212 Visualizzazioni

Crisi abitativa: l’Europa tradisce il suo futuro

14 Giu 2025 - Europa

Mentre i giovani europei non riescono più a permettersi una stanza, Bruxelles continua a finanziare l’immigrazione di massa. Alcuni Stati, però, mostrano che un’alternativa è possibile.

Crisi abitativa: l’Europa tradisce il suo futuro

Europa cieca: soldi per l’immigrazione, briciole per i giovani

L’Europa è in piena crisi abitativa. Gli affitti sono alle stelle, le case scarseggiano e i giovani, il cuore pulsante del nostro futuro, vengono lentamente espulsi dalle città. Secondo i dati più recenti, oltre un quarto dei giovani europei vive in condizioni di sovraffollamento, mentre in molti casi oltre il 40% del reddito disponibile viene assorbito dal solo costo dell’abitazione.

Di fronte a questa realtà allarmante, Bruxelles resta muta. Peggio: continua a riversare fondi su progetti per l’integrazione, l’accoglienza e il sostegno a flussi migratori incontrollati, con la solita retorica pseudo-umanitaria che, nei fatti, alimenta solo disordine sociale, ghettizzazione e conflitto etnico.

Milano: il disastro firmato sinistra globalista

Il fallimento di questa visione è visibile in modo drammatico a Milano, città un tempo simbolo della borghesia laboriosa italiana e oggi sempre più ostaggio della retorica globalista. Il sindaco Beppe Sala – icona della sinistra “europeista” – ha fatto della città un modello di esclusione al contrario: i milanesi sono costretti a emigrare in provincia, mentre gli affitti raggiungono cifre folli. Una stanza singola costa ormai 700-800 euro al mese, una situazione che taglia fuori i giovani italiani, le famiglie monoreddito, e chiunque voglia costruirsi una vita onestamente.

La speculazione edilizia è alimentata anche dalla follia degli affitti brevi turistici e dalla pressione demografica portata da anni di immigrazione senza freni, sostenuta proprio da quella stessa sinistra che oggi si straccia le vesti per il “caro-affitti”.

Chi ha scelto la via giusta: gli esempi virtuosi

Fortunatamente, non tutta l’Europa ha perso il senno. Ci sono nazioni che hanno scelto la strada del realismo e del buon senso, dimostrando che proteggere i giovani significa proteggere la civiltà.

  • In Germania, ben 3,2 milioni di cittadini vivono in cooperative abitative no profit, che garantiscono stabilità senza piegarsi alla speculazione.
  • Le Fiandre hanno mostrato che investire in edilizia popolare a lungo termine può funzionare: il tasso di povertà tra chi vive in queste abitazioni è crollato del 40%.
  • Nei Paesi Bassi, tra il 20% e il 30% della popolazione abita in alloggi a “profitto limitato”, dimostrando che esistono modelli sostenibili e funzionali.
  • Persino la Danimarca, terra non certo sospettabile di sovranismo, ha investito in programmi mirati per evitare che i giovani scivolino in situazioni estreme di precarietà come il couch-surfing cronico.

Difendere la casa per difendere l’Europa

La casa non è solo un tetto: è il presupposto per la famiglia, per la stabilità, per il futuro. Ogni giovane europeo costretto a rimandare la costruzione della propria vita è una ferita alla continuità storica del nostro continente. La verità è che la casa negata ai nostri figli è lo specchio di un’Europa che ha smesso di credere in se stessa.

Ma un’alternativa esiste. Basta copiare ciò che funziona: politiche abitative che privilegino i cittadini, non gli “ospiti”, investimenti nell’edilizia pubblica per italiani e europei, lotta alla speculazione e stop ai privilegi per chi arriva da fuori senza nulla dare in cambio.

Costruire muri contro la povertà, non ponti per l’invasione

In definitiva, non è razzismo difendere i propri figli, è razionalità. Non è xenofobia volere che i giovani italiani ed europei abbiano una casa dove crescere i loro figli. È la base stessa della nostra sopravvivenza come popoli e come civiltà. Chi governa dovrebbe ricordarlo, e agire di conseguenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tag: , , , , , , , ,
Articolo scritto da:
Chiara Morganti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per rimanere aggiornato/a iscriviti al nostro canale whatsapp, clicca qui: