Gaza, Hamas chiude ai negoziati: Israele prepara nuova offensiva
6 Mag 2025 - Medio Oriente
Bassem Naim: “Impossibile discutere una tregua sotto le bombe e il blocco umanitario”. Le IDF annunciano l’evacuazione di massa e un attacco su vasta scala. Condanna da Parigi, mediazione USA in stallo.

Gaza: Hamas dichiara il fallimento dei negoziati mentre Israele prepara una nuova fase militare
Il clima nella Striscia di Gaza si fa sempre più teso. Bassem Naim, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha dichiarato che i negoziati per una tregua con Israele “non hanno più alcun senso”, riferendosi alla prosecuzione delle operazioni militari e al blocco umanitario in corso. Secondo Naim, in assenza di una cessazione delle ostilità e di un miglioramento delle condizioni per la popolazione civile, qualunque discussione diplomatica risulta priva di fondamento. Ha inoltre rivolto un appello alla comunità internazionale affinché intervenga per porre fine a quello che definisce “un crimine di affamare, assetare e uccidere la popolazione di Gaza”.
L’offensiva annunciata da Israele e la strategia di evacuazione
In risposta al mancato rilascio degli ostaggi e al protrarsi del conflitto, Israele ha annunciato un’accelerazione delle operazioni militari nella Striscia. Il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane, Effie Defrin, ha parlato di un piano “organizzato” che prevede un attacco su vasta scala, accompagnato dallo spostamento di larga parte della popolazione civile verso “aree sicure” all’interno dell’enclave, lontano dalle zone considerate sotto il controllo diretto di Hamas. Secondo Defrin, questa manovra mirerebbe a ridurre le perdite civili, pur segnando un’intensificazione delle operazioni dopo mesi di scontri seguiti all’attacco del 7 ottobre 2023.
Reazioni internazionali: Parigi condanna i nuovi piani israeliani
Le dichiarazioni provenienti da Tel Aviv hanno suscitato reazioni diplomatiche. Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha espresso una “condanna molto ferma” dei piani di evacuazione forzata e intensificazione militare, ritenendoli contrari al diritto internazionale umanitario. Secondo Parigi, la tutela dei civili deve rimanere una priorità inderogabile anche in un contesto di conflitto prolungato.
Mediazione e ostaggi: Washington mantiene aperti i canali con Qatar ed Egitto
Sul fronte delle trattative per la liberazione degli ostaggi ancora detenuti da Hamas, l’amministrazione statunitense mantiene un ruolo attivo. Steve Witkoff, rappresentante del presidente americano Donald Trump per il dossier, ha confermato contatti quotidiani con i principali Paesi mediatori — Egitto e Qatar — oltre che con Israele. Witkoff ha auspicato una possibile svolta in occasione della prossima Festa dell’Indipendenza israeliana, il 14 maggio, pur riconoscendo la complessità dei negoziati.
Tensioni regionali: risposta attesa dopo i raid in Yemen
Nel contesto più ampio del conflitto regionale, si segnala un’escalation anche sul fronte yemenita. Dopo i raid aerei condotti contro obiettivi nel porto di Hodeidah e a Bajil, attribuiti a forze israeliane e statunitensi, un esponente politico degli Houthi, Hezam al-Asad, ha promesso una risposta “dolorosa e imminente”. I raid avrebbero colpito infrastrutture civili, tra cui un cementificio, e causato vittime e feriti. Le autorità israeliane giustificano tali operazioni accusando il porto di Hodeidah di essere un canale per il traffico di armamenti iraniani diretti ai ribelli.
Uno scenario in rapido deterioramento
Mentre il quadro diplomatico si complica e le opzioni negoziali si riducono, la possibilità di un’estensione del conflitto a livello regionale rimane concreta. Le dichiarazioni di Hamas e le nuove mosse israeliane suggeriscono l’imminente avvio di una nuova fase della guerra, con potenziali conseguenze significative sia per i civili coinvolti sia per la stabilità del Medio Oriente.