Israele e USA danno l’ultimatum a Hamas: ostaggi liberi o guerra
12 Feb 2025 - Medio Oriente
Netanyahu avverte che la tregua finirà sabato a mezzogiorno se Hamas non rilascerà gli ostaggi. Trump sostiene la linea dura e propone un piano per Gaza. L’Idf pronta a riprendere l’offensiva.

Israele e Stati Uniti alzano la pressione su Hamas, con un chiaro ultimatum: se entro sabato a mezzogiorno i rapiti non saranno rilasciati, la tregua terminerà e l’operazione militare nella Striscia di Gaza riprenderà con forza. La decisione, sostenuta dal presidente Donald Trump e dal governo di Benjamin Netanyahu, segna un punto di svolta nella crisi mediorientale.
Netanyahu: “Se Hamas non libera gli ostaggi, riprenderemo a combattere”
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che il gabinetto di sicurezza ha deciso all’unanimità di rispondere con la forza se Hamas non rispetterà l’ultimatum. “Abbiamo accolto con favore la richiesta del presidente Trump affinché i nostri ostaggi siano liberati entro sabato a mezzogiorno, così come la sua visione per il futuro di Gaza”, ha scritto Netanyahu su X.
Tuttavia, il premier non ha specificato il numero esatto di ostaggi che Israele si aspetta vengano rilasciati. Secondo fonti vicine all’esecutivo, la leadership israeliana intende sfruttare la pressione internazionale generata dalla chiara posizione di Trump per costringere Hamas a cedere.
Trump sostiene Israele e propone un piano per Gaza
Il presidente Donald Trump ha ribadito con fermezza l’ultimatum durante un incontro alla Casa Bianca con il re giordano Abdallah II. “Hamas sta giocando con il fuoco, ma penso che alla fine capiranno”, ha dichiarato Trump, lasciando intendere che Washington è pronta a sostenere qualsiasi azione di Israele per sradicare il terrorismo dalla Striscia.
Trump ha inoltre proposto un piano di sviluppo per Gaza, con l’obiettivo di trasformarla in una regione prospera e pacificata. Il progetto prevede una gestione più efficace della Striscia, con il coinvolgimento di partner arabi, per garantire stabilità e sicurezza. Tuttavia, alcuni leader regionali, tra cui il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, sembrano titubanti nel concedere il proprio appoggio.
Israele prepara l’esercito: possibili nuove operazioni
L’Idf ha già iniziato a rafforzare il proprio dispiegamento militare attorno a Gaza, richiamando riservisti e predisponendo piani operativi per un eventuale ritorno al conflitto. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha chiesto un’azione ancora più decisa, dichiarando che “se gli ostaggi non saranno rilasciati entro sabato, Israele dovrà aprire le porte dell’inferno per Hamas”.
Secondo Smotrich, Israele dovrebbe interrompere qualsiasi fornitura alla Striscia, inclusi elettricità, acqua e carburante, e portare avanti un’occupazione totale del territorio, in linea con la strategia di Trump. L’obiettivo è smantellare definitivamente l’infrastruttura terroristica di Hamas e garantire sicurezza ai cittadini israeliani.
Hamas rilancia: “Israele rispetti l’accordo”
Da parte sua, Hamas ha accusato Israele di non rispettare i termini del cessate il fuoco e ha dichiarato che non procederà con il rilascio degli ostaggi se Tel Aviv non manterrà gli impegni presi. Mahmud Mardawi, esponente dell’ufficio politico di Hamas, ha affermato che Netanyahu deve attuare l’accordo “parola per parola” per evitare una nuova escalation.
Nel frattempo, il Forum dei familiari degli ostaggi ha esortato il governo israeliano a concludere le trattative nel più breve tempo possibile. “Non possiamo permettere che i nostri cari restino in cattività, il tempo stringe”, hanno dichiarato in un comunicato, mentre a Tel Aviv si sono svolte manifestazioni per chiedere un’azione immediata.
Le tensioni tra Stati Uniti e mondo arabo
Il piano di Trump per Gaza non è stato accolto con entusiasmo da alcuni partner regionali. Il re Abdallah II ha invitato alla prudenza, sottolineando che è necessario aspettare la proposta egiziana prima di prendere decisioni definitive. Anche l’Egitto ha espresso preoccupazioni, tanto che un incontro tra Trump e al-Sisi, inizialmente previsto per discutere la situazione, è stato sospeso a tempo indefinito.
Nonostante le tensioni, Trump si è mostrato fiducioso, affermando che la sua amministrazione riuscirà a trovare una soluzione con il Cairo per garantire ai palestinesi “una vita migliore altrove”. Il presidente ha assicurato che “alla fine avrete la pace in Medio Oriente”, ribadendo il proprio impegno a trasformare Gaza in un’area di sviluppo economico e stabilità.
Verso un nuovo capitolo della guerra?
L’ultimatum imposto da Israele e Stati Uniti lascia Hamas con poche opzioni: accettare il rilascio degli ostaggi o affrontare un’escalation militare senza precedenti. La posizione decisa di Netanyahu e il sostegno di Trump rafforzano la determinazione di Israele a non fermarsi fino alla sconfitta definitiva del terrorismo nella Striscia.
Le prossime ore saranno decisive per il destino del conflitto. Mentre la comunità internazionale osserva con attenzione, il mondo arabo si trova di fronte a una scelta: sostenere l’azione israeliana per eliminare Hamas o opporsi, rischiando un deterioramento delle relazioni con Washington.