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Giorgia Meloni protagonista al vertice di Sharm

- Medio Oriente

Tra i sorrisi diplomatici e la sabbia del Sinai, Giorgia Meloni si impone come figura chiave del summit per la pace a Gaza. L’Italia, da comprimaria, diventa regista della ricostruzione e del nuovo equilibrio geopolitico nel Mediterraneo.

Giorgia Meloni protagonista al vertice di Sharm

📋 Riassunto dell'articolo

Al vertice di Sharm el-Sheikh, presieduto da Donald Trump e Abdel Fattah al-Sisi, Giorgia Meloni si presenta come protagonista della nuova fase diplomatica per la pace tra Israele e Hamas. L’Italia, pronta a contribuire alla ricostruzione e alla sicurezza di Gaza, riafferma la propria centralità nel Mediterraneo, proponendosi come ponte strategico tra Occidente e mondo arabo.

Volti scoloriti e strategie geopolitiche

Sulla strada che unisce l’aeroporto di Sharm el-Sheikh ai grandi resort affacciati sul Mar Rosso, i cartelloni con l’immagine di Abdel Fattah al-Sisi paiono testimoni silenziosi di un’epoca rimasta inalterata: ingialliti dal deserto, sferzati dalla salsedine marina, resistono come simboli di autorità e propaganda.
Per i turisti — italiani, russi, europei — quella strada è solo transito verso un’estate che si protrae. Ma per chi guarda dall’esterno, diventa il confine fra turismo e diplomazia, fra il miraggio della vacanza e la concretezza del potere. In questo scenario sospeso tra lusso e geopolitica, il vertice di pace che si svolge a Sharm el-Sheikh diventa il palcoscenico su cui si misurano le ambizioni globali.

Un vertice con assenze e presenze strategiche

Il summit di Sharm el-Sheikh, ospitato in un centro congressi blindato, segna una svolta per il Medio Oriente. È il momento atteso per la firma del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, al termine di settimane di trattative condotte dall’Egitto e dal Qatar. Israele e Hamas non partecipano direttamente, ma lasciano che la mediazione internazionale definisca i contorni della pace.
A presiedere il vertice sono Donald Trump e Abdel Fattah al-Sisi, in un tandem che restituisce all’Egitto un ruolo da potenza regionale e agli Stati Uniti la guida diplomatica del nuovo corso. Accanto a loro siedono i leader europei, tra cui Giorgia Meloni, che rappresenta un’Italia pronta a giocare un ruolo da protagonista nella fase post-bellica di Gaza.
La scelta di escludere i rappresentanti diretti delle parti in conflitto consente di mantenere il vertice sotto il controllo delle grandi potenze. È un tavolo politico dove si disegna l’architettura del futuro mediorientale, e dove l’Italia — grazie all’azione della premier Meloni — intende lasciare il proprio segno.

Meloni al centro: l’Italia da comprimaria a player

Giorgia Meloni si presenta a Sharm el-Sheikh con l’obiettivo di spostare l’Italia dal ruolo di spettatrice a quello di protagonista attiva. È lei, fra i leader europei, ad aver mantenuto i contatti più diretti con Washington e con il Cairo, lavorando in parallelo all’amministrazione Trump per la stabilizzazione di Gaza.
Il suo messaggio è chiaro: l’Italia deve esserci, e deve contare. Non più come Paese che si limita a seguire le linee dettate da Bruxelles, ma come potenza mediterranea che rivendica una propria visione strategica, fondata su ordine, sovranità e cooperazione reale. Meloni ha riaffermato che Roma è pronta a contribuire alla ricostruzione della Striscia, alla missione di sicurezza internazionale e al rilancio delle istituzioni civili palestinesi.
Nel suo approccio si fondono idealismo e pragmatismo. Idealismo nella volontà di sostenere un popolo distrutto dalla guerra e di garantire aiuti umanitari concreti; pragmatismo nella consapevolezza che la presenza italiana, civile e militare, rafforzerà anche la proiezione d’influenza nel Mediterraneo allargato. In questo equilibrio tra umanità e potere si riconosce la cifra politica della destra di governo: intervenire, ma con controllo, regole e visione nazionale.

