“Espresso Macchiato”: stereotipi e offese all’Italia all’Eurovision
23 Feb 2025 - Approfondimenti Politici
Il brano dell’artista Tommy Cash, scelto per rappresentare l’Estonia, ridicolizza la cultura italiana tra mafia, spaghetti e macchiette folkloristiche. Proteste da Codacons e politici: "Inaccettabile, va escluso".

Una canzone che insulta l’Italia
La scelta dell’Estonia per l’Eurovision Song Contest 2025 ha suscitato indignazione e sconcerto in Italia. Il brano Espresso Macchiato del rapper Tommy Cash, noto per il suo stile provocatorio, si è rivelato un concentrato di stereotipi degradanti e offensivi nei confronti della nostra nazione. Con riferimenti alla mafia, alla gestualità italiana ridotta a una macchietta e a immagini grottesche della nostra cultura, questa canzone non è solo di cattivo gusto, ma rappresenta un attacco diretto all’identità italiana.
L’Eurovision si è sempre presentato come un evento che celebra l’inclusività e il rispetto delle culture nazionali, eppure sembra che questo principio valga solo per alcuni Paesi. Quando si tratta dell’Italia, invece, si chiude un occhio e si lascia spazio a rappresentazioni caricaturali che, se rivolte ad altre nazioni, sarebbero considerate inaccettabili.
Una provocazione gratuita e inaccettabile
Nel testo della canzone, si trovano riferimenti come “I’m sweating like a mafioso” (sto sudando come un mafioso) e paragoni tra la vita e un piatto di spaghetti, riducendo l’intero patrimonio culturale italiano a una serie di luoghi comuni ormai logori. Non solo: il videoclip, con immagini grottesche e deformanti, trasmette un’immagine dell’Italia ridicola e priva di qualsiasi profondità culturale.
Il Codacons ha giustamente presentato un ricorso all’European Broadcasting Union (EBU) per chiedere l’esclusione del brano dalla competizione, sottolineando che non si può tollerare un attacco così sfacciato alla dignità nazionale. Anche esponenti della politica italiana, come il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, hanno espresso indignazione, chiedendo che l’Italia prenda posizione con fermezza per difendere la propria immagine internazionale.
Il doppiopesismo culturale dell’Occidente
Questa vicenda mette in luce il doppio standard ormai consolidato nelle dinamiche culturali occidentali. Mentre per altre nazioni viene preteso il massimo rispetto e si condanna qualsiasi forma di rappresentazione stereotipata, quando si tratta dell’Italia tutto sembra lecito. Le stesse istituzioni che censurano brani considerati “culturalmente inappropriati” non trovano nulla di male in una canzone che dipinge gli italiani come mafiosi e macchiette folkloristiche.
L’Italia, una delle più grandi potenze culturali d’Europa, non può accettare di essere ridicolizzata in una competizione musicale di tale portata. Se un brano del genere fosse stato rivolto a una minoranza etnica o a un’altra nazione, le reazioni sarebbero state immediate e la canzone sarebbe stata bandita in poche ore. Ma quando si tratta di colpire l’Italia, tutto viene fatto passare sotto il tappeto con la scusa dell’ironia.
Difendere l’immagine dell’Italia
È necessario che il governo italiano e le istituzioni culturali reagiscano con decisione. Non si tratta di censura, ma di rispetto. L’Eurovision non può diventare un palcoscenico per la denigrazione di intere nazioni.
Gli italiani non devono accettare in silenzio questa provocazione: è ora di esigere il rispetto che ogni grande nazione merita. La cultura italiana è un patrimonio di valore inestimabile, e non sarà certo una canzonetta provocatoria a definirci.