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Dal 12 novembre stop ai minori sui siti porno

- Italia

Dal 12 novembre scatta l’obbligo di verifica dell’età per accedere ai siti pornografici: una misura che riafferma l’autorità dello Stato e la tutela della moralità pubblica.

Dal 12 novembre stop ai minori sui siti porno

📋 Riassunto dell'articolo

Dal 12 novembre l’AGCOM applica la delibera 96/25/CONS: 48 portali pornografici accessibili dall’Italia saranno bloccati ai minori di 18 anni tramite verifica dell’età. È l’attuazione del “decreto Caivano” e segna un cambio di passo nella regolamentazione del web, volto a difendere i giovani e ristabilire il principio di responsabilità digitale.

Una risposta forte dello Stato

Lo Stato italiano torna ad assumere un ruolo di guida anche nel campo digitale. Con la delibera 96/25/CONS, l’AGCOM obbliga i gestori dei siti pornografici accessibili dall’Italia a bloccare automaticamente l’ingresso ai minori. È una scelta di civiltà, che afferma un principio semplice ma spesso dimenticato: non tutto ciò che è tecnicamente possibile è moralmente accettabile. Dopo anni di anarchia online, l’intervento dell’Autorità rappresenta un segnale politico importante. La libertà personale non può coincidere con il caos morale, e la protezione dei più giovani resta un dovere collettivo.

Il meccanismo previsto dal decreto Caivano

La misura nasce dal decreto Caivano (legge 159/2023), che ha affidato all’AGCOM il compito di individuare le modalità tecniche per la verifica dell’età sui siti pornografici. A partire dal 12 novembre, i 48 portali più noti del settore dovranno applicare sistemi di “age verification” in grado di certificare l’età anagrafica senza violare la privacy. L’obiettivo è chiaro: impedire che l’enorme quantità di materiale pornografico online continui a essere accessibile anche ai più giovani, con conseguenze spesso devastanti sul piano psicologico e affettivo.

Un passo nella direzione giusta

Per la prima volta, la tutela dei minori non viene demandata esclusivamente ai genitori o alle piattaforme, ma diventa responsabilità dello Stato. È un approccio che trova consenso anche in ambienti conservatori e liberali: la libertà non può essere disgiunta dalla responsabilità. La pornografia di massa, facilmente accessibile, non è solo un tema morale ma anche sociale. L’iperstimolazione sessuale precoce, la perdita del senso del pudore e la diseducazione affettiva sono tra le principali conseguenze di un sistema privo di regole.

Le falle del sistema

Il Codacons ha definito la misura “una goccia nel mare”: i giovani potranno comunque aggirare il blocco tramite VPN, server esteri o piattaforme non soggette al provvedimento. Anche i social network e le app di messaggistica restano un canale libero, fuori da ogni controllo. Inoltre, i 48 siti individuati rappresentano solo una minima parte dell’enorme bacino del porno digitale. Per questo motivo, la legge deve essere accompagnata da una strategia educativa più ampia, che coinvolga famiglie e scuole.

Un tema di libertà e ordine

La libertà individuale non può essere disgiunta dall’ordine e dal rispetto dei valori fondanti della società. Proteggere i minori non significa limitare la libertà degli adulti, ma ristabilire confini che il progresso tecnologico ha dissolto. Questa norma, pur con i suoi limiti, rappresenta quindi una riaffermazione del principio di autorità: lo Stato torna a dire cosa è giusto e cosa non lo è, e lo fa in nome della libertà autentica, quella che nasce dal rispetto e dal senso del limite.

Prospettive e sfide

L’attuazione pratica della delibera AGCOM sarà decisiva: serviranno sistemi tecnologici affidabili, provider accreditati e un controllo costante per evitare aggiramenti. Parallelamente, l’Italia dovrà coordinarsi con le future direttive europee in materia di verifica dell’età digitale, per evitare che i portali eludano il blocco semplicemente spostando i propri server all’estero. Ma il punto centrale resta educativo: nessun algoritmo può sostituire la formazione morale e affettiva dei ragazzi. La pornografia online non è un destino ineluttabile, ma un sintomo della crisi di valori di un’intera epoca.

Verso una nuova cultura della responsabilità

La stretta dell’AGCOM segna dunque l’inizio di una nuova stagione. L’Italia sceglie di non restare spettatrice passiva della deriva digitale. Lo Stato non può censurare tutto, ma può — e deve — delimitare ciò che distrugge la dignità della persona e dei minori. Sarà compito della società civile trasformare questa norma in un punto di partenza per una rinascita culturale, in cui la libertà torni a essere responsabilità e il progresso non significhi disordine morale.

Un libro per comprendere la deriva culturale

Chi volesse approfondire il fenomeno della pornografia come espressione di una più ampia crisi antropologica e culturale, può leggere il saggio di Fabrizio Fratus e Paolo Cioni “L’ideologia del godimento”, un testo che indaga come il culto del piacere immediato abbia sostituito la dimensione etica e relazionale della sessualità. L’opera aiuta a capire come l’esposizione costante a contenuti sessuali, unita all’assenza di valori condivisi, stia generando una società dell’individualismo e del desiderio compulsivo, dove tutto diventa consumo, anche il corpo umano. 👉 Consigliato: “L’ideologia del godimento” di Fabrizio Fratus e Paolo Cioni

Fonti

TGCOM24 – “Agcom, blocco per 48 siti porno dal 12 novembre”
Adnkronos – “Stretta sul porno online: scatta la verifica dell’età”
Wired – “Verifica età porno, i problemi del sistema AGCOM”
Agenda Digitale – “Verifica dell’età per i siti porno: norme rigide, risultati incerti”
Key4Biz – “Age verification obbligatoria e multe per i siti inadempienti”
StartMag – “L’Italia e la missione (quasi) impossibile di bloccare i siti porno ai minori”
DDay – “Agcom testerà l’app europea per la verifica dell’età”

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