Potere soft e sicurezza mediterranea

Il vertice consente all’Italia di tornare protagonista sul piano del soft power e della cooperazione strutturata. Partecipare alla ricostruzione di Gaza significa acquisire un ruolo costante e riconosciuto nelle relazioni con l’intero blocco arabo. Al tempo stesso, la disponibilità a fornire forze di peacekeeping, sminatori e carabinieri per le missioni europee dimostra la credibilità dell’impegno italiano nella sicurezza.
Meloni, in questo, prosegue la linea di un realismo nazionale: un’Italia che collabora ma non si sottomette, che costruisce ponti ma difende i propri interessi, che guarda alla pace come alla condizione necessaria per il proprio sviluppo e quello dell’Europa.
In un contesto in cui la leadership europea appare frammentata e indecisa, la premier italiana si propone come figura di equilibrio e fermezza. È la stessa visione che l’ha guidata nel sostenere il piano americano per il Medio Oriente: un’idea di stabilità fondata su forza, responsabilità e diplomazia diretta, senza ideologismi e senza complessi di inferiorità verso le grandi potenze.

Le sfide del vertice e la prospettiva italiana

Il vertice di Sharm el-Sheikh non è privo di contraddizioni. L’assenza di Israele e Hamas rende più difficile la traduzione immediata degli accordi in atti concreti. Tuttavia, la presenza dei principali attori globali — dagli Stati Uniti all’Egitto, passando per i Paesi europei — conferisce legittimità e forza politica all’iniziativa.
La premier Meloni si muove in questo quadro con equilibrio e ambizione. Sa che l’Italia, in quanto potenza mediterranea, deve ritagliarsi uno spazio autonomo rispetto alle logiche franco-tedesche. Il suo obiettivo è di costruire un asse operativo tra Roma, Il Cairo e Washington, in grado di garantire stabilità e sicurezza non solo a Gaza ma a tutta la regione.
È una scommessa difficile ma necessaria: un’Italia che torna protagonista non per delega, ma per scelta. Una destra di governo che, pur fedele agli alleati occidentali, non rinuncia alla propria visione sovrana e al proprio ruolo di ponte naturale tra Europa e mondo arabo.

L’Italia torna protagonista nel Mediterraneo

I cartelloni scoloriti di al-Sisi lungo la via che porta ai resort di Sharm el-Sheikh raccontano un’Egitto che sopravvive fra passato e modernità. Ma questa volta, il centro del Mediterraneo parla anche italiano. Giorgia Meloni entra in scena non come comparsa, ma come interprete di una strategia che unisce fermezza e diplomazia, realismo e ambizione.
Il vertice egiziano non è solo un episodio di politica estera: è la dimostrazione che l’Italia può e deve tornare a pesare nella storia del Mediterraneo. Se da questa conferenza nascerà davvero una nuova fase di stabilità per Gaza e per la regione, Meloni potrà rivendicare un risultato storico: aver riportato la politica estera italiana dentro il cuore della grande diplomazia mondiale.

Fonti

AP News – World leaders throw their weight behind the Gaza ceasefire deal
The Guardian – Trump and al-Sisi to chair Gaza peace summit
Reuters – Italy’s Meloni says she has been denounced to ICC for complicity in genocide
The Jerusalem Post – Trump and Sisi co-host peace talks on Gaza
ANSA – Italy will be lead player in Gaza reconstruction, says Tajani
Agenzia Nova – Meloni in Sharm el-Sheikh: the Italian contribution to the Gaza peace plan
Ministero degli Esteri – Tajani: ora una pace vera, l’Italia aiuterà nella ricostruzione

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