1145 Visualizzazioni

Francamente e l’Inno di Mameli: delirio woke fermato in tempo

11 Feb 2025 - Approfondimenti Politici

La cantante di X Factor voleva modificare l’Inno per renderlo “inclusivo”, poi ha scoperto che sarebbe stato vilipendio alla bandiera. L’ennesimo teatrino woke che merita solo biasimo pubblico.

Francamente e l’Inno di Mameli: delirio woke fermato in tempo

Nel costante tentativo di attirare l’attenzione mediatica attraverso provocazioni ideologiche, la cantante Francamente, nota per la sua partecipazione all’ultima edizione di X Factor, ha scatenato una nuova polemica attorno all’Inno di Mameli. Durante un video pubblicato sui suoi canali social, l’artista ha rivelato di aver considerato l’idea di modificare il testo del nostro inno nazionale per renderlo “più inclusivo”, ritenendo che l’espressione “Fratelli d’Italia” non rispecchi le “diverse identità di genere”.

Il tutto è avvenuto in occasione della finale di Coppa Italia di volley femminile, evento in cui è stata chiamata a eseguire l’inno nazionale. Alla fine, nonostante la volontà di dare il suo personale contributo alla causa woke, ha dovuto ammettere che alterare il testo dell’inno sarebbe stato un gesto di vilipendio alla bandiera e, quindi, un reato.

Il delirio woke contro la tradizione nazionale

Il tentativo di manipolare un simbolo patriottico come l’Inno di Mameli per inseguire le mode dell’inclusività forzata è solo l’ennesima prova della deriva ideologica della sinistra progressista. Non paga della cancellazione della cultura e della riscrittura della storia, ora la propaganda woke vorrebbe anche riscrivere l’inno nazionale in chiave gender-fluid.

Nonostante la cantante abbia poi cantato il testo originale, ha voluto comunque sottolineare il suo “gesto di protesta” attraverso l’abbigliamento e il significato che intendeva dare alla sua esibizione. In altre parole, ancora una volta un artista mediocre cerca di sfruttare la polemica per ritagliarsi uno spazio mediatico, ben sapendo che certe trovate vengono accolte con entusiasmo da una certa parte politica e da media compiacenti.

La reazione del pubblico: basta con queste follie

Le dichiarazioni di Francamente hanno suscitato indignazione e critiche da parte di chi ancora crede nel rispetto della cultura e della tradizione nazionale. Anche dal mondo politico non sono mancate reazioni decise: l’europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri ha commentato duramente su Twitter: “L’inno d’Italia razzista?? Basta! Ci siamo stufati di queste assurdità woke.”
Dichiarazioni come quelle della cantante non sono solo ridicole, ma rappresentano un attacco diretto alla nostra identità nazionale. L’Italia non ha bisogno di lezioni di inclusività da chi sfrutta la lotta ideologica per avere visibilità. L’Inno di Mameli è e rimarrà un simbolo della nostra storia e del nostro popolo, e qualsiasi tentativo di distorcerlo merita solo biasimo pubblico.

Il vento sta cambiando: l’America di Trump dice basta al mondo woke

Se fino a qualche anno fa il pensiero woke sembrava inarrestabile, ora finalmente si intravedono i primi segnali di un’inversione di rotta. E il cambiamento sta avvenendo proprio là dove tutto ha avuto inizio: negli Stati Uniti. Con il ritorno di Donald Trump alla guida della nazione, l’America sta portando avanti una vera e propria rivoluzione contro l’ideologia woke, mettendo fine a politiche che hanno distrutto il merito, minato i valori tradizionali e alimentato una pericolosa propaganda basata sull’identità di genere e sulla censura del dissenso.

Le amministrazioni statali guidate dai Repubblicani stanno smantellando l’influenza woke nelle scuole, nelle istituzioni e nel mondo delle imprese, mentre lo stesso Trump ha dichiarato guerra a questa ideologia tossica, restituendo agli americani il diritto di esprimere liberamente il proprio patriottismo senza doversi piegare alle imposizioni di una minoranza ideologizzata.

Se l’America sta già mostrando i primi segnali di questa rinascita, l’Europa non può rimanere indietro. È tempo di dire basta a queste follie anche nel nostro continente e di riaffermare l’importanza della nostra cultura, della nostra identità e dei nostri valori senza più subire i diktat del pensiero unico progressista.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tag: , , ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per rimanere aggiornato/a iscriviti al nostro canale whatsapp, clicca qui: