il cessate il fuoco sia pieno, incondizionato, e abbastanza lungo da rendere credibile una soluzione diplomatica.
Trump: “Ho la sensazione che la Russia accetterà”
Dalla Casa Bianca, Donald Trump ha lasciato intendere che potrebbe volare a Istanbul, tra un incontro e l’altro del suo fitto calendario. “C’è la possibilità”, ha dichiarato, sottolineando il potenziale di quell’incontro e l’importanza della figura di Erdogan come “grande ospite”. Ma ciò che più colpisce è il tono di fiducia con cui ha parlato della disponibilità russa a una tregua: “Ho la sensazione che accetteranno”.
Trump non ha minacciato sanzioni, non ha invocato escalation, ma ha lasciato intendere che la via diplomatica, se sostenuta dai leader giusti, può funzionare. È la sua visione pragmatica e negoziale del mondo a tornare centrale in un’Europa stanca della guerra e sempre più isolata dalle sue stesse contraddizioni.
Il silenzio di Mosca e il nodo del cessate il fuoco
La Russia, per ora, tace. Zelensky ha definito “strano” il mancato riscontro da parte del Cremlino all’invito per l’incontro a Istanbul. Eppure, una telefonata tra i ministri degli Esteri turco e russo – Hakan Fidan e Sergei Lavrov – lascia intendere che i contatti ci siano, anche se lontani dai riflettori.
Da Mosca è trapelata l’indiscrezione che Vladimir Putin starebbe valutando l’iniziativa, mantenendo il riserbo per evitare di mostrarsi debole. D’altronde, la proposta di una tregua di 30 giorni, lanciata da Kiev, è stata bollata come “ultimatum inaccettabile” dai russi. Ma l’ipotesi di colloqui diretti con Kiev in territorio neutro resta sul tavolo, ed è già un cambiamento.
Istanbul può essere l’inizio
A Istanbul si gioca una partita che va oltre l’Ucraina. È la prima occasione concreta, da mesi, per far tacere le armi e riaprire le bocche della diplomazia. Con Erdogan a fare da mediatore e Trump come figura in grado di bilanciare il gioco geopolitico, non è irrealistico sperare che qualcosa si muova davvero.
La guerra ha già causato centinaia di migliaia di morti, milioni di sfollati, il collasso di intere economie e lo stravolgimento delle alleanze globali. Ma ogni guerra, prima o poi, deve finire. E se davvero Putin e Zelensky si incontreranno giovedì 15 maggio, allora la pace potrebbe iniziare da lì.