Israele bombarda Gaza: almeno 60 morti. Missili anche dallo Yemen
14 Mag 2025 - Medio Oriente
Attacchi a tappeto nel nord della Striscia, colpito anche il campo profughi di Jabalya. Intercettato un missile lanciato dagli Houthi. Le Idf avvertono: "Lasciate i porti yemeniti".

Strage nella Striscia: almeno 60 morti sotto le bombe israeliane
È un nuovo bagno di sangue quello che si sta consumando nella Striscia di Gaza. Dalle prime ore di questa mattina, le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno lanciato pesanti attacchi aerei, causando – secondo fonti mediche citate dall’emittente Al Jazeera – almeno 60 vittime. Il bilancio provvisorio include almeno 50 morti nella parte settentrionale della Striscia, in particolare nel campo profughi di Jabalya, già teatro di precedenti bombardamenti e tristemente noto per la sua densissima popolazione civile.
Le immagini che filtrano da Gaza parlano di palazzi sventrati, corpi estratti dalle macerie e ospedali al collasso. La popolazione, già allo stremo dopo mesi di guerra, vive ormai in uno scenario di devastazione permanente, mentre la comunità internazionale continua a oscillare tra appelli diplomatici e sostanziale inazione.
Minaccia yemenita: intercettato missile diretto verso Israele
Come se la tensione non fosse già al massimo, le sirene d’allarme antiaereo sono risuonate anche a Gerusalemme e in altre zone centrali d’Israele. Poco dopo, le Idf hanno confermato su X di aver intercettato un missile lanciato dallo Yemen, verosimilmente da postazioni controllate dai ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran.
Non è la prima volta che il conflitto israelo-palestinese si trasforma in una miccia per l’intera regione: gli Houthi, già attivi con droni e razzi nel Mar Rosso, sembrano voler alzare il livello dello scontro portando il conflitto direttamente sul suolo israeliano.
Idf ai civili yemeniti: “Lasciate immediatamente i porti”
In risposta all’intensificarsi delle minacce dallo Yemen, il portavoce militare israeliano Avichay Adraee ha diramato un messaggio chiarissimo via social: i civili dovrebbero allontanarsi dai porti di Ras Isa, Hodeidah e Salif, aree sotto controllo degli Houthi.
“Il regime terroristico degli Houthi utilizza questi porti per scopi militari e per lanciare attacchi contro Israele. Per la vostra sicurezza, evitate queste zone fino a nuovo avviso”, si legge nell’avvertimento, che replica quello già lanciato domenica. Il timore è che Israele possa pianificare attacchi preventivi anche in territorio yemenita, ampliando così un conflitto regionale già fin troppo instabile.
Escalation pericolosa: il rischio di un conflitto su più fronti
La giornata odierna conferma un’escalation multipla: Gaza viene martellata senza sosta, il fronte yemenita si riaccende con i missili, mentre il Libano resta una costante incognita. Tutti segnali che spingono verso una regionalizzazione del conflitto, sempre più incontrollabile.
L’interrogativo ora è chiaro: quanto tempo può ancora passare prima che questa guerra travalichi definitivamente i confini israeliani e palestinesi, trascinando con sé altri Paesi e costringendo le potenze mondiali a un intervento diretto? E soprattutto, chi avrà il coraggio di fermare questa macchina impazzita?