Una soglia sacra nella notte delle porte
Nella notte in cui si celebra Halloween, simbolo moderno della soglia tra il visibile e l’invisibile, è significativo tornare alla Roma antica e al suo monumento più misterioso: l’Umbilicus Urbis Romae. Questo piccolo ma potente reperto nel Foro Romano rappresentava il “centro” della città, ma anche il punto di contatto tra i mondi. Nella concezione romana, la città era un organismo vivente, animato dalle anime degli antenati e dagli dèi tutelari: attraversare le sue soglie significava entrare in relazione con la memoria collettiva e con la continuità della vita.
Radici antiche: memoria, centro e varco
Secondo la leggenda, Romolo fece scavare nel Foro una fossa circolare dove venivano deposti i primi frutti dell’anno e la terra portata da ogni nuovo cittadino. Questo atto simbolico univa le origini dei singoli alla nascita della città, fondendo l’identità personale con quella collettiva. Proprio in quel punto, l’Umbilicus indicava la comunione fra uomini e dèi, fra il tempo della fondazione e quello della memoria. Alcuni autori antichi collegano l’Umbilicus al “Mundus”, un foro sotterraneo considerato porta verso l’oltretomba, aperto solo in determinati giorni dell’anno, quando gli spiriti dei defunti potevano comunicare con i vivi.
Halloween e il mondo antico: un parallelo contemporaneo
Halloween nasce da tradizioni celtiche come Samhain, ma la sua essenza – la notte delle soglie – attraversa tutta la storia europea. Roma, con i suoi riti come le Lemuria e le Parentalia, celebrava anch’essa l’incontro tra vivi e defunti, con un profondo senso di rispetto e continuità. Laddove oggi il gesto è diventato folclore o intrattenimento, per i Romani era un atto civile e religioso: riconoscere che la città esisteva anche grazie a chi l’aveva preceduta. Così l’Umbilicus Urbis Romae ci parla ancora, ricordandoci che la civiltà si fonda sul riconoscere e attraversare i propri confini invisibili.
Una civiltà che nasce dalle soglie
La Roma antica sapeva che ogni costruzione, materiale o spirituale, aveva bisogno di un centro e di una soglia. Il centro unisce, la soglia collega. L’Umbilicus rappresentava entrambi: era il punto in cui la città trovava se stessa e si apriva al mondo dei padri. In questa notte di Halloween, il messaggio ritorna: non c’è futuro senza memoria, non c’è civiltà senza un luogo dove riconoscere le proprie radici. La soglia è la vera essenza della comunità: ciò che divide ma anche ciò che unisce, ciò che separa ma permette di comunicare.
Verso una nuova consapevolezza
Riscoprire oggi l’Umbilicus Urbis Romae significa riconoscere che le nostre feste, i nostri simboli e persino le nostre paure vengono da lontano. La notte di Halloween può diventare così un’occasione per ritrovare un senso antico: quello della comunione, della memoria e della continuità. L’“ombelico del mondo” di Roma ci insegna che la civiltà non nasce dal consumo o dalla moda, ma dal riconoscere la sacralità del limite e il valore della memoria. Ed è da lì, da quel centro immobile sotto il Foro, che ogni epoca può ripartire per ritrovare se stessa.
Fonti
Wikipedia – Umbilicus Urbis Romae
Wikipedia Italia – Umbilicus Urbis Romae
University of Chicago – Encyclopaedia Romana
City Lights Tours – Mundus Cereris
Randall Packer – Umbilical to the Underworld
Vici.org – Umbilicus Urbis