Iran rompe la tregua: due missili su Israele.
24 Giu 2025 - Medio Oriente
Poche ore dopo l’annuncio della tregua mediata dagli Stati Uniti, Teheran lancia due missili contro Israele. La risposta è immediata: l’IDF ha ricevuto ordine di colpire obiettivi in Iran. La tregua è crollata prima ancora di consolidarsi.

Il fragile cessate il fuoco mediato da Trump
La tregua siglata nella notte tra il 23 e il 24 giugno e annunciata con enfasi dal presidente statunitense Donald Trump avrebbe dovuto porre fine, almeno temporaneamente, a dodici giorni di escalation militare tra Israele e Iran. L’accordo, accettato da entrambe le parti, prevedeva l’interruzione degli attacchi aerei israeliani contro le infrastrutture militari iraniane, in cambio della cessazione di ogni lancio missilistico o rappresaglia da parte della Repubblica Islamica.
L’intesa sembrava indicare un possibile punto di svolta nella crisi mediorientale, ma si è rivelata un’illusione geopolitica.
Il lancio dei missili e la rottura dell’equilibrio
Poche ore dopo l’annuncio ufficiale del cessate il fuoco, l’Iran ha lanciato due missili balistici verso Israele. Uno dei vettori ha colpito un complesso residenziale a Beersheba, provocando quattro morti e numerosi feriti. Il secondo è stato intercettato dal sistema Iron Dome, ma il segnale politico è stato inequivocabile: Teheran non intende disarmare.
L’attacco ha rappresentato non solo una palese violazione dell’accordo, ma una sfida aperta al tentativo statunitense di imporsi come mediatore della crisi. Il presidente Trump, che aveva definito la tregua “storica”, non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali dopo l’attacco.
Tel Aviv reagisce: “Riprendiamo l’offensiva”
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha subito dichiarato che l’Iran “ha tradito la parola data” e ha ordinato all’esercito di preparare un attacco diretto su obiettivi iraniani, inclusi quelli nella regione di Tehran. Le forze aeree israeliane si sono rimesse in moto e alcune fonti parlano di operazioni già in corso contro installazioni strategiche iraniane.
Netanyahu ha ribadito che ogni violazione sarà punita con la massima severità, riaffermando che “la sicurezza di Israele non sarà mai affidata a promesse altrui”.
Uno scenario di guerra permanente?
La rapidità con cui è crollata la tregua evidenzia l’estrema volatilità dell’equilibrio in Medio Oriente. Se la diplomazia americana è apparsa spiazzata, l’Europa resta assente, incapace di esercitare alcuna influenza. L’ONU ha chiesto moderazione da entrambe le parti, ma le dinamiche regionali sembrano ormai fuori controllo.
A questo punto, la prospettiva più realistica è quella di un ritorno alla guerra aperta. La tregua, mai realmente radicata sul campo, è già diventata un ricordo. E con essa si allontana l’ipotesi di un negoziato stabile.