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Grecia in fiamme: proteste e scontri nel secondo anniversario della strage di Tempe

4 Mar 2025 - Europa

Violente manifestazioni ad Atene e Salonicco per chiedere giustizia per le 57 vittime del disastro ferroviario del 2023. La polizia risponde con lacrimogeni, i media minimizzano. La rabbia popolare cresce anche in Francia e Germania.

Grecia in fiamme: proteste e scontri nel secondo anniversario della strage di Tempe

Un anniversario di rabbia: Atene e Salonicco in rivolta

La Grecia è nel caos. A due anni dal disastro ferroviario di Tempe, che causò la morte di 57 persone, il paese è stato travolto da proteste di massa e violenti scontri con la polizia. Il 28 febbraio 2025, in occasione dell’anniversario della tragedia, uno sciopero generale ha paralizzato trasporti e servizi pubblici, mentre oltre un milione di manifestanti è sceso in piazza in più di 300 città.

Ad Atene, la tensione è esplosa davanti al Parlamento, con lanci di molotov e scontri corpo a corpo tra forze dell’ordine e gruppi di manifestanti incappucciati. La polizia ha risposto con lacrimogeni e granate stordenti, provocando almeno 40 feriti e oltre 120 arresti. Scene simili si sono ripetute a Salonicco, dove la rabbia popolare ha trasformato le strade in un campo di battaglia.

Lo slogan più ripetuto dai manifestanti è stato “Non ho ossigeno”, una frase simbolo attribuita a una delle vittime della strage. Le richieste sono chiare: giustizia per i morti di Tempe e la fine degli insabbiamenti.

Insabbiamenti e complicità: il ruolo dei media

A due anni dalla tragedia, nessun alto funzionario è stato processato e le riforme promesse per migliorare la sicurezza ferroviaria sono rimaste sulla carta. Le rivelazioni su errori e negligenze vengono oscurate dai media, che preferiscono etichettare le proteste come semplice “disordine pubblico” invece di riconoscerne le motivazioni profonde.

I principali giornali e televisioni stanno cercando di minimizzare la portata della rivolta, spostando l’attenzione su altri temi per proteggere il governo di Kyriakos Mitsotakis e, più in generale, le istituzioni europee. Questo atteggiamento sta però aumentando la sfiducia della popolazione, sempre più consapevole della distanza tra il potere politico e le reali esigenze del paese.

Il malcontento dilaga in Europa

Le proteste in Grecia non sono un caso isolato. In Francia, Germania e Paesi Bassi la rabbia popolare sta crescendo contro governi percepiti come inadeguati e sempre più lontani dai cittadini. Il caro vita, l’insicurezza e l’immigrazione incontrollata stanno alimentando la crescita della destra, che guadagna consensi proprio perché sfida il sistema che ha tradito il popolo.

In Francia, il Rassemblement National continua a erodere il consenso di Macron, mentre le proteste contro le politiche economiche e sociali del governo si moltiplicano. In Germania, Alternative für Deutschland (AfD) sta conquistando terreno, nonostante il tentativo dell’establishment di isolarla politicamente. Nei Paesi Bassi, il recente successo elettorale di Geert Wilders ha dimostrato che la popolazione è stanca delle vecchie politiche e chiede un cambiamento radicale.

Un sistema sempre più fragile

L’Unione Europea continua a proclamare stabilità, ma le piazze raccontano un’altra storia. Il dissenso sta crescendo, e gli eventi di Atene sono solo l’ultima scintilla di un malcontento diffuso. I governi di sinistra e di centrodestra moderato, legati a Bruxelles, non riescono più a contenere la protesta popolare.

La Grecia sta mandando un segnale forte: i cittadini non accettano più la manipolazione e l’impunità. Se le élite europee continueranno a ignorare questo grido di protesta, il rischio di un terremoto politico sarà sempre più concreto.

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