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Francia, sfiducia storica: cade il governo Barnier

4 Dic 2024 - Europa

Con 331 voti, l'Assemblea Nazionale destituisce il governo Barnier. È la prima mozione di censura approvata dal 1962. Macron parlerà alla nazione mentre la destra si rafforza.

Francia, sfiducia storica: cade il governo Barnier

Francia, il governo di Michel Barnier cade sotto la mozione di sfiducia: primo caso dal 1962

Con 331 voti favorevoli, ben oltre la maggioranza richiesta di 289, l’Assemblea Nazionale francese ha approvato una mozione di sfiducia contro il governo di Michel Barnier. È un evento storico: è la prima volta dal 1962 che un governo in Francia viene destituito attraverso una mozione di censura. Questo risultato segna un punto di svolta nella politica francese, confermando la tendenza di instabilità dei governi sotto la presidenza di Emmanuel Macron.

Il governo di Barnier, esponente dei Repubblicani, ha registrato una durata record per la sua brevità: 2 mesi e 29 giorni. Per confronto, i governi precedenti sotto Macron hanno mostrato una durata progressivamente più corta: Edouard Philippe (3 anni, 1 mese e 18 giorni), Jean Castex (1 anno, 10 mesi e 13 giorni), Elisabeth Borne (1 anno, 7 mesi e 24 giorni) e Gabriel Attal (7 mesi e 23 giorni).

Le accuse al governo Barnier

La mozione di sfiducia è stata presentata congiuntamente dal Nuovo Fronte Popolare (NFP), coalizione di sinistra radicale guidata da Jean-Luc Mélenchon, e dal Rassemblement National (RN), il partito di Marine Le Pen. Entrambe le forze politiche, pur opposte ideologicamente, hanno trovato un terreno comune nella critica alla legge di bilancio proposta da Barnier, ritenuta iniqua e poco attenta ai bisogni dei cittadini.

Durante il dibattito parlamentare, Marine Le Pen ha accusato il governo di “intransigenza, settarismo e dogmatismo”, sottolineando come il Primo Ministro abbia ignorato le opposizioni nel processo di elaborazione delle politiche economiche. “Non vi erano altre soluzioni che questa mozione di censura”, ha dichiarato Le Pen, descrivendo la caduta del governo come “un momento di verità per la Francia”.

Dall’altro lato, Jean-Luc Mélenchon ha descritto la sfiducia come “ineluttabile”, sottolineando come il modello di governance di Macron sia ormai giunto al capolinea. Su X, il leader della France Insoumise ha ironizzato: “Anche con un Barnier ogni tre mesi, Macron non durerà tre anni”.

Macron parlerà alla nazione

Il presidente Emmanuel Macron, appena rientrato da una visita ufficiale in Arabia Saudita, si rivolgerà ai cittadini francesi domani alle 20:00. Nonostante la pressione crescente da parte delle opposizioni, Macron ha ribadito che non intende dimettersi. Secondo l’Eliseo, il presidente è determinato a portare a termine il suo mandato, che scadrà nel 2027.

Il ruolo della destra nella crisi politica

La caduta del governo Barnier evidenzia una crisi profonda nella destra tradizionale francese, incapace di mantenere una posizione stabile e autorevole nel contesto politico. Tuttavia, il Rassemblement National di Marine Le Pen emerge come un attore sempre più centrale, capace di catalizzare il malcontento popolare e di porsi come alternativa al modello macroniano.

Marine Le Pen ha dimostrato di saper sfruttare le fragilità del governo, rafforzando il ruolo del RN come forza determinante nelle decisioni strategiche del paese. La destra sovranista potrebbe quindi trarre vantaggio da questa instabilità, consolidando la propria influenza e ponendosi come pilastro delle future elezioni presidenziali.

Uno scenario di incertezza

La destituzione di Barnier non è solo una sconfitta personale, ma un segnale di debolezza dell’intero sistema politico francese. Con un presidente sempre più isolato e un’opposizione frammentata ma efficace, la Francia si trova a dover affrontare una fase di instabilità senza precedenti. La destra, e in particolare il Rassemblement National, appare pronta a cogliere questa opportunità per affermare la propria visione di un futuro alternativo per il paese.

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