115 Visualizzazioni

Governo Meloni: stretta sui migranti in Albania, verso la svolta CPR

11 Feb 2025 - Italia

L’esecutivo accelera sulla trasformazione degli hotspot di Gjadër e Shengjin in Centri di Permanenza per i Rimpatri per aggirare i veti della magistratura. Si studia un decreto legge per blindare il protocollo con Tirana.

Governo Meloni: stretta sui migranti in Albania, verso la svolta CPR

Il governo Meloni è determinato a superare i veti della magistratura e garantire il pieno funzionamento dei centri per migranti in Albania, realizzati grazie all’accordo siglato con il primo ministro Edi Rama. Dopo il vertice politico di venerdì scorso e una riunione tecnica a Palazzo Chigi, l’esecutivo studia una nuova soluzione normativa per aggirare le obiezioni giudiziarie e assicurare il trattenimento degli immigrati nei centri di Gjadër e Shengjin.

Il progetto del governo: da hotspot a CPR

L’ipotesi sul tavolo è quella di trasformare gli attuali hotspot in veri e propri Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR), destinati esclusivamente a migranti irregolari già presenti in Italia e destinatari di un provvedimento di espulsione. Questa scelta consentirebbe di svuotare le strutture di accoglienza sul territorio italiano e velocizzare le procedure di rimpatrio, in linea con la linea di fermezza portata avanti dal governo.

La conversione in CPR potrebbe avvenire tramite un decreto legge, evitando così la necessità di modificare il protocollo con Tirana, che prevede già la presenza di un centro di rimpatrio di piccole dimensioni in Albania. In questo modo, il governo eviterebbe lunghe trattative con la controparte albanese e procederebbe con l’attuazione della misura in tempi brevi.

L’ostacolo della giurisdizione e il nodo Rama

Una delle questioni più delicate resta la giurisdizione albanese sui centri, che, se confermata, costringerebbe a una revisione dell’accordo tra Italia e Albania. Una fonte governativa ha rivelato scetticismo su questa ipotesi, poiché implicherebbe una rinegoziazione con Rama in un momento particolarmente sensibile per il premier albanese, impegnato nella campagna elettorale in vista delle elezioni dell’11 maggio.

Il governo italiano sembra dunque orientato a una soluzione che preservi la sovranità e il controllo italiano sulle strutture, assicurando che i rimpatri avvengano secondo le normative nazionali e senza interferenze da parte di Tirana.

Il braccio di ferro con la magistratura

Dietro questa accelerazione del governo c’è anche il confronto con una parte della magistratura che ha più volte ostacolato il trattenimento dei migranti nei centri, vanificando di fatto l’efficacia del protocollo siglato da Meloni. La strategia del governo è chiara: bypassare gli stop giuridici attraverso un intervento normativo che non lasci spazio a interpretazioni contrarie e che garantisca l’applicazione della legge con la massima rigidità.

Una risposta concreta al problema dell’immigrazione

Il progetto di Meloni e Piantedosi mira a ridurre la pressione migratoria sull’Italia, invertendo la rotta rispetto alla gestione lassista del passato. La trasformazione degli hotspot albanesi in CPR rappresenta un passo decisivo nella strategia del governo per contrastare l’immigrazione illegale e garantire maggiore sicurezza al Paese.

Nonostante le critiche delle ONG e delle opposizioni, l’esecutivo va avanti con determinazione per difendere i confini e dare una risposta concreta agli italiani che chiedono da anni misure più severe contro l’immigrazione clandestina. La partita sui centri in Albania è solo un tassello di una strategia più ampia, che punta a rafforzare le politiche di rimpatrio e a ridurre il numero di arrivi irregolari, riaffermando la linea di fermezza del governo di centrodestra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tag: , , , , , , ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per rimanere aggiornato/a iscriviti al nostro canale whatsapp, clicca qui: