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Dl Sicurezza, l’Italia verso una svolta di legalità

4 Giu 2025 - Italia

Mentre il governo conferma la linea della fermezza e si avvia a blindare il decreto con il voto di fiducia, le opposizioni inscenano una protesta simbolica contro le norme che reprimono i blocchi stradali e tutelano gli agenti. Ma la società chiede più sicurezza e Stato.

Dl Sicurezza, l’Italia verso una svolta di legalità

Proteste in Aula: l’opposizione contesta la stretta sulle manifestazioni

Nel giorno in cui il Senato discute il decreto sicurezza in attesa del voto di fiducia richiesto dal governo, le forze di opposizione – Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra – hanno dato vita a una plateale protesta nell’Aula di Palazzo Madama. I senatori si sono seduti simbolicamente al centro dell’emiciclo, mostrando cartelli con scritto “denunciateci tutti” in riferimento alla norma che trasforma il blocco stradale in reato penale.

Un’azione dimostrativa che ha costretto il presidente del Senato Ignazio La Russa a sospendere temporaneamente la seduta, convocando una capigruppo per ripristinare l’ordine. Il gesto delle opposizioni si inserisce in un clima di crescente tensione politica, ma non sembra intaccare la determinazione dell’esecutivo a portare avanti un testo che mira a ristabilire legalità e sicurezza.

Un provvedimento organico per tutelare lo Stato e i cittadini

Il dl sicurezza, entrato in vigore in forma provvisoria l’11 aprile, è ora all’esame del Senato dopo il passaggio alla Camera dello scorso 29 maggio. Il provvedimento si compone di una serie di misure urgenti in materia di sicurezza pubblica, tutela del personale in servizio, contrasto alla criminalità e difesa delle vittime dell’usura. Il testo introduce 14 nuovi reati, oltre ad aggravanti e strumenti innovativi per accelerare l’efficacia dell’azione amministrativa e giudiziaria.

Blocco stradale: da illecito a reato penale

Punto centrale del decreto è la trasformazione del blocco stradale in reato penale, con pene più severe per chi impedisce la libera circolazione dei cittadini attraverso azioni dimostrative e atti di disobbedienza civile. L’intervento punta a colpire in particolare i blocchi stradali e ferroviari di matrice ambientalista, tutelando così il diritto alla mobilità e al lavoro di milioni di italiani.

Stop alla cannabis light: chiusa la zona grigia normativa

Il decreto stabilisce il divieto totale di produzione, commercio e trasporto delle infiorescenze di cannabis, anche se a basso contenuto di THC. Una misura che pone fine all’ambiguità normativa che ha consentito, negli ultimi anni, l’espansione di una filiera dai contorni incerti e potenzialmente dannosa sotto il profilo educativo e sanitario.

Più tutele per le forze dell’ordine: lo Stato non li lascia soli

Il testo interviene in maniera decisa anche sul fronte della tutela degli operatori di sicurezza: inasprisce le pene per lesioni, resistenza e violenza contro pubblico ufficiale, introduce aggravanti specifiche per chi ostacola la realizzazione di opere pubbliche e autorizza l’impiego di bodycam e dispositivi di videosorveglianza indossabili. Inoltre, è previsto un fondo fino a 10.000 euro per coprire le spese legali degli agenti sottoposti a processo per fatti connessi al servizio.

Reato di occupazione abusiva: tutela concreta della proprietà

Viene introdotto per la prima volta il reato di occupazione arbitraria di immobile, con la possibilità per la polizia giudiziaria di ordinare il rilascio immediato dell’immobile anche in assenza di un provvedimento del giudice. Un’innovazione che punta a garantire tempi rapidi nei casi di occupazioni abusive, senza più lasciare spazio a lungaggini e inefficienze.

Rivolte nei penitenziari e nei Cpr: pene più severe

Il decreto prevede anche un nuovo reato per chi promuove o partecipa a rivolte all’interno delle carceri o dei centri per migranti, con pene che variano da 1 a 5 anni, fino a 18 anni in caso di lesioni gravi o morte. Anche forme di resistenza passiva che intralciano l’operatività degli istituti vengono sanzionate.

Contrastare terrorismo e mafie con strumenti più efficaci

Il decreto include nuove misure per il contrasto al terrorismo – tra cui il reato di detenzione di materiale con finalità eversive – e alla criminalità organizzata, con l’estensione delle verifiche antimafia anche ai contratti di rete. Viene inoltre limitata la possibilità per i prefetti di derogare alle interdittive, rafforzando la coerenza del sistema di prevenzione.

Attenzione alle fasce deboli: anziani, minori e vittime di usura

Il testo prevede pene aggravate per chi impiega minori nell’accattonaggio e per chi attua truffe a danno di anziani, fino a 6 anni di reclusione. Inoltre, viene istituito un sistema di affiancamento per gli imprenditori che denunciano l’usura, con l’obiettivo di favorire il loro reinserimento nel circuito economico legale.

Donne detenute e figli minori: nuove regole di equilibrio

Infine, il dl modifica le disposizioni sull’esecuzione della pena per donne incinte o con figli piccoli. Non sarà più automatico il rinvio pena: si valuteranno caso per caso i rischi di recidiva o per la collettività, con misure differenziate in base all’età dei minori.

Uno Stato che torna a essere garante della legalità

Con il decreto sicurezza, il governo Meloni si assume la responsabilità di rispondere in modo sistemico a sfide che da troppo tempo vengono eluse. Tra le urla di “vergogna” dell’opposizione e la preoccupazione sincera di chi chiede regole, sicurezza e certezza del diritto, l’Italia si avvia verso una nuova stagione di legalità e rispetto delle istituzioni. La fiducia che il governo ha chiesto sul testo non è un atto di forza, ma la coerenza politica di chi si è impegnato a garantire ordine e giustizia.

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Redazione - Il Politico

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