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Hezbollah lancia 300 missili su Israele, risponde l’IDF

25 Set 2024 - Medio Oriente

Il nord di Israele sotto attacco con oltre 300 missili. L'IDF risponde con raid aerei su obiettivi di Hezbollah, causando centinaia di vittime in Libano. Rischio di escalation regionale.

Hezbollah lancia 300 missili su Israele, risponde l’IDF

Escalation tra Israele e Hezbollah: la notte di attacchi e bombardamenti

Nella notte tra il 23 e il 24 settembre 2024, il conflitto tra Israele e Hezbollah ha raggiunto una nuova fase di intensità. Hezbollah ha lanciato oltre 300 missili contro il nord di Israele, colpendo zone fino a Haifa e costringendo centinaia di migliaia di persone a rifugiarsi nei bunker. Si tratta dell’attacco più esteso contro Israele dal 2023, e, nonostante il sistema di difesa missilistica israeliano abbia intercettato la maggior parte dei razzi, si sono registrati diversi feriti e danni strutturali nelle città del nord.

Hezbollah: Uso di missili avanzati

Hezbollah ha utilizzato missili Fadi-2, noti per la loro lunga gittata e potenza distruttiva, capaci di colpire bersagli strategici in Israele. Anche se molti missili sono stati intercettati, alcuni hanno raggiunto zone abitate, come a Kiryat Bialik, causando lievi ferite a quattro persone. Questo attacco ha messo in luce l’enorme arsenale del gruppo sostenuto dall’Iran, che continua a rappresentare una grave minaccia per la sicurezza israeliana.

Risposta di Israele: Operazione “Northern Arrows”

L’esercito israeliano ha risposto immediatamente lanciando l’operazione “Northern Arrows”, che ha visto l’impiego di massicci raid aerei contro obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano e nella valle della Bekaa. L’IDF ha dichiarato di aver colpito vari obiettivi, inclusi depositi di armi e sistemi missilistici nascosti in abitazioni civili. Le forze israeliane hanno pubblicato immagini che mostrano missili nascosti nei tetti di abitazioni private, sottolineando il rischio per la popolazione civile libanese, spesso utilizzata come scudo umano.

Danni e vittime

Il bilancio delle vittime ha superato i 500 morti, tra cui molti civili, in seguito agli attacchi aerei israeliani su Beirut e altre regioni del sud del Libano. Tra gli obiettivi principali vi erano comandanti di Hezbollah come Ali Karaki, responsabile del fronte meridionale, che però sarebbe sopravvissuto agli attacchi secondo fonti di Hezbollah. Le vittime includono anche bambini e donne, e migliaia di persone sono state costrette a fuggire verso Beirut e la Siria.

Considerazioni strategiche

Dal punto di vista militare, l’escalation rappresenta un pericolo di un conflitto più ampio nella regione. Israele ha l’obiettivo di ridurre significativamente le capacità missilistiche di Hezbollah, mentre quest’ultimo continua a dimostrare la propria capacità offensiva, sostenuta dall’Iran. Gli scontri non solo minacciano la stabilità del Libano, ma rischiano di coinvolgere altri attori regionali, come l’Iran e la Siria, portando a una guerra più ampia.

Le preoccupazioni internazionali sono alte, con gli Stati Uniti che hanno chiesto una de-escalation immediata, mentre l’ONU e diversi paesi mediorientali, come la Turchia e l’Iraq, hanno espresso il timore che l’escalation possa sfociare in un conflitto regionale totale.

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