229 Visualizzazioni

Israele firma la pace con Hamas: finisce la guerra a Gaza

- Medio Oriente

Dopo anni di sangue e distruzione, il governo israeliano approva l’accordo di pace mediato dagli Stati Uniti. Previsti ritiro delle truppe, scambio di ostaggi e apertura dei corridoi umanitari. È l’inizio di una nuova era per il Medio Oriente.

Israele firma la pace con Hamas: finisce la guerra a Gaza

📋 Riassunto dell'articolo

Israele e Hamas hanno firmato un accordo di pace storico che segna la fine della guerra a Gaza. Il governo israeliano, sotto mediazione di Donald Trump, Egitto e Qatar, ha approvato il cessate il fuoco, il ritiro parziale delle truppe, il rilascio degli ostaggi e l’apertura dei corridoi umanitari. L’intesa rappresenta la prima fase di un piano di pacificazione più ampio e apre una fragile ma concreta speranza di stabilità nella regione.

Israele firma l’accordo di pace: la guerra a Gaza è finita

Dopo mesi di bombardamenti, distruzione e migliaia di vittime civili, il governo israeliano ha approvato e firmato l’accordo di pace con Hamas. È la fine di una guerra che ha sconvolto il Medio Oriente e commosso il mondo intero. Con il voto favorevole del gabinetto di sicurezza, il cessate il fuoco è entrato ufficialmente in vigore: i cannoni tacciono, e nelle città devastate inizia a farsi spazio un fragile ma prezioso silenzio di tregua.
L’accordo, frutto di settimane di negoziati condotti sotto la mediazione di Stati Uniti, Egitto, Qatar e Turchia, rappresenta la prima fase di un piano più ampio che punta non solo alla fine delle ostilità ma anche alla definizione di un percorso politico stabile per Gaza. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dovuto affrontare un voto complesso, con parte della sua coalizione — in particolare i ministri dell’ala più radicale — schierata contro il compromesso. Nonostante ciò, la pace ha prevalso, aprendo la via a una nuova stagione di dialogo.

Il cessate il fuoco immediato e il ritiro delle truppe

La prima clausola, e la più attesa, riguarda il cessate il fuoco immediato. Israele ha accettato di fermare tutte le operazioni militari e di ritirare le proprie forze dalla Striscia di Gaza entro ventiquattro ore dalla firma. Il ritiro non sarà totale ma si limiterà fino alla cosiddetta linea gialla, una fascia di sicurezza tracciata lungo il perimetro nord e centro della Striscia, che segna il confine tra le aree di sicurezza israeliane e il territorio amministrato palestinese.
Questo movimento delle truppe sarà supervisionato da un’unità mista composta da militari israeliani e osservatori internazionali, per evitare violazioni o scontri accidentali nelle aree di confine. Il ritiro progressivo segna la fine di una presenza militare che per mesi ha mantenuto Gaza sotto assedio, riportando la speranza anche in quelle zone devastate dai raid.

Il rilascio degli ostaggi e la speranza delle famiglie

Il secondo punto dell’accordo riguarda il rilascio di tutti gli ostaggi vivi ancora detenuti da Hamas. Si tratta di uomini, donne e bambini — israeliani e stranieri — rapiti durante gli attacchi e le incursioni dei mesi scorsi. La loro liberazione dovrà avvenire entro settantadue ore dal completamento del ritiro israeliano.
Le operazioni saranno condotte sotto la supervisione della Croce Rossa Internazionale e dovranno svolgersi in luoghi neutrali, senza esposizione mediatica o celebrazioni propagandistiche. Ogni ostaggio liberato sarà immediatamente trasferito in Israele per ricevere cure mediche e sostegno psicologico.
Per i familiari, che da mesi attendono con angoscia notizie dei propri cari, la firma dell’accordo rappresenta un sollievo impensabile fino a pochi giorni fa: la speranza, finalmente, diventa realtà.

Lo scambio dei prigionieri palestinesi

Come contropartita, Israele procederà alla liberazione di circa duemila prigionieri palestinesi, molti dei quali detenuti senza processo. È una concessione dal forte valore simbolico, che mira a ridurre le tensioni e a favorire un clima di riconciliazione.
Tuttavia, alcune figure politiche di spicco — tra cui Marwan Barghouti — non saranno incluse nella lista dei rilasci. Una decisione che riflette la necessità di Netanyahu di mantenere il fragile equilibrio interno alla sua coalizione e di evitare ulteriori polemiche con le componenti più conservatrici del governo.

