Germania e Italia al centro della nuova architettura militare europea
La Germania sta accelerando con decisione la sua corsa al riarmo, ridisegnando gli equilibri della difesa europea. Per la prima volta, Berlino ha scelto di limitare drasticamente la dipendenza dagli Stati Uniti, destinando appena l’8% degli acquisti di armamenti a fornitori americani e concentrando invece il grosso degli investimenti sull’industria continentale. Una scelta che non è soltanto industriale, ma geopolitica: costruire un pilastro militare europeo autonomo, capace di difendere i propri interessi senza restare subordinato all’apparato bellico di Washington.
Un piano di riarmo senza precedenti
La Bundeswehr si prepara a un salto di qualità storico: 26 miliardi di euro sono stati stanziati per la nuova fregata F-127, simbolo della volontà di proiettare potenza marittima; miliardi andranno a corazzati, droni e missili a lungo raggio. Sul fronte aereo, Berlino ha confermato la centralità dell’Eurofighter, piattaforma che unisce industrie chiave come Airbus, BAE e Leonardo. Proprio qui l’Italia non è spettatrice, ma protagonista: Leonardo rappresenta l’ingranaggio che consente a Roma di essere decisiva nei progetti comuni e nel rafforzamento della supremazia tecnologica europea.
Leonardo, il perno italiano della difesa europea
La partecipazione di Leonardo all’Eurofighter e ad altri programmi dimostra che l’Italia non può restare in secondo piano. Leonardo è oggi il campione nazionale che garantisce posti di lavoro, ricerca, tecnologia avanzata e soprattutto peso politico nei tavoli internazionali. In un contesto in cui Francia e Germania cercano di imporsi, Roma deve sfruttare la forza della propria industria per consolidare un ruolo strategico. La partita sul futuro aereo da combattimento FCAS, che vede Parigi tentare di imporre Dassault, dimostra quanto sia cruciale avere un Leonardo forte e riconosciuto come partner imprescindibile.
Il progetto dei carri armati di nuova generazione
Italia e Germania hanno già consolidato un’alleanza di peso con il progetto dei nuovi carri armati di ultima generazione, evoluzione del Leopard, sviluppati da Rheinmetall, Krauss-Maffei Wegmann e Leonardo. Questa partnership è un segnale politico e militare fortissimo: significa che Roma e Berlino vogliono guidare il futuro della guerra terrestre europea, sottraendo centralità ai fornitori d’Oltreoceano e creando una base industriale comune che metta in sicurezza il continente. Non si tratta soltanto di veicoli corazzati, ma di un simbolo della volontà di costruire un’Europa che sappia difendersi da sola.
La frattura con Parigi e la sfida dell’autonomia strategica
La Germania, cercando intese con Svezia e Italia, ha irritato la Francia, che rivendica il ruolo dominante nel programma FCAS. Ma questa tensione non deve essere letta come un ostacolo, bensì come la prova che il baricentro della difesa europea si sta spostando verso un asse Berlino-Roma. Se Parigi continuerà a giocare da solista, rischierà di isolarsi, mentre l’Italia può diventare il partner naturale della Germania nel guidare la nuova architettura militare continentale.
Una sfida che segna il futuro dell’Europa
Dietro i numeri miliardari e i progetti industriali si nasconde la vera posta in gioco: la sovranità militare europea. Un continente che non produce i propri sistemi d’arma resta dipendente e politicamente debole. La scelta di Berlino di puntare sull’industria europea, coinvolgendo partner come l’Italia, rappresenta quindi un atto di rottura con il passato.
Roma deve saper cogliere questa occasione, rafforzando Leonardo e assumendo un ruolo centrale in un processo che non è soltanto industriale, ma identitario e strategico. Perché il futuro della sicurezza europea non passerà dai droni americani o dalle promesse di Washington, ma dalla capacità di Italia e Germania di costruire insieme un arsenale comune che restituisca al continente il controllo del proprio destino.