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Elon Musk sfida la burocrazia federale: l’email che l’amministrazione Trump ha scelto di ignorare

25 Feb 2025 - USA

L'email di Elon Musk ai dipendenti pubblici federali scatena tensioni: chi non giustifica il proprio lavoro settimanale "può andarsene". Ma l’amministrazione Trump smorza i toni e ordina di ignorare la direttiva.

Elon Musk sfida la burocrazia federale: l’email che l’amministrazione Trump ha scelto di ignorare

Nel weekend, milioni di dipendenti federali americani hanno ricevuto un’email inaspettata. A inviarla è stato Elon Musk, imprenditore e ora anche a capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE) sotto l’amministrazione Trump. Il messaggio era diretto e perentorio: ogni lavoratore avrebbe dovuto elencare in cinque punti le attività svolte nella settimana appena trascorsa. Chi non avesse risposto, ha avvertito Musk, avrebbe potuto considerarsi fuori.

La reazione delle agenzie governative non si è fatta attendere. Alcune, tra cui l’FBI, hanno ordinato ai propri dipendenti di ignorare l’email, considerandola priva di valore ufficiale. Ora, secondo il Washington Post, l’Office of Personnel Management (OPM) – l’organo che gestisce il personale federale – ha esteso questa direttiva a tutti gli uffici governativi, stabilendo che l’email non ha carattere vincolante.

Efficienza o imposizione del modello aziendale privato?

Musk ha presentato la sua richiesta come un modo per aumentare la produttività della macchina statale, spesso rallentata da un apparato burocratico autoreferenziale. Tuttavia, la sua iniziativa ripropone un modello tipico del management aziendale privato, con regole e parametri che difficilmente si adattano alla natura del servizio pubblico.

Un’amministrazione efficiente è un obiettivo necessario, ma non può essere perseguito attraverso logiche aziendaliste che minano la stabilità e il senso del dovere di chi serve lo Stato. La gestione del bene pubblico non può essere ridotta a metriche di performance estranee alla sua funzione primaria: garantire servizi essenziali con rigore e continuità, senza piegarsi a pressioni manageriali ispirate esclusivamente alla competizione e alla precarizzazione.

La risposta dell’amministrazione Trump

Interrogato sulla questione, Donald Trump ha minimizzato il conflitto, sostenendo che l’idea di Musk sia stata “brillante” e che nessuna agenzia abbia avuto problemi con la sua iniziativa. Tuttavia, la presa di posizione dell’OPM dimostra una strategia ben più cauta da parte dell’amministrazione, che ha preferito non dare seguito alla richiesta del magnate.

Il governo ha tutto l’interesse a rendere la pubblica amministrazione più dinamica e meno dispersiva, ma senza trasformarla in un sistema governato dall’instabilità e dall’imposizione unilaterale. La necessità di un apparato statale efficiente non può giustificare metodi che rischiano di ridurre i dipendenti pubblici a esecutori sottoposti a continue verifiche e minacce di licenziamento, secondo una visione che premia solo l’obbedienza cieca e il conformismo produttivo.

Un’alternativa per lo Stato e i suoi cittadini

L’iniziativa di Musk ha riportato al centro il tema dell’efficienza della macchina statale, ma il vero obiettivo di una riforma non deve essere la semplice applicazione delle logiche aziendali al settore pubblico. Il compito dello Stato è garantire un’amministrazione responsabile, snella e orientata al bene comune, non sottoporla a modelli che appartengono a un sistema economico basato sulla competizione e sull’eliminazione dei più deboli.

Una vera riforma dovrebbe premiare la competenza e la meritocrazia senza cadere nella trappola dell’iper-liberismo, che rischia di smantellare il ruolo dello Stato per lasciare spazio a un’oligarchia tecnocratica. Se il problema della burocrazia esiste ed è urgente, la soluzione non può essere la sostituzione di un apparato inefficiente con uno dominato da logiche manageriali che nulla hanno a che vedere con la sovranità nazionale e il servizio ai cittadini.

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