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Funzionari USA e Europei Denunciano le Azioni di Israele a Gaza

2 Feb 2024 - Mondo

Funzionari USA e Europei Denunciano le Azioni di Israele a Gaza

Oltre 800 funzionari in servizio negli Stati Uniti e in Europa hanno espresso una forte condanna verso le operazioni militari di Israele a Gaza, attraverso una dichiarazione che evidenzia la gravità delle azioni intraprese e le loro conseguenze devastanti sulla popolazione civile.

Una Critica Senza Precedenti

La “Dichiarazione transatlantica”, come è stata denominata, segna un momento di dissenso significativo all’interno dei governi di alcuni dei principali alleati occidentali di Israele. I firmatari accusano Israele di non aver mostrato “alcun limite” nelle sue operazioni militari a Gaza, provocando “decine di migliaia di morti civili prevenibili” e denunciano il “blocco deliberato degli aiuti” che ha messo “migliaia di civili a rischio fame e morte lenta”.

Il Rischio di Complicità in Crimini di Guerra

La dichiarazione solleva preoccupazioni sul rischio che le politiche dei governi occidentali possano contribuire a gravi violazioni del diritto internazionale, inclusi crimini di guerra e potenzialmente pulizia etnica o genocidio. Questo segnale di allarme arriva in un contesto in cui i consigli degli esperti sembrano essere stati ignorati, mettendo in luce la possibilità che le amministrazioni occidentali possano essere complici di “una delle peggiori catastrofi umane di questo secolo”.

Le Voci Ignorate

Uno dei firmatari, un veterano funzionario del governo americano nel campo della sicurezza nazionale, ha condiviso con la BBC il suo disappunto per il “continuo rigetto” delle preoccupazioni espresse da chi conosce intimamente la regione e le sue dinamiche. Questa situazione, secondo il funzionario, rappresenta una complicità attiva in una crisi umanitaria, diversamente da qualsiasi altra situazione precedentemente affrontata.

L’Allarme delle Nazioni Unite

Parallelamente, le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per la situazione a Rafah, descrivendola come una “pentola a pressione della disperazione”. Migliaia di persone stanno fuggendo verso questa città del sud di Gaza, aumentando i timori di una nuova offensiva israeliana. Jens Laerke, portavoce dell’Ufficio dell’Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), ha sottolineato la gravità della situazione, che sembra peggiorare settimana dopo settimana.

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