Elon Musk nel mirino: attacchi e accuse infondate per fermare chi sfida il pensiero unico
24 Gen 2025 - Approfondimenti Politici
Dal saluto nazista smentito da Netanyahu alle battute su X: il politicamente corretto contro Musk. Ma dietro le critiche c'è la paura di una voce libera che combatte la censura.

La campagna di demonizzazione contro Elon Musk: quando il politicamente corretto diventa arma di censura
Negli ultimi anni, Elon Musk è diventato un simbolo della lotta contro l’indottrinamento ideologico e la censura del pensiero. Non sorprende, quindi, che le élite progressiste e i sedicenti difensori della democrazia abbiano scelto di scagliarsi contro di lui, dipingendolo come una figura “pericolosa” per il semplice fatto di sfidare la loro narrazione dominante. L’ultima accusa? Un inesistente saluto nazista e qualche battuta su X. Analizziamo i fatti.
Il presunto saluto nazista: una narrativa già smentita
Tutto nasce da una foto di Musk durante un evento per l’insediamento di Donald Trump. Certi media, senza perdere occasione, hanno cercato di associare un suo gesto a un saluto nazista, ignorando volutamente il contesto. Eppure, questa accusa è stata prontamente smentita dallo stesso Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il quale ha chiarito che non c’era nulla di inappropriato nel gesto.
Nonostante questa autorevole difesa, le organizzazioni progressiste e i media italiani hanno preferito mantenere vivo il polverone mediatico. Perché? Perché ciò che conta non è la verità, ma il tentativo di colpire un simbolo che rappresenta la resistenza contro il politicamente corretto e il pensiero unico.
Le battute su X: provocazione o offesa?
Le battute pubblicate da Musk su X riguardanti nomi di gerarchi nazisti (Hess, Goebbels, Göring e Himmler) sono state etichettate come “offensive” da figure come Jonathan Greenblatt dell’Anti-Defamation League e Ted Deutch dell’American Jewish Committee. È curioso che le stesse organizzazioni, appena pochi giorni fa, avessero “scagionato” Musk dalle accuse sul saluto romano.
Questi giochi di parole, chiaramente ironici e provocatori, non sminuiscono la gravità dell’Olocausto. Al contrario, puntano il dito contro l’abuso del termine “nazista” per demonizzare chiunque osi dissentire. Musk non ha mai mancato di rispetto alle vittime della Storia: il vero obiettivo delle sue battute era evidenziare l’ipocrisia di chi utilizza accuse così gravi in modo strumentale.
Don’t say Hess to Nazi accusations!
Some people will Goebbels anything down!
Stop Gőring your enemies!
His pronouns would’ve been He/Himmler!
Bet you did nazi that coming 😂
— Elon Musk (@elonmusk) January 23, 2025
Il politicamente corretto come strumento di censura
Questa vicenda è l’ennesima prova di come il politicamente corretto sia diventato un’arma per mettere a tacere i dissidenti. Le élite progressiste e i media allineati non sopportano chi, come Musk, difende la libertà di espressione e si oppone alle lobby ideologiche.
Etichettare Musk come “nazista” o accusarlo di insensibilità è solo un modo per screditarlo e intimidire chiunque voglia seguire il suo esempio. È il tipico modus operandi di chi non ha argomentazioni ma solo accuse preconfezionate.
Musk, simbolo di libertà
Elon Musk rappresenta oggi una figura essenziale nella battaglia per la libertà di pensiero. È uno dei pochi che sfida apertamente il conformismo culturale imposto dalle élite, e questo lo rende un bersaglio naturale per chi vuole controllare il dibattito pubblico.
Attaccare Musk per battute ironiche o per un gesto mal interpretato non è solo un atto di malafede, ma un vero e proprio attacco alla libertà di espressione. Il tentativo di demonizzarlo è emblematico della deriva autoritaria del politicamente corretto, che cerca di soffocare ogni voce fuori dal coro.