Apertura dei corridoi umanitari e aiuti internazionali

Una delle priorità dell’accordo è l’apertura dei corridoi umanitari verso la Striscia di Gaza. Dopo mesi di carestia, blackout e ospedali distrutti, convogli di aiuti stanno finalmente attraversando i valichi di Rafah e Kerem Shalom. Acqua potabile, alimenti, medicinali e carburante stanno arrivando grazie al coordinamento con le organizzazioni umanitarie.
Per garantire il corretto flusso e la sicurezza dei trasporti, verrà istituito un Centro di Coordinamento Civile-Militare con sede in Israele, che includerà ufficiali israeliani, rappresentanti palestinesi e delegati dei paesi mediatori. Questa struttura gestirà le comunicazioni tra le parti e coordinerà gli interventi nelle aree più colpite.

La forza multinazionale di monitoraggio

Il rispetto della tregua sarà garantito da una missione internazionale di monitoraggio composta da circa duecento militari statunitensi, egiziani, qatarioti e turchi. Questa forza congiunta avrà il compito di osservare il rispetto dell’accordo, verificare il ritiro israeliano e segnalare eventuali violazioni direttamente alle Nazioni Unite.
È un elemento di garanzia cruciale, poiché la fiducia tra Israele e Hamas rimane minima dopo anni di conflitti, rappresaglie e accuse reciproche. La presenza di forze neutrali rappresenta quindi una base concreta per consolidare la tregua e favorire un ritorno graduale alla normalità.

Reazioni internazionali e voce della speranza

La notizia della pace ha fatto il giro del mondo in poche ore. A Gaza, le strade si sono riempite di persone che, tra lacrime e canti, hanno accolto l’annuncio come la fine di un incubo. In Israele, la gioia per la liberazione degli ostaggi si mescola alla prudenza e alla consapevolezza che la pace dovrà essere costruita giorno per giorno.
Donald Trump, che ha avuto un ruolo decisivo nella mediazione, ha parlato di “una vittoria della diplomazia americana e del coraggio israeliano”. Netanyahu ha dichiarato che “la forza non è solo nei missili ma nella capacità di saper fermarsi quando è giusto farlo”.
Anche il segretario generale dell’ONU ha espresso ottimismo, definendo la tregua “un passo storico verso una stabilità possibile”. L’Unione Europea ha promesso sostegno economico immediato per la ricostruzione di Gaza, mentre i governi di Egitto e Qatar hanno annunciato una nuova conferenza di pace entro fine anno.

Le incognite del futuro e il lungo cammino verso la pace

Nonostante l’euforia, la pace resta fragile. L’accordo firmato è soltanto la prima fase di un percorso che dovrà affrontare questioni cruciali: la smilitarizzazione di Hamas, la governance di Gaza, il ritorno degli sfollati e la sicurezza dei confini israeliani.
I prossimi negoziati, previsti al Cairo, dovranno definire un nuovo assetto politico per la Striscia, con la possibile partecipazione di rappresentanti dell’Autorità Palestinese. Anche la verifica del rilascio degli ostaggi e dei prigionieri, e la gestione dei punti di accesso umanitario, rappresentano sfide complesse che richiederanno cooperazione e pazienza.
Eppure, nonostante le incognite, oggi il mondo assiste a un momento che resterà nella storia: Israele e Hamas hanno firmato un accordo che pone fine alla guerra e restituisce un futuro, seppur incerto, a milioni di persone.

Fonti

Reuters – Israel and Hamas sign Gaza ceasefire and hostage deal

The Guardian – First phase of ceasefire deal to end war in Gaza agreed by Israel and Hamas

AP News – World leaders express hope after Israel and Hamas agreed to first phase of plan to end Gaza war

TIME – Israel and Hamas Have Agreed to the ‘First Phase’ of a Peace Deal

The Washington Post – Israeli ministers approve Gaza ceasefire, but tougher talks loom

ANSA – Scatta il cessate il fuoco a Gaza, il governo israeliano approva l’accordo

Sky TG24 – Gaza, pace tra Israele e Hamas: firmata la tregua

Rai News – Israele e Hamas firmano la pace, via al rilascio degli ostaggi

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tag: , , , ,
Articolo scritto da:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per rimanere aggiornato/a iscriviti al nostro canale whatsapp, clicca qui: