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I Patrioti per l’Europa lanciano la sfida da Madrid: “Ora siamo il futuro”

9 Feb 2025 - Europa

I "Patrioti per l'Europa" si consolidano come terza forza a Strasburgo e lanciano da Madrid la loro sfida all'UE. Orbán, Salvini e Le Pen alzano il tiro: "Trump è la svolta, l'Europa deve cambiare rotta".

I Patrioti per l’Europa lanciano la sfida da Madrid: “Ora siamo il futuro”

I leader della destra sovranista europea si sono riuniti a Madrid per un evento che segna un punto di svolta nella politica continentale. I “Patrioti per l’Europa”, divenuti la terza forza nel Parlamento europeo con 86 deputati, hanno lanciato il loro manifesto politico con l’obiettivo di contrastare la deriva tecnocratica di Bruxelles e di imprimere una svolta radicale alle politiche comunitarie.

Sul palco, figure di primo piano come Matteo Salvini (Lega), Marine Le Pen (Rassemblement National), Geert Wilders (Partito della Libertà olandese), Andrej Babiš (ex premier ceco) e Santiago Abascal (Vox), affiancati dal principale artefice di questa nuova alleanza: il primo ministro ungherese Viktor Orbán. Il vertice ha segnato l’inizio di una battaglia politica che si preannuncia determinante per il futuro dell’Europa, con un occhio puntato su Washington e il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump.

Un’alleanza per cambiare l’Europa

I “Patrioti per l’Europa” nascono dall’espansione dell’originario gruppo Identità e Democrazia, con un obiettivo chiaro: riformare l’Unione Europea dall’interno, restituendo ai singoli Stati il controllo sulle proprie politiche economiche, migratorie e sociali. La crescente spinta sovranista minaccia la vecchia élite di Bruxelles, sempre più isolata nei suoi dogmi globalisti e incapace di rispondere alle esigenze dei cittadini europei.

Nel documento congiunto presentato durante l’incontro, i partiti della coalizione hanno criticato la Commissione Europea per la sua gestione fallimentare di dossier chiave come l’immigrazione, la transizione energetica e la regolamentazione economica soffocante. Orbán è stato netto: “Ieri eravamo gli eretici. Oggi siamo la corrente principale… Siamo il futuro”.

Trump e la svolta globale: l’ispirazione per i patrioti europei

Il ritorno di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti rappresenta un’opportunità storica per la destra sovranista europea. Marine Le Pen ha sottolineato come la “rivoluzione Trump” stia già travolgendo gli Stati Uniti e come questa ondata di cambiamento possa rafforzare il blocco conservatore in Europa. Salvini ha rilanciato: “Trump ha dimostrato che il cambiamento è possibile. Difesa dei confini, sicurezza, riduzione della burocrazia e tutela del potere d’acquisto devono essere i capisaldi della nostra rivoluzione europea”.

Non è un caso che lo slogan dell’evento sia stato “Make Europe Great Again”, in chiara assonanza con il celebre “MAGA” trumpiano. Vox, partito organizzatore dell’evento, ha ripreso il motto come simbolo di una nuova fase politica per il continente, nella quale la sovranità degli Stati tornerà a essere il cardine del governo europeo.

Le tensioni con Bruxelles e il nodo del Partito Popolare Europeo

L’evento di Madrid è stato anche un segnale per il Partito Popolare Europeo (PPE), sempre più in bilico tra il vecchio establishment globalista e la nuova spinta sovranista. Salvini ha lanciato un appello agli esponenti del PPE affinché facciano una scelta chiara: “Devono decidere se stare con il passato di Soros o con il futuro di Elon Musk”.

La reazione non si è fatta attendere. Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ha ribattuto che “noi siamo eredi di tradizioni culturali ben più solide”. Tuttavia, il crescente consenso dei Patrioti per l’Europa dimostra che la destra sta conquistando terreno e che il PPE potrebbe trovarsi presto costretto a ridefinire la propria identità politica per evitare l’irrilevanza.

Il nodo dei dazi e l’autonomia europea

Se da un lato l’entusiasmo per Trump è forte, dall’altro resta il tema dei dazi che gli Stati Uniti potrebbero imporre all’Unione Europea. Santiago Abascal ha liquidato la questione dichiarando che “il vero dazio è il Green Deal, che sta distruggendo la nostra economia, insieme alle tasse imposte da Bruxelles e dai governi socialisti”. Più cauto Jordan Bardella, presidente dei “Patrioti”, che ha ribadito che “apprezzare il patriottismo di Trump non significa diventare vassalli degli Stati Uniti”.

Anche Marine Le Pen ha sottolineato l’importanza di preservare la sovranità francese e ha ricordato il ruolo storico della Francia nella nascita degli Stati Uniti, citando il marchese de La Fayette: “La Francia non può essere figlia degli Stati Uniti, perché ne è già la madre”.

Un blocco in espansione

Nonostante l’assenza di AfD, attualmente legato a un gruppo parlamentare distinto, il fronte sovranista continua a espandersi. L’incontro è stato preceduto da una cena strategica con Kevin Roberts, direttore della Heritage Foundation, uno dei think tank conservatori più influenti negli Stati Uniti, a testimonianza dei legami sempre più forti tra la nuova destra europea e l’intellighenzia conservatrice americana.

La strada verso il voto europeo del 2029 è ancora lunga, ma una cosa è certa: il blocco sovranista sta guadagnando consenso e punta a trasformare radicalmente l’assetto politico dell’Unione Europea. Se Bruxelles non ascolterà il grido dei suoi popoli, l’onda patriottica potrebbe travolgere l’attuale sistema, ponendo le basi per un’Europa delle nazioni, più libera, più forte e più sovrana.

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